Dopo il lockdown il Milan ha avuto una forte crescita. Tra i fattori determinanti c’è stata sicuramente la rinascita di Calhanoglu, che appare solo come un lontano parente di quello visto fino alla reclusione forzata. Dalla ripresa del campionato, infatti, su 15 partite giocate ha messo a segno 9 gol e 10 assist. Statistiche degne dei migliori al mondo. Anche nell’ultima gara di Europa League contro il Bodo Glimt, il turco è stato decisivo con una doppietta e un meraviglioso assist.
La rinascita di Calhanoglu: da dove deriva?
Alcuni giocatori sentono la pressione più di altri, e questo potrebbe essere anche il caso del turco, che si ritrova a giocare divinamente, ma in uno stadio vuoto. Non possiamo sapere se è dovuto al caso o se sia un fattore fondamentale, il dato di fatto è però questo. Non tutti sanno reggere i fischi, e il Milan in questi anni ne ha sentiti parecchi, ecco che magari l’assenza di pubblico lo fa giocare con la mente più libera. Altro fattore decisivo è il cambiamento di posizione: non più largo ma dietro le punte. Qui appare molto più a suo agio, più libero tatticamente e dove la sua tecnica può esplodere, senza dover gestire la sua mancanza di passo per giocare più defilato. Non dimentichiamo poi il fattore Ibrahimovic, giocare alle spalle di un grande attaccante è sicuramente più facile. Con lo svedese tutta la squadra sembra aver assunto più personalità, e potrebbe essere stato determinante anche per Calhanoglu.
Da criticato a osannato
Abbiamo tutti bene in mente i fischi e le critiche ricevute da Calhanoglu, nonostante questo, ogni allenatore lo faceva giocare. Per molti era per mancanza di alternative, la realtà è che è sempre stato un giocatore dalla tecnica sopraffina, inserito in una squadra che però non girava. Ora il Milan gira, e il turco anche, e sta facendo esplodere tutte le sue doti. I fischi sono diventati applausi, anche se virtuali per ora, e la speranza è che mantenga questi standard altissimi.