La famiglia nel pallone: i fratelli Inzaghi

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Torna puntuale, come ogni Giovedì che si rispetti, la rubrica “La famiglia nel pallone”, targata 11contro11. Sotto la lente di ingrandimento ci sono i fratelli Inzaghi, rispettivamente Filippo e Simone. Due calciatori prima e due allenatori poi, in grado di lasciare il segno ed evidenziare le proprie qualità. Due uomini prima di due professionisti, i quali hanno vissuto – e ancora stanno vivendo – a pieno la loro vita in quel rettangolo verde, inizialmente come attaccanti e in un secondo momento in qualità di mister, seduti in panchina. Attualmente allenano Benevento e Lazio, ma da giocatori hanno vestito non poche maglie, anche se sono ricordati maggiormente con la maglia rossonera (Pippo) e quella biancoceleste (Simone), a dimostrazione della loro grandissima carriera calcistica.

I fratelli Inzaghi: le prime esperienze di Filippo

Come i fratelli Tedesco ed i fratelli Lucarelli, anche gli Inzaghi – Filippo il più grande e Simone il più piccolo – hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del calcio.

Nato a Piacenza il 9 Agosto 1973, Filippo Inzaghi – detto Pippo – muove i suoi primi passi proprio con il Piacenza, esordendo il 18 Agosto 1991, nel match di ritorno di Coppa Italia nel primo turno contro il Modena. In quella stagione arriva anche il suo debutto in Serie B, senza però trovare la via del gol. Nel complesso appena tre apparizioni. A fine stagione la compagine emiliana preferisce mandarlo in prestito al Leffe, in Serie C1, così da farsi un po’ le ossa. Qui, il giovanissimo Filippo, trova più spazio – nonostante partisse inizialmente da riserva – e totalizza 21 presenze e 13 reti.

Nel 1993, a 20 anni, viene mandato in prestito all’Hellas Verona, in cadetteria. Qui viene per la prima volta chiamato “Superpippo“, nome che lo caratterizzerà per tutta la sua carriera. Con gli scaligeri segna 13 gol in 36 gettoni, mettendo finalmente in mostra il suo gran potenziale. Motivo per il quale, nella stagione 1994/1995, viene richiamato a gran voce dal Piacenza, club con il quale centra la promozione in Serie A, grazie ai suoi 15 gol in 37 presenze.

La famiglia nel pallone: i fratelli Inzaghi

La chiamata di un gran club, sempre emiliano, è però dietro l’angolo e, per questo Filippo Inzaghi si trasferisce – per 5,9 miliardi di lire – al Parma, iniziando la sua avventura in Serie A.

Tra Parma, Atalanta e Juventus

È il 1995 quando Pippo Inzaghi approda in terra parmigiana. La Serie A è un banco di prova molto importante per l’attaccante piacentino che esordisce contro l’Atalanta il 27 Agosto di quell’anno, già nella prima giornata di campionato. Nel mese di Novembre – durante la sessione di mercato invernale – il giocatore classe ’73 sembra ad un passo dal Napoli e, nel match di Coppa delle Coppe contro l’Halmstad, Inzaghi realizza il gol dopo appena un minuto, per una partita che si concluderà 4-0 in favore dei ducali. Sembrava fosse un “addio” già annunciato, ma il passaggio in terra campana sfumò all’ultimo, facendo diventare Pippo l’idolo dei tifosi.

Il 29 Ottobre, in un rocambolesco 3-2, segna il gol vittoria contro il Piacenza, ex squadra e città in cui è nato e cresciuto, segno che il calcio, a volte, è proprio strano e, per certi versi, ingiusto. Qualche mese più tardi, a causa di un infortunio al piede durante un’amichevole, Filippo Inzaghi rimane fermo per circa 90 giorni. Sono appena 4 i gol messi a segno, in 22 apparizioni.

L’estate del 1996 passa all’Atalanta, rimanendo sempre in Serie A. Qui ne diventa punto di riferimento, ottenendo anche il titolo di capocannoniere del campionato, grazie a 24 reti in 33 match. Il 9 Marzo 1997 segna anche la sua prima tripletta, ai danni della Sampdoria.

Il salto di qualità arriva nell’estate del 1997 quando viene acquistato, per 20 miliardi di lire, dalla Juventus, in cui vi rimarrà per quattro stagioni. C’è un po’ di preoccupazione da parte dei tifosi, che vede la coppia Inzaghi-Del Piero non adatta a giocare insieme. Ma i due campioni, in poco tempo, fanno ricredere tutti, segnando complessivamente 59 gol (27 Inzaghi, 32 Del Piero).

Con i bianconeri Filippo Inzaghi diviene un punto di riferimento, nonostante i suoi 24 anni. La squadra, anche nei momenti di difficoltà, non può fare a meno di lui e ben presto anche i tifosi si rendono conto della sua classe ed eleganza.

In quattro stagioni, Superpippo gioca 165 partite e realizza 89 gol, una media non così scontata. Può vantare non pochi trofei, tra campionato e coppe europee.

Filippo e l’arrivo al Milan

Nel 2001 giunge al Milan, con il club rossonero sarà amore a “prima vista”, tanto che con la società lombarda giocherà ben 11 stagioni, fino al suo ritiro. Viene acquistato per 70 miliardi di lire all’età di 28 anni, dando subito dimostrazione delle qualità offensive, segnando all’esordio contro il Brescia, il 26 Agosto.

Da lì in poi diventerà uno dei protagonisti del dominio del Milan, vincendo e segnando in lungo e in largo, tra Serie A e Champions League, riuscendo così ad ottenere moltissimi successi, sia di squadra che individuali. In quegli anni diviene un punto fermo anche per la nazionale, grazie alla sua capacità di segnare e farsi trovare al posto giusto nel momento giusto, eludendo spesso e volentieri il fuorigioco.

In ben undici stagioni, ne sono passati di calciatori al Milan, ma Filippo Inzaghi è rimasto un punto fermo della squadra e della società. Idolo dei tifosi – anche avversari – capace di punire chiunque con quei gol da attaccante vero, sul filo del fuorigioco. Dalla doppietta al Real Madrid, ai numerosi gol che hanno permesso al club rossonero di vincere tutto, dallo scudetto alla Champions League.

La famiglia nel pallone: i fratelli Inzaghi

L’impatto di Pippo con la casacca del Milan non si può nemmeno descrivere, perché l’attaccante classe ’73 ha collezionato 300 presenze, impreziosite da 126 gol, quasi tutti pesantissimi. L’incubo di ogni allenatore avversario, Superpippo è riuscito a mettersi in mostra, lasciando un segno indelebile nel cuore dei tifosi rossoneri, e anche dei tifosi azzurri, i quali non dimenticano il Mondiale 2006.

Insomma, seppur non perfetto tecnicamente, le sue grandissime doti – e la sua sconfinata classe – non sono passate inosservate, tanto da essere apprezzato come professionista e come uomo.

Il suo ritiro arriva l’11 Maggio 2012, con un totale di 623 presenze e  291 reti messe a segno. Sono invece 25 i sigilli con l’Italia, in ben 57 apparizioni.

Il palmarès

Ad evidenziare, ulteriormente, il suo talento è un palmarès ricchissimo e, per certi versi, anche troppo “scarno” per ciò che Pippo Inzaghi ha dato al calcio.

Di seguito il palmarès:

  • 1 Campionato Serie B (Piacenza)
  • 3 Supercoppa italiana (1 Juventus – 2 Milan)
  • 3 Campionato italiano (1 Juventus – 2 Milan)
  • 1 Coppa Italia (Milan)
  • 1 Coppa Intertoto UEFA (Juventus)
  • 2 UEFA Champions League (Milan)
  • 2 Supercoppa UEFA (Milan)
  • 1 Coppa del mondo per club (Milan)
  • 1 Europeo U-21 1994
  • 1 Mondiale 2006

Per i riconoscimenti individuali, si possono menzionare:

  • Capocannoniere della Serie A, con 24 gol (1996/1997)
  • 2 Oscar del calcio AIC/Gran Galà del calcio AIC: miglior giovane (1997); premio alla carriera (2012)
  • Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea” (2007)
  • Miglior giocatore della finale di Champions League (2007)
  • 1 Globe Soccer Awards
  • Premio Nazionale Andrea Fortunato.

Tra Juventus e Milan – con la parentesi nazionale – l’ex attaccante piacentino è entrato nella storia di questo sport, grazie ad una carriera esemplare. Una vera e propria bandiera, un esempio da seguire, in grado di farsi valere e ricordare da tutti, nonostante un fisico asciutto e caratteristiche tecniche non troppo eclatanti, ma grazie ad un fiuto del gol inverosimile. Ad aggiungersi, intelligenza tattica e senso del dovere e del sacrificio.

I fratelli Inzaghi: le prime esperienze di Simone

Dall’altra parte, si trova Simone, nato anch’egli a Piacenza, il 5 Aprile 1976. I suoi primi passi, proprio come il fratello, sono stati con la maglia del Piacenza, anche se la sua gavetta si rivela più lunga e tortuosa rispetto a Superpippo. All’età di 18 anni va in prestito al Carpi, anche se di stagione in Serie C ne farà diversa. Dopo il Carpi infatti – con il quale colleziona 9 presenze – passa al Novara e poi al Lumezzane, entrambe in Serie C2. Con la prima trova 4 gol in 23 apparizioni, con la seconda 6 reti in 23 presenze. Breve esperienza anche con il Brescello, segnando 10 gol in 21 gettoni.

Il “periodo di prova” è finalmente concluso e Simone ritorna in terra piacentina nell’estate del 1998, pronto a disputare la stagione in Serie A. Da buon attaccante, trova il giusto feeling con il gol, realizzando infatti 15 reti in 30 apparizioni.

La sua avventura con la maglia della sua città finisce prima di ciò che si aspettasse, frutto anche di un’importantissima chiamata, quella della Lazio, squadra che milita in Serie A e crede nel talento di Simone Inzaghi, giocatore di prospettiva.

Gli anni alla Lazio

Dalla stagione 1999/2000 Simone vestirà la maglia biancoceleste, compagine con la quale esploderà definitivamente, mettendo in mostra la sua gran classe. Nella prima stagione, si mette maggiormente in mostra in Champions League, segnando 9 gol in 11 apparizioni, soltanto 7 i gol in campionato, in 22 presenze. Menzione d’onore per il poker inflitto al Marsiglia, il 14 Marzo del 2000, in Champions League (finita poi 5-1). Dopo la prima avventura, con la maglia biancoceleste può già festeggiare tre trofei, ovvero Supercoppa italiana, Coppa Italia e Scudetto. Supercoppa UEFA arrivata il 1999, nel momento in cui entra a far parte del club capitolino.

Le stagioni successive non sono molto convincenti a livello realizzativo, a causa dello scarso utilizzo. Infatti, nel 2005 viene mandato in prestito alla Sampdoria, rimanendovi pochissimi mesi e collezionando appena 7 apparizioni. Torna così alla Lazio per altre due stagioni, ma gioca appena in 14 occasioni, perdendo ormai il feeling con la rete. Nella stagione 2007/2008 arriva, sempre in prestito, in maglia atalantina ma anche qui, non riesce a trovare la via del gol.

Nel 2008 rientra in casa Lazio, per quelle che saranno le sue ultime due stagioni da calciatore. Poco impiegato, annuncia il suo ritiro già il 22 Maggio 2010, a 34 anni. Ciononostante, diviene l’undicesimo marcatore dei biancocelesti, con 55 gol messi a segno in 196 apparizioni.

Il palmarès

Nonostante gli anni travagliati, l’ex attaccante classe ’76 si è tolto non poche soddisfazioni con la casacca della Lazio, vincendo e trionfando.

Di seguito, il palmarès di Simone Inzaghi:

  • 2 Campionato Serie C2 (Novara – Lumezzane)
  • 1 Campionato italiano (Lazio)
  • 3 Coppa Italia (Lazio)
  • 2 Supercoppa italiana (Lazio)
  • 1 Supercoppa UEFA (Lazio)

Come riconoscimento individuali, c’è il “Premio Nazionale Andrea Fortunato“. In più, è anche capocannoniere della Lazio in Coppe europee, con 20 reti.

A differenza del fratello maggiore, Simone non ha avuto la stessa carriera, sia con i club che con la nazionale (dove vanta appena 3 apparizioni), ma si è preso una rivincita in qualità di allenatore.

I fratelli Inzaghi: la vita da allenatori

Come spesso accade, quando si appendono gli scarpini al chiodo, è difficile non continuare a vivere l’ebbrezza di calcare i campi di calcio. I due fratelli Inzaghi infatti, dopo le rispettive carriere – completamente diverse – si sono tuffati in una nuova avventura, che li vede nelle vesti di allenatori. Entrambi, in questo momento, allenano in Serie A.

Filippo Inzaghi siede sulla panchina del Benevento, dopo una breve – ma non riuscita – parentesi con il Milan, seguita dalla gavetta con il Venezia, tra Lega Pro e Serie B. Qualche mese appena con il Bologna, prima di trovare la sua dimensione, con il club campano. Dal 2019 al 2021, partendo dalla cadetteria e lottando, fino alla fine, per rimanere in Serie A, dopo aver centrato la promozione.

Per Simone Inzaghi, il ruolo da allenatore calza a pennello. Iniziato con la Lazio nell’Aprile del 2016, in biancoceleste ha ottenuto non pochi successi: è infatti l’allenatore con più presenze nella storia del club; in più è l’unico ad aver vinto vinto Coppa Italia e Supercoppa italiana con la Lazio, sia da calciatore che da mister.

Finora con i biancocelesti ha vinto:

  • 2 Coppa Italia Primavera
  • 1 Supercoppa Primavera
  • 2 Supercoppa italiana
  • 1 Coppa Italia.

Entrambi in piena corsa per i diversi obiettivi, Filippo per la salvezza del Benevento, Simone per un posto in Champions League, in modo da puntare sempre più in alto con la società che, in fin dei conti, ha creduto in lui, prima come giocatore e poi come allenatore.

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