Come ogni giovedì della settimana, anche oggi, torna puntuale l’incontro con la rubrica “La famiglia nel pallone”. Dopo aver trattato la storia di Roberto e Lorenzo Insigne, quest’oggi è il turno della famiglia Chiesa. Enrico e Federico, infatti, sono rispettivamente padre e figlio. Il primo ha calcato i campi della Serie A dal 1992 al 2008; il secondo, invece, è ancora ad inizio carriera ma, con la maglia della Juventus, sta dimostrando di possedere un immenso potenziale.
Entrambi sono legati ad una società e ad una tifoseria: quella della Fiorentina. In Toscana, infatti, a fine stagione 2000-2001, Enrico ha vinto la sua seconda Coppa Italia. Federico, invece, ha avviato la propria carriera all’ombra di Palazzo Vecchio, anche se poi ha deciso di trasferirsi a Torino. La famiglia Chiesa è entrata a far parte della cronaca del calcio nostrano grazie ad Enrico. Quest’ultimo ha infatti realizzato ben 138 gol in Serie A, pur essendo stato un esterno di centrocampo o una seconda punta.
La storia tra i Chiesa e il nostro campionato, però, sta continuando, grazie a Federico. Il ragazzo di nascita genovese, infatti, sta stupendo per qualità e costanza di rendimento con la maglia bianconera, tanto che molti lo ritengono il più grande prospetto italiano degli ultimi anni.
La carriera sportiva di Enrico Chiesa
Enrico Chiesa nasce a Genova, il 29 Dicembre 1970. Fin dalla più tenera età il ragazzo inizia ad avvicinarsi al mondo del calcio, con la maglia del Pontedecimo. In un secondo momento, poi, entra nelle giovanili della Sampdoria, a soli 16 anni, compiendo tutta la trafila con le maglie delle rappresentative blucerchiate. Per un paio d’anni, successivamente, viene mandato in prestito prima al Teramo e poi al Chieti, per poter guadagnare la giusta esperienza. Infine, durante la stagione 1992-93, la squadra ligure crede in lui e gli permette di compiere il proprio esordio in Serie A. Tuttavia Enrico non trova molto spazio: gioca come esterno di centrocampo e realizza una sola rete. Per tali ragioni, il club genovese decide di mandarlo a giocare nuovamente in altre due squadre.
I prestiti, il ritorno alla Sampdoria e il trionfo al Parma
Nel 1993, dunque, Enrico Chiesa è obbligato a trasferirsi a Modena, in Serie B. Nonostante i 14 gol segnati, la squadra non riesce ad evitare una brutta retrocessione in C1. L’anno successivo, invece, la Sampdoria decide di concedergli un banco di prova più complicato, con il prestito alla Cremonese. La squadra grigio-rossa, infatti, è neo-promossa in Serie A ed Enrico deve guidare la compagine alla salvezza. Il classe ’70, però, non s’intimorisce ed anzi, dimostra tutta la sua classe. Confermando il numero delle reti segnate l’anno precedente (14), il più precoce membro della famiglia Chiesa trascina la formazione alla permanenza nel massimo campionato.
Proprio per tale ragione, finalmente, la Sampdoria gli concede la possibilità di tornare trionfalmente a Genova. Il ragazzo non aspetta altro e durante l’annata 1995-96 esplode definitivamente. In coppia con Roberto Mancini, infatti, Enrico Chiesa realizza 22 gol in sole 27 presenze, facendo convergere su di sé le attenzioni di numerosi club.
Per 25 miliardi di lire, infatti, nell’estate del 1996, il Parma acquisisce le prestazioni sportive del gioiellino ligure. Nei tre anni emiliani, l’attaccante va a costituire una coppia fenomenale con un altro letale centravanti: Hernan Crespo. I due, congiunti, fan sollevare alla società gialloblu due trofei prestigiosi: la Coppa Italia e la Coppa UEFA, entrambe vinte alla fine dell’anno ’98-’99. Addirittura, Enrico Chiesa risulta essere il capocannoniere della competizione internazionale, con ben 8 reti, avendone siglata anche una in finale, contro il Marsiglia.
La famiglia Chiesa e il rapporto con Firenze: Atto I
Dopo aver ottenuto con il Parma ben tre successi, personali e di squadra, Enrico Chiesa viene ingaggiato dalla Fiorentina. Per 30 miliardi di lire il club toscano ne acquista il cartellino, portandolo alla corte di Cecchi Gori. Nell’estate del 1999, quindi, il classe ’70 deve lasciare la compagine emiliana, a malincuore. Nella prima stagione a Firenze non trova la giusta collocazione in campo e, a causa di numerosi acciacchi, non va oltre le 7 marcature stagionali. Il 2000-2001, però, è l’anno del riscatto: Chiesa sostituisce Batistuta in qualità di goleador della squadra, mettendo a segno ben 22 reti in 30 presenze. Con altri cinque centri in Coppa Italia, poi, l’ex-Sampdoria trascina i compagni al trionfo in questa competizione.
Il 30 Settembre 2001, a stagione da poco iniziata, Enrico Chiesa è costretto a fare i conti con la sfortuna. Dopo aver realizzato ben 4 gol nelle prime cinque uscite stagionali, il gioiello viola si rompe il tendine rotuleo del ginocchio sinistro, nella gara contro il Venezia. Alla fine della stagione, anche a causa dell’assenza del proprio n°20, la Fiorentina retrocede in Serie B. Quello vissuto a Firenze, durante il suo secondo anno, sarà per Chiesa l’ultimo grande acuto della carriera, dal punto di vista realizzativo.
L’ultima parte della carriera di Enrico Chiesa: Lazio, Siena e Figline
Dopo esser rimasto svincolato, a causa del fallimento del club viola, Enrico Chiesa decide di trasferirsi alla Lazio. In realtà questa, per lui, sarà una stagione “di convalescenza”, dopo il grave infortunio dell’anno precedente. Soltanto dodici le gare disputate, con due reti messe a referto.
Nell’estate del 2003, infine, il centrocampista italiano decide di accogliere l’ultima sfida della propria carriera ad alti livelli. Il neo-promosso Siena lo corteggia e lo riporta in Toscana, dove, nel primo anno, in 30 presenze segnerà ben 10 reti. Le successive due stagioni sono ricche di gioie, data la doppia cifra sempre raggiunta. Nel 2005-2006, addirittura, Enrico Chiesa è il calciatore più prolifico della Serie A in attività, dati i ritiri di Roberto Baggio e Beppe Signori. Il 2006-07 sarà il primo anno giocato non all’altezza delle aspettative, seguito da quello 2007-2008, con nessuna rete segnata nel massimo campionato italiano.
Nel giugno 2008 annuncia il trasferimento al Figline, club di Seconda Divisione (l’ex Serie C2). Durante il primo anno, grazie anche alle 21 presenze e alle 5 reti segnate, la società ottiene la promozione in Prima Divisione. Contemporaneamente, poi, il club fiorentino conquista la Supercoppa di Categoria, merito della doppietta realizzata proprio dal capostipite della famiglia Chiesa. Il 1° Novembre 2009, per la seconda volta, Enrico si lacera il tendine rotuleo del ginocchio destro, infortunio che lo costringe a rimanere lontano dai campi per tutta la stagione. Il 9 Maggio 2010 disputa la sua ultima partita, all’età di 39 anni.
La famiglia Chiesa e il primo approccio con la Nazionale
Il 29 Maggio 1996, quando ancora è un giocatore della Sampdoria, Enrico Chiesa compie il suo esordio in maglia Azzurra. In un’amichevole contro il Belgio, il centrocampista blucerchiato trova anche la via della rete, siglando il suo primo centro internazionale. Alla fine della stagione, il CT Arrigo Sacchi lo convoca per l’Europeo, facendolo scendere in campo per ben due volte: il gioiellino ligure ringrazia e mette a referto anche un gol.
Durante la successiva gestione di Cesare Maldini, Chiesa non trova molto spazio con la maglia della Nazionale. Durante il Mondiale del 1998, però, sostituisce Fabrizio Ravanelli e scende in campo anche in due occasioni. Nel successivo periodo di gestione, con Dino Zoff in panchina, l’attaccante esterno di Parma e Fiorentina viene utilizzato parecchie volte, nelle gare valide per le qualificazioni ad Euro2000. Per la rassegna internazionale, tuttavia, non viene convocato. Infine, sotto la guida di Giovanni Trapattoni, Enrico Chiesa colleziona la sua ultima presenza con l’Italia, in un’amichevole giocata contro il Sudafrica. In totale saranno 17 le presenze e 7 le reti segnate.
Federico Chiesa: il figlio d’arte diventa grande
Nel 1997, Enrico Chiesa diventa padre per la prima volta: a Genova nasce Federico, il 25 Ottobre. Come naturale che sia, per chi vive a contatto con un padre calciatore, anche il piccolo della famiglia Chiesa si innamora del football ed inizia a praticarlo. Agli esordi della carriera, il ragazzo gioca nelle giovanili della Settignanese, una piccola società di Firenze. A 10 anni, quando il padre è a Siena, Federico viene ingaggiato dalla Fiorentina. Dal 2007 al 2015, il classe ’97 compie tutta la trafila giovanile all’interno del club viola, facendo registrare anche qualche presenza nell’Italia Under-19.
Federico Chiesa si mette in mostra per le sue grandi doti e capacità offensive. Il suo ruolo naturale è quello di esterno d’attacco, anche se all’occorrenza può ricoprire la posizione di ala. La stagione sportiva 2016-17 è quella della svolta: Paulo Sousa, tecnico della prima squadra, decide di puntare sul gioiellino della Primavera, convocandolo per il ritiro pre-campionato a Moena. Il 20 Agosto 2016, poi, a soli 18 anni e 10 mesi, Federico Chiesa compie il suo esordio in A, da titolare. Il 29 Settembre dello stesso anno, il n°25 debutta anche in Europa League, nella gara con il Qarabag. L’8 Dicembre, sempre contro la squadra azera, realizza il primo gol con la maglia della Fiorentina. Il 21 Gennaio 2017, invece, segna la prima rete in Serie A.
La prima stagione completa in prima squadra
L’anno successivo, dopo una prima stagione condita da 34 presenze e 4 gol, Federico Chiesa diventa un titolare della formazione gigliata. Stefano Pioli punta sul genovese di nascita, schierandolo costantemente come esterno d’attacco. In 36 apparizioni, però, il giovane canterano realizza solamente 6 reti.
Il secondo anno in prima squadra (2018-19), il piccolo erede della famiglia Chiesa raggiunge alcuni importanti traguardi. Il 13 Gennaio 2019 segna i suoi primi due gol in Coppa Italia, contro il Torino; il 27 Gennaio, invece, fa registrare la sua prima doppietta in Serie A, contro il Chievo Verona; infine, a soli 19 anni, Federico raggiunge il traguardo delle 100 presenze con la maglia viola.
Dopo una salvezza conquistata in extremis, all’ultima giornata, nella stagione ’19-’20, il classe ’97 diviene il vero simbolo della compagine toscana. Con Iachini in panchina, Federico Chiesa raggiunge il record di gol in campionato in una singola stagione (10) e realizza anche la sua prima tripletta, alla 37a giornata.
Il passaggio alla Juventus che tanto ha fatto discutere
Come trattato già in un nostro precedente articolo, Federico Chiesa inizia l’annata corrente, ’20-’21, realizzando un gol in tre presenze. L’aria, però, è sempre più pesante e il ragazzo inizia a spingere per ottenere la cessione. Il club che più di tutti crede nel gioiello italiano è la Juventus di Andrea Agnelli: il 5 Ottobre, quindi, dopo lunghe trattative, il club bianconero ingaggia il suo nuovo numero 22.
Le cifre dell’affare sono davvero incredibili, anche se diluite nel lungo periodo. 10 milioni il costo del prestito, con 40 milioni d’obbligo di riscatto e altri 10 milioni legati ad eventuali bonus. Anche se la tifoseria fiorentina non riesce a darsi pace per una scelta così poco sentimentale, Federico sa di aver fatto un grande passo in avanti nel suo percorso di crescita.
Il 17 Ottobre, il n°22 esordisce in Serie A con la Juventus, offrendo il pallone dell’1-1 a Morata. Il successivo 20 Ottobre, l’esterno bianconero debutta in Champions League contro la Dinamo Kiev; nella gara di ritorno, il 2 Dicembre, Federico Chiesa segna il suo primo gol juventino, sempre in una gara di Champions League. Il 16 dello stesso mese, infine, il centrocampista italiano realizza il suo primo centro in Serie A con la nuova maglia, salvo poi trovare anche la prima doppietta, il 6 Gennaio 2021. Alla fine di Gennaio 2021, Federico Chiesa vince il primo trofeo della sua carriera: la Supercoppa italiana, ottenuta grazie alla vittoria contro il Napoli per 2-0.
La famiglia Chiesa in Nazionale: Atto II
La carriera con la maglia della Nazionale, per Federico Chiesa, inizia davvero in giovane età. A fine anno 2015-16 debutta con l’Under-19 azzurra, giocando anche l’europeo di categoria. Nel Marzo del 2017, poi, compie il debutto con l’Under-21; in estate gioca l’Europeo in Polonia con gli azzurrini; il 4 Settembre trova il primo gol contro la Slovenia e nel Giugno 2019 disputa il suo terzo europeo con le giovanili italiane, sebbene si trovi già nel “giro” della Nazionale maggiore.
Già a partire dal 9 Aprile 2017, infatti, Federico Chiesa è convocato da Gian Piero Ventura per uno stage con la rappresentativa azzurra. Nel Marzo del 2018 Di Biagio lo convoca ufficialmente per le amichevoli contro Argentina e Inghilterra. Il 23 Marzo, infine, debutta a Manchester contro i sudamericani. Nel progetto tecnico successivo, con Roberto Mancini in panchina, il n°25 fiorentino è inserito tra i convocati in modo continuativo, giocando tutte le gare della UEFA Nations League. Nella partita contro l’Armenia, valida per le qualificazioni ad Euro2020, Chiesa segna il suo primo gol con la Nazionale maggiore.
Il presente della famiglia Chiesa
Dopo il ritiro dal calcio giocato, Enrico Chiesa ha subito frequentato il corso per allenatori di Coverciano, nel 2010. Pur dovendo diventare il mister del Figline l’anno successivo, per motivi tecnici (la squadra fallisce), il classe ’70 rinuncia all’avvio della sua carriera come coach di una prima squadra. Nel 2012 la Sampdoria lo riporta a Genova, affidandogli la panchina degli Allievi Nazionali “B”. Nel 2013, poi, Enrico diventa il mister della Primavera del club, conquistando due quinti posti e arrivando agli ottavi e al secondo turno della Coppa Italia. Infine, nel 2015, l’ex-Parma annuncia di non volersi più dedicare al settore giovanile, aspettando la chiamata di una società.
Federico, al contrario, sta ancora giocando e sta portando in alto il nome della famiglia Chiesa. L’ultima impresa che ha compiuto è stata quella in Champions League, contro il Porto: all’andata, infatti, il n°22 ha segnato il gol del definitivo 1-2 portoghese; al ritorno, invece, ha provato a trascinare i suoi, tramite una meravigliosa doppietta, che per poco non ha permesso alla Juventus di passare il turno. Proprio per l’evolversi delle sue gesta, Federico sta superando il papà, almeno in popolarità. In campo, Enrico è considerato ancora il membro della famiglia più abile, ma nel prossimo futuro, il classe ’97, potrebbe ampiamente sorpassarlo.
Una riflessione finale sui due calciatori e uomini
Quel che è certo è che Enrico e Federico sono legatissimi. L’ex-Sampdoria, addirittura, è stato l’agente del calciatore juventino per un lungo periodo di tempo e in un’intervista di qualche tempo fa ha manifestato tutta la propria gioia per i traguardi raggiunti dal figlio: “Pochi giorni fa dei ragazzi hanno chiesto degli autografi a mio figlio. Solo dopo si sono voltati verso di me, chiedendo se fossi il suo babbo. Nessuna gelosia, quella battuta mi ha reso orgoglioso. Mi ha fatto battere forte il cuore. Ho avuto la conferma di quanta strada abbia fatto Federico in un anno”.
I due si vogliono bene e nutrono una gran stima nei confronti dell’altro. Sicuramente il classe ’70, durante l’arco della sua lunga carriera, avrebbe meritato di vincere più trofei, nonostante la Coppa UEFA sia stata una grande conquista. Con 616 incontri e 223 reti totali, infatti, Enrico ha realizzato 1 gol ogni 3 incontri disputati: numeri da capogiro per un calciatore che di ruolo non faceva la prima punta.
Al contrario, Federico sembra più propenso alla giocata altruista, l’assist, avendone già fatti registrare 35 in carriera. Il n°22 ha battuto il padre in precocità: sia per l’arrivo in prima squadra, che per la prima convocazione in Nazionale. Solo il futuro ci saprà dire, però, quale dei due componenti della famiglia Chiesa potrà occupare il posto più alto nella storica classifica del calcio italiano.
Per onor di cronaca, infine, non possiamo non citare anche Lorenzo Chiesa. Fratello di Federico e figlio di Enrico, il piccolo della famiglia è un classe 2004, che ad oggi milita nelle giovanili della Fiorentina. Ancora nulli i contatti con il calcio dei grandi, nonostante il fatto che, per battere il fratello e il padre dovrebbe davvero compiere un impresa titanica.