La consueta rubrica targata 11contro11 “La famiglia nel pallone” torna con un nuovo appuntamento, dedicato a un’interessante coppia padre-figlio: Lars ed Emil Bohinen. Ex centrocampista e attualmente allenatore, il primo ha vissuto una parentesi importante della propria carriera nel Paese natio, la Norvegia, prima di collezionare importanti esperienze in Svizzera e soprattutto in Premier League. Decisamente più celebre in Italia il secondo, che dopo aver giocato le prime stagioni da professionista sempre in Norvegia e poi in Russia, ha deciso di accasarsi alla Salernitana, diventando uno dei principali protagonisti della storica salvezza in massima serie dello scorso anno.
Lars ed Emil Bohinen: la carriera del padre
Lars Bohinen, padre di Emil, nasce l’8 dicembre 1969 a Vadso, nella Norvegia settentrionale. Una città, questa, che ha dato i natali anche al cugino Sigurd Rushfeldt, attaccante affermatosi sempre in Norvegia e anche in Austria, dove ha contribuito alla conquista di importanti trofei a livello nazionale con ben 278 gol in carriera. Che il calcio fosse nel DNA della famiglia lo si capisce anche per quanto riguarda Bohinen, che muove i primi passi sul rettangolo verde nel settore giovanile del Langnes, arrivando poi a esordire in seconda divisione con la maglia del Baerum. Passato successivamente al Lyn Oslo, trova la prima rete della propria carriera nella sfida vinta 2-1 contro l’Hodd.
Nel 1988 arriva poi un ulteriore salto di qualità, con l’acquisto del suo cartellino da parte del Valerengen, militante nella massima serie norvegese. Particolarmente memorabile l’esordio nel successo per 1-2 contro il Brann, bagnato con il suo primo gol. Dopo una breve parentesi al Viking, arriva per lui un’occasione importante, trasferendosi allo Young Boys, in Svizzera, dove totalizza 6 gol in 58 presenze prima di tornare nuovamente in patria, al Lillestrom. Nel frattempo, poi, ha modo di esordire anche con la Nazionale della Norvegia, con la quale totalizza 49 presenze e 10 reti, una delle quali inflitta all’Italia nel corso delle qualificazioni a Euro 1992. La qualità del giocatore è sempre più evidente, e infatti, dopo un lungo girovagare, arriva l’occasione del grande salto, in Inghilterra e poi in Premier League.
Gli otto anni in Inghilterra
Nel 1993 Lars Bohinen viene ingaggiato dal Nottingham Forest, blasonata compagine d’oltremanica militante in First Division e che vuole tornare presto nel massimo campionato inglese. Inutile dire che il suo impatto è sin da subito decisivo, e la squadra allenata da Frank Clark, che lo impiega in 23 occasioni e lui ricambia con un gol, centra il secondo posto alle spalle del Crystal Palace, salendo quindi direttamente in Premier League. La stagione successiva, quella dell’esordio nel campionato inglese, va anche meglio, con Bohinen che mette la propria firma su ben 6 marcature della squadra, che a fine anno finisce addirittura al terzo posto, alle spalle del Manchester United e del Blackburn Rovers, laureatosi campione.
Le prestazioni del centrocampista non passano inosservate proprio alla dirigenza del club fresco vincitore del campionato, che nel 1995 decide di portarlo alla corte di Ray Harford. Tuttavia la stagione dei Rovers non si rivela essere all’altezza della precedente e chiudono ben al di sotto della vetta della classifica, al settimo posto, con Bohinen che però si toglie la soddisfazione di bagnare il proprio esordio contro il Southampton con il gol che ha aperto le danze nel successo finale per 2-1. Anche al Blackburn totalizza altre 6 reti così come a Nottigham, prima di chiudere la lunga parentesi inglese al Derby County, dove resta fino al 2001 e saluta con una salvezza in tasca, 56 gettoni di presenza ma un solo gol all’attivo.
Le ultime esperienze in Danimarca e il ritorno in patria
Superati ampiamente i 30 anni, Lars Bohinen vive le ultime esperienza da calciatore tra Danimarca e nuovamente Norvegia. La prima di queste è quella con la maglia del Lyngby, dove rimase finché il club non dichiarò bancarotta, e la seconda è quella con Faraum, dove si accasa dopo essersi svincolato in seguito agli eventi succitati.
Queste due esperienze, tuttavia, non restano particolarmente esaltanti, e allora l’ex Derby County decide di tornare in patria, nell’ultima parte della stagione 2002-2003, dando il suo contributo con un gol alla salvezza del Valerenga. Così facendo mette fine alla propria carriera da calciatore, potendo affermare di aver vissuto esperienze variegate e ricche di piccole e grandi soddisfazioni.
Lars ed Emil Bohinen: la carriera del figlio
Proprio nel periodo in cui militava al Derby County, è più precisamente il 12 marzo 1999, Lars Bohinen è diventato padre di Emil. Nonostante ciò la propensione a seguire le orme paterne emerge in maniera chiara solo una volta tornato in Norvegia, dove cresce nel settore giovanile dello Stabaek, con cui arriva esordire anche in prima squadra a 18 anni appena compiuti, trovando poi il primo gol tra i professionisti nel 2019, in occasione della vittoria per 3-1 sul Rosenborg. La prestanza fisica e l’ottima tecnica in fase di interdizione non passano inosservate, e due anni più tardi arriva la prima importante occasione fuori dai confini nazionali, con l’ingaggio da parte del CSKA Mosca.
Con la compagine russa Bohinen riesce subito a far bene, collezionando 14 presenze tra le varie competizioni, condite da 2 reti e un assist, ma dopo neanche un anno mette gli occhi su di lui Walter Sabatini, neo-direttore sportivo della nuova Salernitana di Danilo Iervolino. Il navigato dirigente umbro inserisce anche il norvegese nella rosa di scommesse su cui puntare per centrare una proibitiva, prima salvezza in massima serie, e dopo un periodo di rodaggio riesce ancora una volta a far prevalere tutta la propria qualità, diventando titolare fisso dello scacchiere di Davide Nicola. A fine stagione i campani raggiungono lo storico traguardo e Bohinen viene confermato anche per la stagione successiva.
Lars ed Emil Bohinen: il presente di padre e figlio
Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Lars Bohinen ha intrapreso sia la strada della TV, in trasmissioni sportive e non. Tuttavia il calcio resta la sua principale occupazione, diventando dapprima il direttore sportivo del succitato Stabaek, dove inserisce il figlio Emil, e diventandone recentemente anche allenatore. Nel mezzo altre tre esperienze in questo ruolo, con Asker, Sandefjord e Aalesund, senza però mai lasciare un ricordo importante, come invece punta a fare allo Stabaek.
Sicuramente più celebre il presente di Emil, che dopo aver rimandato l’esordio in campionato per un brutto infortunio rimediato in estate, ha ricominciato ad assaggiare il campo a fasi alterne anche per scelte tecniche di Davide Nicola prima e Paulo Sousa poi. Ultimamente, tuttavia, il numero 8 della Salernitana ha ritrovato la giusta continuità, tornando a essere protagonista nell’undici titolare, alla ricerca di una nuova e importante salvezza per la compagine campana. Obiettivi diversi tra padre e figlio, accomunati dall’unica, comune passione per lo sport più seguito e praticato al mondo.