Nuovo appuntamento con la rubrica settimanale targata 11contro11 “La famiglia nel pallone” e dedicato ai fratelli Boateng, Kevin Prince e Jerome. Centrocampista l’uno, difensore l’altro, entrambi hanno fatto le fortune dei club in cui militano e hanno militato. In particolare affascina la storia di questi due calciatori anche per quanto riguarda le vicende familiari. Entrambi, infatti, sono figli dello stesso padre, Prince, calciatore dilettante emigrato dal Ghana alla Germania per studiare amministrazione aziendale. Inoltre lo zio Robert, fratello di Prince, è stato anche titolare della Nazionale africana. Tuttavia, i fratelli Boateng nascono a Berlino a distanza di un anno l’uno dall’altro, tra il 1987 e il 1988, da due madri diverse, Christine e Martina.
La prima, madre di Kevin Prince, è anch’essa calciatrice, nonché nipote del campione del mondo con la Germania Ovest nel 1954, Helmut Rahn. Tuttavia, per mantenere lui e il fratello maggiore George decide di appendere gli scarpini al chiodo per intraprendere la professione di operaia. Il tutto nel quartiere Wedding di Berlino, ad alto tasso di criminalità e disoccupazione. La seconda invece, madre di Jerome, è una hostess, che cresce lui e la sorella Avelina, insieme a Prince, in una zona di ceto borghese. Tante differenze che hanno avuto un peso specifico non indifferente nel loro rapporto e nelle scelte di vita.
La storia dei fratelli Boateng: Kevin Prince
Kevin Prince Boateng cresce calcisticamente nell’Herta Berlino, dove esordisce tra i professionisti nella stagione 2005/2006, in Bundesliga e in Coppa Uefa, realizzando anche i primi gol, 2, e assist, 3. Il giovane centrocampista, in particolare, mostra sin da subito una grande forza fisica e agonistica, mista a dinamismo dietro le punte e anche un tiro potente da qualsiasi posizione. Tanto che, dopo due stagioni, arriva la prima chiamata importante, dalla Premier League, da parte del Tottenham, dove vince al primo colpo la Coppa di Lega inglese, attualmente Carabao Cup, ultimo trofeo della storia degli spurs, finora.
Successivamente, Boateng vive altre due esperienze fra Germania e Inghilterra, rispettivamente al Borussia Dortmund e al Portsmouth. Nello specifico, nel periodo del prestito semestrale in maglia giallonera, dal gennaio 2009, Kevin Prince si fa notare, in negativo, per un duro intervento su un avversario che gli costa quattro turni di squalifica. Non ha migliore fortuna neanche al ritorno oltremanica: la sua squadra, infatti, centra la finale di FA Cup, ma la perde contro il Chelsea, anche a causa di un rigore fallito proprio dal centrocampista.
La consacrazione al Milan e la peregrinatio in giro per l’Europa
L’anno decisivo per la carriera di Kevin Prince Boateng è senza dubbio il 2010. Da una parte, infatti, fa scalpore la decisione di giocare il Mondiale in Sudafrica con la maglia del Ghana, avendo la doppia cittadinanza, pur non essendoci mai stato. Un’esperienza importante terminata col raggiungimento dei quarti di finale, persi contro l’Uruguay dopo i tempi supplementari. Dall’altra il passaggio all’ambizioso Milan allenato da Massimiliano Allegri. Sotto la guida del tecnico livornese, il numero 27 dà il meglio di sé dietro l’attacco guidato da Zlatan Ibrahimovic. E con un contributo di 3 gol e 3 assist in 34 presenze tra le varie competizioni, centra la vittoria dello Scudetto al primo colpo, il 18° della storia rossonera.
Dopo aver soffiato ai rivali cittadini dell’Inter anche la Supercoppa Italiana, Boateng resta all’ombra della Madonnina altre due stagioni, arricchendo il proprio score con altri 14 gol e 12 assist ma senza vincere altri trofei. Nel 2013, allora, torna in Bundesliga, allo Schalke 04. A Gelsenkirchen, tuttavia, piomba nuovamente in un limbo di prestazioni discontinue, tanto da essere messo fuori rosa dalla società per comportamento non professionale. Di conseguenza, fa ritorno al Milan, prima per allenarsi e poi per riprendere definitivamente a giocare, nel gennaio del 2016, fino alla scadenza del contratto, l’estate successiva. Perciò, da svincolato, si accasa al Las Palmas, neopromosso in Liga spagnola, per vivere una nuova avventura.
Nelle isole Canarie, giunto ormai ai trent’anni, Kevin Prince vive una nuova giovinezza. Infatti, il trequartista realizza 10 gol che consentono agli uomini in maglia gialla di raggiungere l’obiettivo salvezza. Questa stagione risulta cruciale per il raggiungimento di due personali primati. Il primo è quello succitato di gol stagionali. Il secondo, quello di essere diventato l’unico giocatore in attività ad aver segnato in quattro dei cinque principali campionati europei. Successivamente veste le maglie di Eintracht Francoforte, Sassuolo, Barcellona, Fiorentina e Besiktas, totalizzando altri 15 gol e 4 assist e alternando grandi prestazioni ad altre più in sordina.
La storia dei fratelli Boateng: Jerome
Pur giocando in un ruolo diverso, la carriera di Jerome Boateng, il più giovane dei fratelli, ha preso una piega completamente diversa da quella di Kevin Prince. Anche il difensore, infatti, fa la gavetta nelle giovanili e nella prima e seconda squadra dell’Herta Berlino, giocando anche insieme al fratellastro. L’esordio tra i professionisti, tuttavia, avviene nel gennaio 2007, prima di accasarsi all’Amburgo l’estate successiva. In tre stagioni Boateng comincia a sviluppare tutte le proprie doti tecniche e fisiche in maniera consistente, totalizzando anche 3 gol e ben 9 assist. E, nel frattempo, si consuma lo strappo col fratellastro, proprio nel famigerato anno 2010. Il tutto in coincidenza con la decisione di Kevin Prince di indossare la casacca del Ghana al posto di quella della Germania.
Nella già citata finale di FA Cup tra Portsmouth e Chelsea, il centrocampista compie un bruttissimo fallo su Michael Ballack, elemento chiave dei blues e proprio della Nazionale tedesca, che subisce una lesione ai legamenti della caviglia. Di conseguenza, l’ex numero 13 è costretto a rinunciare a Sudafrica 2010, dove avrebbe dovuto affrontare, tra le altre, anche il Ghana di Boateng. In molti gridano alla premeditazione, e al coro si aggrega anche Jerome, già deluso dalla decisione di Kevin Prince di rinunciare alla maglia della Germania. Di conseguenza, in occasione di quel match, i due non vanno oltre la semplice stretta di mano di rito, all’inizio, ufficializzando, di fatto, la crisi familiare.
Dopo la rassegna iridata africana, arriva per il difensore un’importante chiamata dalla Premier League, più precisamente dal Manchester City di Roberto Mancini. Nell’unica stagione giocata all’Emirates Stadium totalizza 24 presenze tra le varie competizioni. A fine anno, poi, vince il suo primo trofeo da professionista, quella FA Cup che un anno prima il fratello maggiore aveva solo sfiorato.
L’apoteosi, personale e non solo, raggiunta col Bayern Monaco e con la Nazionale tedesca
Tuttavia, a fine anno, arriva un’altra offerta irrifiutabile per Jerome, nuovamente dalla Bundesliga: quella del Bayern Monaco. In terra bavarese il roccioso centrale riesce a imporsi sin da subito, e il resto altro non è che storia recente. A livello personale vanta un premio come calciatore tedesco dell’anno 2016, oltre a uno score di 10 reti e 25 assist dal 2011 ad oggi.
Ciò che più risalta, tuttavia, sono i trofei messi in bacheca con la maglia rossa addosso: 8 Bundesliga, 5 Coppe di Germania e altrettante Supercoppe e soprattutto 2 Champions League, nel 2013 e nel 2020, che hanno portato a 2 Supercoppe Europee e 2 Mondiali per club. Come se non bastasse, Jerome Boateng ha confermato la sua fama di vincente anche con la tanto amata maglia della Germania, con cui ha vinto un Europeo Under-21 nel 2009 e soprattutto il Mondiale di Brasile 2014, il quarto nella storia dei tedeschi.
I fratelli Boateng oggi: dalla pace fatta alle numerose vicende extra-campo
Col tempo, i fratelli Boateng hanno sotterrato l’ascia di guerra, tornando ad avere un buon rapporto, e questa è sicuramente la migliore delle notizie, per entrambi e le rispettive famiglie. Attualmente Kevin Prince gioca col Monza di Silvio Berlusconi, in Serie B, che ambisce all’approdo in massima serie. Tuttavia, continua a far notizia anche per gli atteggiamenti fuori dal campo. È notizia di pochi giorni fa, infatti, quella secondo cui lui e altri sette compagni si siano recati a Lugano per giocare al casinò dopo l’allenamento. Una leggerezza che, in base alle normative anti-covid, è costata la quarantena obbligatoria a tutti loro, nonché la mancata disputa del delicato match contro la Salernitana.
Sulla cronaca rosa, inoltre, ha fatto notizia la cessazione della relazione con l’ormai ex moglie nonché soubrette Melissa Satta. Dall’unione tra i due, nel 2014, è nato il piccolo Maddox Prince. Questa, tuttavia, è solo la seconda relazione duratura del centrocampista, che aveva già contratto, nel 2007, un altro matrimonio, con la ragazza tedesca di origini italiane Jenny, dalla quale, nel 2008, aveva avuto un altro figlio, Jermaine-Prince.
Le ombre sulla vita privata di Jerome
Vita sentimentale certamente movimentata anche per Jerome, il quale invece ha avuto due gemelle, Lamia e Soley, dall’ex compagna Sherin Senler. Quest’ultima, in particolare, non solo ha deciso di lasciarlo per l’acclarata infedeltà, ma anche di denunciarlo per violenza domestica. Altre vicende mai chiarite si uniscono a questa. In primis la nascita di un terzo figlio da una donna della quale non si conosce l’identità. Ma soprattutto, lo scorso febbraio, il suicidio da parte della sua ultima compagna, Kasia Lenhardt, proprio una settimana dopo la rottura tra i due.
Anche in quest’ultimo caso è stata aperta un’indagine che coinvolge anche il difensore per violenza, in quanto sul corpo della ragazza è stata rinvenuta una precedente lesione all’orecchio. Tante ombre sulla vita privata, quindi, alle quali si aggiunge la presunta decisione, da parte del Bayern, di non rinnovargli più il contratto. Cosa che ha contrariato e non poco l’attuale tecnico Hans-Dieter Flick, il quale, dopo la rottura col direttore sportivo Hasan Salihamidzic, lascerà i bavaresi a fine stagione. Un’esistenza certamente ricca e movimentata, quindi, per i fratelli Boateng, con la speranza che entrambi possano trovare la giusta serenità anche fuori dal campo.