Quello dello scorso 9 settembre è stato un pomeriggio di Champions League molto molto lungo per le Juventus Women. In quel di Francoforte, le bianconere hanno conosciuto una sconfitta particolarmente amara, segnata da un destino che in più di un’occasione era tranquillamente nelle loro mani, ma che ha invece presentato un conto beffardo. Sotto il sole tedesco, la squadra di Montemurro non è riuscita ad andare oltre l’1-1 dopo 120 minuti e più di partita, tra regolamentari e supplementari. Poi, l’epilogo ai rigori. Un 6-5 complessivo per le padrone di casa che certifica una certezza incontrovertibile: la Juventus femminile è fuori dalla coppa più importante. E così, dopo 5 stagioni, niente impegni infrasettimanali in giro per il Vecchio Continente, nessun inno pre-match da ascoltare, nessuna notte da sogno da vivere all'”Allianz Stadium” per continuare a scrivere la storia di questo club.
Senza Champions League, le Juventus Women sono obbligate a focalizzarsi esclusivamente sulle competizioni nostrane. Vincere in Italia, dunque, diviene un imperativo categorico. Proviamo allora ad approfondire quella che può essere la stagione delle bianconere alla luce sia della mancata qualificazione alla seconda fase della Coppa sia alla luce del mercato estivo.
Juventus Women, un calciomercato importante per inseguire la Champions League
Partiamo proprio da quelle che sono state le mosse della società bianconera per rinforzare la squadra. Chiaramente, il raggiungimento della fase a gironi della Champions League rappresentava per le Juventus Women un obiettivo minimo per la stagione 2023/2024. Un eventuale fallimento non era neanche ipotizzato. Dunque, per consegnare a Montemurro una rosa ancor più competitiva, i colpi messi a segno durante la finestra estiva del calciomercato erano stati mirati e, come da qualche anno a questa parte, concentrati sull’accrescere l’esperienza e lo spessore internazionale del gruppo.
Una campagna acquisti che si è mossa in una direzione univoca, fondata sull’asse Torino-Francia. Tutti e 3 i nuovi volti in casa bianconera hanno la nazionalità transalpina. Cominciamo con Estelle Cascarino, difensore centrale classe 1997, proveniente dal Paris Saint-Germain, anche se l’ultimo spezzone di stagione l’ha passato in prestito al Manchester United. La giocatrice ha già dato prova contro lo stesso Eintracht di essere di una categoria superiore con la sua grinta, la sua attenzione e la sua fisicità. Un rinforzo davvero notevole per una retroguardia che nella scorsa stagione ha patito qualche distrazione di troppo, costata anche cara.
Per la linea mediana, invece, la Juventus ha puntato sull’ex Bordeaux Ella Palis. Classe 1999, è una giocatrice di grande personalità, adatta a ricoprire un ruolo altamente importante come quello di regista arretrata davanti alla difesa. Infine, per il reparto avanzato, è arrivata Lindsey Thomas dal Milan, esterno offensivo di grande qualità e velocità, tra le migliori giocatrici dello scorso campionato.
Le operazioni in uscita hanno invece riguardato alcune cessioni in prestito, come quelle delle giovani Requirez al Verona, Talle al Pomigliano e Brscic al Parma. A queste si aggiunge la separazione definitiva con Valentina Cernoia, storica colonna delle Juventus Women, approdata alle rossonere.
Senza Champions League, si punta tutto sul campionato
La delusione dell’eliminazione è ancora forte e la ferita è molto fresca. Senza Champions League, le Juventus Women potranno e dovranno concentrarsi esclusivamente sulle competizioni nostrane. E, come ribadito a caldo dallo stesso Montemurro dopo la disfatta di Francoforte, puntare tutte le energie sul Triplete italiano.
Nella Torino bianconera, si sa, vincere è l’unica cosa che conta, per cui permangono in vita gli altri obiettivi stagionali. Tuttavia, quest’anno ci sarebbe dovuta essere una scossa che portasse a superare qualche amarezza derivante da un’annata non entusiasmante. Il secondo posto in campionato con una Roma inarrivabile, la sconfitta a novembre in Supercoppa e l’uscita prematura ai gironi di Champions sono stati il sentore di un lento e anche normale declino dopo 5 anni di ininterrotti trionfi. Una stagione difficile, con tanti momenti in chiaroscuro, parzialmente rischiarati dalla vittoria nella finale di Coppa Italia contro le eterni rivali capitoline.
Ecco perché, visti anche gli importanti investimenti, quest’anno doveva essere quello della rinascita in Italia, ma soprattutto quello della definitiva consacrazione a livello europeo. Per crescere e migliorarsi, bisogna confrontarsi sempre con i più forti, perché solo così si può acquisire quella consapevolezza dei propri mezzi e del proprio valore. Non giocare la Champions significa perdere questi momenti fondamentali. Tanto per le bianconere stesse quanto per l’intero movimento femminile italiano. Due anni fa, la Juventus aveva dimostrato di poter stare tra le grandi d’Europa, conquistando uno storico quarto di finale, dopo aver vissuto le folli emozioni che solo vittorie contro avversari del calibro di Wolfsburg e Lione possono regalare.
Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, però, la Juventus potrà beneficiare di meno impegni che inevitabilmente sottraggono energie fisiche e mentali. Soprattutto queste ultime saranno fondamentali per riuscire a tenere testa alla Roma in un duello che si appresta ad essere nuovamente infuocato per la leadership della Serie A. Con i nuovi innesti, le bianconere hanno sicuramente ricucito il gap con le giallorosse, per cui si ritrovano con il titolo di favorite per la conquista del campionato. E, perché no, anche delle altre competizioni del calcio femminile italiano.