Dopo un breve periodo di pausa, riprende la consueta rubrica targata 11contro11 “La famiglia nel pallone”, che nell’appuntamento odierno ripercorre e analizza le gesta sportive di Gianluca e Mattia Pagliuca. Celeberrimo portiere, su tutte, di Sampdoria, Inter, Bologna e Nazionale italiana il primo, giovane attaccante voglioso di ripercorrere le orme del padre il secondo, anche se in un ruolo diverso. Accomunati entrambi dalla passione per il calcio, che come sempre dimostra di essere molto più di un semplice sport.
Gianluca e Mattia Pagliuca: la carriera del padre
Gianluca Pagliuca, padre di Mattia, nasce il 18 dicembre 1966 a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Proprio il capoluogo emiliano fa da culla ai primi passi sul rettangolo verde del giovane calciatore, che sin da subito comprende di avere una naturale propensione per difendere i pali della propria squadra, dopo aver provato diversi ruoli nella Polisportiva Ceretolese, squadra del proprio paese, e al Casteldebole poi. Quella nelle giovanili rossoblù, tuttavia, è solo una breve parentesi che fa da apripista alla prima, vera tappa della sua carriera: la Sampdoria. Stimato molto dal preparatore dei portieri Pietro Battara e dal tecnico Vujadin Boskov, l’estremo difensore ha modo di emergere in maniera graduale, diventando sempre più protagonista nell’undici di base.
In particolare Pagliuca spicca per le doti fisiche e tecniche, ma anche per essere uno dei precursori del portiere moderno, capace di giocare la palla con i piedi quasi come quello che una volta era definito “libero”. La crescita nella compagine ligure coincide con importanti successi, quali le 3 Coppe Italia vinte nel 1988, 1989 e 1994 e la Coppa delle Coppe del 1990, intervallate da quelli ancora più prestigiosi dello Scudetto e della Supercoppa Italiana del 1991. L’anno successivo, poi, la Sampdoria rischia di coronare il cammino in maniera definitiva, centrando un leggendario successo nell’allora Coppa dei Campioni. Il sogno, tuttavia, si infrange proprio nell’ultimo atto allo stadio Wembley di Londra, nella sconfitta ai tempi supplementari per mano del Barcellona, decisa da un bolide imparabile anche per lui di Ronald Koeman.
La Nazionale e l’Inter, tra gioie e dolori
L’esperienza doriana sintetizza perfettamente la carriera di Gianluca Pagliuca, anche nelle tappe successive. Il tutto approcciandosi e diventando punto fermo anche della Nazionale italiana, con la quale disputa i Mondiali di USA 1994, sotto la guida di Arrigo Sacchi. Il cammino negli States è decisamente esaltante e la formazione azzurra sembra poter centrare l’impresa del quarto titolo iridato, ma anche in questo caso risulta fatale l’ultimo atto della competizione. Nella finale contro il Brasile, infatti, regna l’equilibrio, e anche l’estremo difensore rischia grosso, lasciandosi sfuggire una palla velenosa che per sua fortuna sbatte sul palo e gli ritorna tra le braccia. Alla fine, tuttavia, la lotteria dei rigori premia la selezione verdeoro, e per Pagliuca e compagni arriva una delusione cocente, che non riusciranno a riscattare neanche negli anni immediatamente successivi.
Un’altra scolta per la carriera del portiere arriva nello stesso anno del Mondiale, con il passaggio all’Inter in cambio di 8 miliardi di vecchie lire e dei cartellini di un altro grande numero 1 come Walter Zenga e Riccardo Ferri. Anche in nerazzurro, nonostante gli anni difficili, l’ex Sampdoria riesce a far emergere tutta la propria qualità, ma gli anni difficili dovuti agli avvicendamenti societari e a diverse vicende di campo e fuori dal campo, non gli consentono di raccogliere quanto avrebbe potuto. Sicuramente emblematico è l’anno 1998, nel quale sfiora il secondo Scudetto in seguito al testa a testa con la Juventus, scaturito nel famigerato episodio Ronaldo-Iuliano, e centra da protagonista un prestigioso successo in Coppa Uefa, battendo la Lazio 3-0 nella finale di Parigi.
Il ritorno a Bologna e l’ultima tappa ad Ascoli
Terminata l’esperienza in riva ai Navigli, Gianluca Pagliuca fa ritorno nella sua Bologna, col chiaro obiettivo di vivere un’altra esperienza esaltante con indosso i colori della propria città. Nel capoluogo emiliano le annate vanno oltre le più rosee aspettative, in Italia, con lotte addirittura per i piani alti, e anche in Europa, con il portiere che si rende protagonista in Coppa Uefa e soprattutto in Coppa Intertoto. In questa competizione, infatti, i rossoblù arrivano in finale contro il Fulham, ma ancora una volta arriva per l’ex Inter una delusione, con la sconfitta per 3-1 in trasferta dopo il 2-2 casalingo.
La permanenza a Bologna si protrae fino al 2006, con i felsinei che nel frattempo subiscono anche l’onta della retrocessione in Serie B, e Pagliuca saluta dopo aver cercato di riportare il club nuovamente in massima serie. Palcoscenico, quest’ultimo, che torna a calcare con un’ultima maglia, quella dell’Ascoli, a 40 anni ormai compiuti. Anche in questo caso però, pur mettendo in campo sempre tanta grinta ed esperienza, il campo decreta un’altra retrocessione, che tuttavia non cancella tutto ciò che è stato analizzato e ricordato finora, ovvero una carriera vissuta sempre in pieno, all’insegna di tante soddisfazioni e trofei.
Pagliuca padre e figlio: cosa fa oggi Gianluca e la carriera di Mattia
Nel periodo in cui militava nel Bologna, e più precisamente il 25 aprile 2002, Gianluca Pagliuca ha vissuto fuori dal campo una delle gioie più belle; la nascita del figlio Mattia. Sin da piccolo quest’ultimo dimostra una grande passione per il calcio e sin da subito inizia a giocare, compiendo tutta la trafila del settore giovanile rossoblù, con lo scopo di ripercorrere le orme del padre ma in un ruolo diverso.
Inizialmente, infatti, viene impiegato come mezzala, ma viste le ottime doti in proiezione offensiva tutti gli allenatori incrociati lo impiegano anche come trequartista e attaccante, e lui ripaga collezionando i primi gol e assist. Una serie di prestazioni che, nell’estate del 2022, gli valgono la prima chiamata importante, in Serie C, da parte dell’Imolese, dove gioca tutt’ora, con buona continuità e migliorando giorno dopo giorno.
Il tutto sotto lo sguardo attento e appassionato di papà Gianluca, che col calcio non ha mai smesso pur avendo appeso i guantoni al chiodo. Dapprima, infatti, ha ricoperto il ruolo di opinionista per diverse emittenti televisive, e poi ha intrapreso la carriera di allenatore in varie formazioni giovanili, fino a ricoprire il ruolo di allenatore dei portieri della Primavera del Bologna.
Nel frattempo, poi, ha investito anche in un altro pallone, quello da basket della Virtus, nella quale successivamente diventa socio di minoranza. Il tutto sempre all’insegna della passione illimitata che ha unito lui e Mattia, con la speranza che il futuro possa riservare sempre più gioie e soddisfazioni.