Barcellona al comando, seguito da Real Madrid e Bayern Monaco. Questo il podio della classifica recentemente rilasciata da Forbes, priva di club italiani nella top 10. Di sorprese se ne contano ben poche, con le solite società a contendersi lo scettro di club più prestigioso dell’intero pianeta. Le cifre stimate sono da capogiro, e segnano il ritorno dei blaugrana al vertice della classifica, con la sorprendente cifra di 4,76 miliardi di dollari. Per giunta con un divario quasi irrisorio nei confronti degli acerrimi nemici del Real Madrid, collocati al secondo posto. Divario che però si trasforma in un solco profondo che separa le prime posizioni dalle ultime, tra le quali troviamo le formazioni italiane. Queste sicuramente non spiccano e ciò induce a doverose riflessioni.
Juventus undicesima, prima italiana in classifica
La prima tra le italiane che figurano in questa classifica è la Juventus, posizionatisi undicesima, con un valore stimato di 1,95 miliardi di dollari. Seguono poi l’Inter al quattordicesimo posto con 743 milioni, il Milan al sedicesimo con 559 milioni e la Roma un gradino più in basso con 548 milioni. Sintomo di un netto squilibrio tra i vari club in giro per l’Europa, ma soprattutto indice dell’arretratezza della Serie A al cospetto di campionati ben più prestigiosi.
Su tutti la Liga e la Premier League. E proprio la prima lega inglese conta il numero più elevato di compagini presenti in questa classifica, vantando 6 club tra i primi 10 posti: un monopolio. Un lungo filone che va dal quarto all’ottavo posto, annoverando Manchester United, Liverpool, Manchester City, Chelsea e Arsenal. Per chiudere con il Tottenham, decimo classificato, con un valore stimato di 2,3 miliardi di dollari.
La classifica di Forbes specchio della realtà
Dati alla mano, non può che saltare all’occhio ciò che già da tempo si percepisce: la Serie A non è più il fulcro del calcio europeo. Un primato che si è andato perdendo negli ultimi anni, aggravato dalla penuria di risultati positivi ottenuti in Champions ed Europa League. Un declino tanto evidente quanto incontrollabile, che colloca il massimo campionato italiano distante anni luce da tornei ben più rinomati. Situazione da cui poi discendono conseguenze inevitabili: meno appeal, riduzione delle sponsorizzazioni, diminuzione degli introiti. Tutti fattori che rendono impegnativa e ardua la scalata in campo europeo dei club italiani. E la classifica di Forbes testimonia proprio questo: non c’è nessun club italiano nella top 10, nessuna squadra in grado di tenere il passo delle superpotenze. Urge quindi una svolta repentina che possa riportare le formazioni nostrane ad essere nuovamente protagoniste, e non più solo comparse, del calcio che conta.