La consueta rubrica targata 11contro11, “La famiglia nel pallone”, continua il proprio excursus di appuntamenti dedicato ad alcune celebri coppie di fratelli del mondo del calcio. Dopo aver analizzato le imprese sportive, e non, dei fratelli Xhaka e Cannavaro, oggi tocca ai fratelli Hernandez, Theo e Lucas, nati a distanza di un anno l’uno dall’altro, 1997 il primo, 1996 il secondo. Ciò che li accomuna, senza ombra di dubbio, è un innato talento nel proprio lavoro, agendo da terzini di grande corsa e spinta. L’esplosività anche in proiezione offensiva, la qualità nel palleggio e la grinta sono le caratteristiche che ne hanno fatto due punti fermi dei rispettivi club, Milan e Bayern Monaco, nonché della Nazionale francese.
Il talento, d’altro canto, è anche una questione di ereditarietà. Il padre dei fratelli Hernandez, Jean-François, infatti, ha giocato a calcio a livelli importanti tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei 2000. Dal Tolosa al Rayo Vallecano, passando per Sochaux, Olympique Marsiglia, Compostela e Atletico Madrid, Hernandez senior è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, nel ruolo di difensore. Non si può dire certo lo stesso, tuttavia, dal punto di vista genitoriale, in quanto ha abbandonato la propria famiglia quando Lucas e Theo erano molto piccoli. Un trauma, a detta dei diretti interessati, superato col tempo, proprio grazie alla mamma Laurence Py, che li ha aiutati a coltivare la propria passione, facendone il lavoro della vita.
La storia dei fratelli Hernandez: Lucas
Come accennato, il maggiore dei fratelli Hernandez è Lucas, nato il 14 febbraio 1996 a Marsiglia. I primi passi sul rettangolo verde li muove nelle fila del Rayo Majadahonda, prima di essere adocchiato e prelevato, a soli 11 anni, dall’Atletico Madrid, club in cui, tra l’altro, aveva giocato il padre, solo pochi anni prima. Su diversi siti internet, infatti, è possibile trovare una foto che ritrae il confronto tra i due, che hanno avuto la possibilità di giocare insieme a una bandiera dei colchoneros come Fernando Torres.
Proprio con la maglia biancorossa il giovane Hernandez ha la possibilità di mettere in mostra tutte le proprie qualità. Dal 2014 in poi comincia a scalare le gerarchie, diventando il titolare nella retroguardia di Diego Pablo Simeone. In totale colleziona 110 presenze, condite da un gol e 4 assist, vincendo l’Europa League e la Supercoppa Europea nel 2018. Un’annata particolarmente ricca per il terzino francese, che proprio con la maglia dei blues si afferma ai vertici nella rassegna Mondiale di Russia, risultando tra i principali protagonisti della vittoria della competizione.
Appare evidente come, almeno in fase realizzativa, il contributo sia stato minimo, ma allo stesso tempo rappresenta uno dei fedelissimi del tecnico argentino e del commissario tecnico Didier Deschamps, per rendimento e non solo. Proprio per questo il Bayern Monaco, nel 2019, decide di investire ben 80 milioni di euro su di lui. Una cifra non solo esagerata, ma la più alta mai sborsata dal club bavarese.
Lucas Hernandez oggi: i guai con la giustizia e i successi al Bayern Monaco
Anche in terra tedesca il maggiore dei fratelli Hernandez conferma tutte le proprie qualità, contribuendo alla vittoria di diversi trofei. In particolare, spicca il Treble del 2020, con la vittoria di Bundesliga, Coppa di Germania e Champions League. A questi si aggiungono la Supercoppa di Germania, la Supercoppa Europea e il Mondiale per Club nello stesso anno, oltre a un altro campionato e Supercoppa nazionali, quelli del 2021. Il resto è storia recente, col giocatore impegnato su più fronti, per vincere ancora.
Tra tante soddisfazioni personali, Lucas Hernandez ha vissuto alche altre vicende extra-calcistiche non proprio piacevoli. Nel 2017, infatti, la moglie Amelia Ossa Llorente l’ha denunciato per violenza domestica, col calciatore che ha rischiato più di una volta il carcere, avendo anche violato un’ordinanza restrittiva decisa dal giudice. Alla fine dell’iter giudiziario, tuttavia, il terzino del Bayern Monaco è riuscito ad ottenere una sospensione dell’ordine di reclusione con un’ammenda di 96.000 euro.
La storia dei fratelli Hernandez: Theo
Nato sempre a Marsiglia a un anno di distanza da Lucas, il minore dei fratelli Hernandez, anche Theo inizia a prendere confidenza col prato verde nel Rayo Majadahonda prima e nell’Atletico Madrid poi. L’esordio tra i professionisti avviene proprio nella selezione B dei colchoneros, prima di trasferirsi in prestito all’Alaves, in Primera Division, dove trova il suo primo gol. Il secondo, addirittura, arriva nella finale di Coppa di Spagna persa 3-1 contro il Barcellona. Le caratteristiche di Theo sono simili a quelle di Lucas, ma sin da subito si intuisce che lui abbia una maggiore propensione a cercare la porta.
Proprio in base a quanto detto, il Real Madrid decide di fare un investimento importante su di lui, pagando la clausola rescissoria di 30 milioni di euro. I blancos stanno vivendo stagioni sempre vincenti in Spagna e in Europa, e trovare spazio tra i titolari è impresa ardua. Tant’è che, pur avendo racimolato diverse presenze, il club decide di mandare il terzino francese ad accumulare maggiore minutaggio nella Real Sociedad. Non prima di aver messo in bacheca la “duodecima” Champions League e la Supercoppa Europea.
L’esperienza nel club di Donostia-San Sebastián dura appena una stagione, ma è più che sufficiente per trovare la giusta continuità nelle proprie prestazioni. Inoltre riesce a realizzare un gol e 2 assist. Numeri non altissimi, ma sufficienti per attirare l’attenzione di un club prestigioso ma che sta vivendo stagioni difficili come il Milan, che lo preleva in prestito dai “galacticos”.
Theo Hernandez oggi: l’esperienza rossonera e la Nazionale ritrovata
L’impatto di Theo Hernandez sul Milan è stato sin da subito dirompente. Nonostante le difficoltà della squadra, infatti, il terzino sinistro dimostra sin da subito di trovarsi a proprio agio nel campionato italiano. L’avvicendamento in panchina tra Marco Giampaolo e Stefano Pioli, poi, fa tutto il resto. Il tecnico rossonero infatti, dopo un primo periodo di assestamento, riesce a risollevare le sorti della squadra, che dopo lo stop imposto dal lockdown per la pandemia da covid-19 comincia a spiccare il volo. E il suo numero 19, manco a dirlo, è uno dei protagonisti indiscussi. Un feeling che decide di consolidare, rimanendo a Milano a titolo definitivo.
Le statistiche dicono che, nelle sue prime due stagioni all’ombra della Madonnina, Theo Hernandez è diventato per distacco il miglior terzino sinistro della Serie A e non solo. Per lui, inoltre, anche 15 gol e 13 assist tra le varie competizioni, dove il Milan è finalmente tornato a competere ai vertici. Prestazioni che non sono passate inosservate al c.t. della Francia Didier Deschamps. L’allenatore transalpino, infatti, aveva “perso di vista” l’ex Real Madrid per diverso tempo, arrivando persino a non convocarlo per Euro 2020. Situazione nettamente cambiata dopo il fallimento dei blues in questa competizione.
Con l’incombente fase finale di Nations League alle porte, Deschamps decide di puntare anche su Theo Hernandez, riunendo di fatto i fratelli in Nazionale. Una scelta subito ripagata dal terzino rossonero, col gol decisivo nella semifinale contro il Belgio. A fine competizioni è trionfo francese contro la Spagna, con la selezione d’oltralpe che diventa la prima selezione a vincere tutti i trofei internazionali mai disputatisi: Mondiale, Europeo, Confederations Cup e Nations League. Il tutto anche nel segno dei fratelli Hernandez, pronti a vincere ancora molto.