Grazie alle reti dei due nuovi innesti Gunnarsdottir e Cantore, le Juventus Women battono il Koge per 2-0 nella sfida di ritorno del turno di qualificazione di Champions League. L’Italia guadagna così un’altra rappresentante alla fase a gironi della competizione, con le bianconere che si uniscono alla Roma. La squadra di Montemurro, chiamata alla vittoria dopo l’1-1 dell’andata, gioca una partita convinta e convincente, con un atteggiamento propositivo fin dall’inizio e la chiara intenzione di mostrare la propria superiorità. Oltre al fondamentale successo, che porta al raggiungimento del primo obiettivo stagionale, arrivano altre indicazioni importanti che andiamo immediatamente a trattare.
Juventus Women: la vittoria sul Koge vale una nuova avventura in Champions
Il risultato della sfida andata in scena allo Stadio “Moccagatta” di Alessandria può apparire piuttosto scontato sulla carta, col pronostico dalla parte delle bianconere. In realtà, non c’è nulla di più sbagliato. E questo la squadra delle Juventus Women lo sa benissimo, viste le difficoltà affrontate in casa del Koge nella sfida d’andata di quest’ultimo turno di qualificazione alla fase a gironi della Champions League.
Le danesi, infatti, sono estremamente pragmatiche nel loro minimalismo. Difesa compatta e ripartenze insidiose guidate dalla giocatrice di maggior talento, la capitana Carusa. Per aggirare l’ostacolo, dunque, non basta soltanto una partita perfetta sul versante tecnico e tattico. Serve anche una prestazione solida sul piano della concentrazione, dell’attenzione e della determinazione. La bravura di Montemurro e delle sue ragazze risiede proprio in questi aspetti, curati alla perfezione. Dal punto di vista dell’atteggiamento, le bianconere forniscono una prova eccellente, spingendo sull’acceleratore già dal primo istante di gioco.
Le azioni delle padrone di casa sono estremamente avvolgenti. Tutte partecipano attivamente alla manovra, i terzini spingono continuamente, facendo piovere caterve di palloni nel cuore dell’area. Qui, ad attenderli, ci sono sempre tante giocatrici, dalle punte alle centrocampiste. Lo sforzo delle bianconere produce subito i suoi effetti. Al minuto 11, cross pennellato di Boattin da sinistra e terzo tempo perfetto di Gunnarsdottir, che inchioda di testa la rete dell’1-0.
Nulla di nuovo sotto al sole
Nemmeno dopo il gol del vantaggio le Juventus Women accennano a diminuire l’intensità dei loro attacchi, dominando e schiacciando il Koge nella propria trequarti per poter raggiungere quanto prima l’obiettivo Champions.
Una partita in totale controllo e con una netta supremazia tecnica e territoriale può comunque nascondere delle insidie. Specialmente quando la mole di occasioni create non si concretizza in un lauto margine nel punteggio. Ed ecco che si manifesta lo spettro che sta accompagnando le bianconere in questo inizio di stagione. Quello cioè di raccogliere sempre meno rispetto a quanto seminato sul campo. La squadra esprime sempre un ottimo calcio e arriva con facilità, a tratti irrisoria, a costruire palle-gol. Tuttavia, viene a mancare quel killer-instinct che consente di portare a casa la vittoria.
Bisogna infatti aspettare il minuto 77 affinché le ragazze di Montemurro riescano a trovare la rete della sicurezza. Quella che scaccia via ogni fantasma, restituisce serenità e premia gli sforzi. A mettere in ghiaccio la partita e la qualificazione ci pensa, con un gol bellissimo, la figliol prodiga Sofia Cantore, entrata in campo una decina di minuti prima al posto di Girelli.
Qualificazione Champions: contro il Koge, le Juventus Women mettono in campo qualcosa in più
Come dicevamo poc’anzi, il raggiungimento di un risultato apparentemente scontato non può prescindere da alcuni elementi propri della grande squadra. Per agguantare i gironi di Champions, infatti, contro il Koge le Juventus Women attaccano di sciabola, con colpi di fioretto qua e là, e si difendono con un muro impenetrabile. Le colonne portanti di questo baluardo sono le due centrali di difesa, Salvai e Sembrant. La prima annulla totalmente Carusa, reggendo nell’uno contro uno nonostante la velocità e la tecnica dell’irlandese. La seconda stravince il duello di fisicità con Floe, anch’essa finita ai margini della partita senza alcuna opportunità di incidere.
A supporto delle due giocatrici del reparto arretrato c’è il dinamismo di Gunnarsdottir, che corre su due lati del campo, e soprattutto la padrona del centrocampo, Sofie Pedersen. La danese gioca una gara totale. In fase di impostazione, sfrutta la libertà concessale dalle avversarie per gestire i ritmi delle folate bianconere. Quando il è in possesso delle danesi, poi, è lì pronta a dare copertura alle due centrali o ai terzini che salgono, recuperando e intercettando svariati palloni che gravitano dalle sue parti.
Una prestazione di squadra condita da recuperi importanti
In questa vittoria delle Juventus Women sul Koge, che accompagna le bianconere alla fase a gironi della Champions, c’è ancora dell’altro. Un qualcosa che va al di là dei meriti individuali di ognuna delle ragazze scese in campo. Oltre all’atteggiamento propositivo e votato all’attacco, vi è infatti anche un grande spirito di sacrificio e abnegazione, assieme alla voglia di combattere su ogni pallone e di non lasciare nulla alle avversarie. Una determinazione che contraddistingue le squadre forti e con mentalità.
La dimostrazione più lampante dell’anima collettiva delle bianconere è sicuramente la prestazione di Girelli. Non sfavillante, con pochissime giocate decisive, ma tanto lavoro al servizio delle compagne, rinunciando ai numeri personali per consentire alla squadra di girare a dovere.
L’ultima bella pagina di questo successo delle piemontesi, poi, recita una notizia importantissima. Ossia il recupero dai rispettivi infortuni di due senatrici come Sara Gama e Barbara Bonansea, entrambe subentrate nella ripresa e al loro esordio stagionale. Per il gruppo riavere queste giocatrici è fondamentale, ora che, archiviata la prima parte della pratica Champions, le bianconere devono proiettarsi sulle prossime importanti sfide.