A causa della disastrosa annata sportiva appena trascorsa, è noto ormai da mesi che nel 2020 il Pallone d’Oro non verrà conferito. Nonostante tutte le manifestazioni siano state portate a termine, gli organi del calcio han deciso di non consegnare il prestigioso titolo, con grande rammarico del polacco Lewandowski. La rivista France Football, però, non s’è potuta esimere dal consueto “valzer” di giudizi ed assegnazioni ed ha quindi selezionato, pochi giorni fa, la propria Top-11 All Time.
140 giornalisti hanno potuto compiere la scelta tra i 110 giocatori, in lizza per un posto nell’11 titolare. In base agli 8 ruoli predefiniti, gli esperti hanno schierato il “Dream Team Ballon d’Or” con un 3-4-3. Ognuno dei componenti della formazione detiene un importante record e soltanto tre di questi non hanno mai vinto il Pallone d’Oro.
Unendo gli 11 giocatori più forti della storia del calcio possiamo contare la vittoria di: 22 Champions League, 19 Palloni d’Oro e ben 12 Mondiali. Sicuramente, però, quel che balza all’occhio è che due di loro sono ancora in attività. Questo è forse il segno tangibile della grandezza di Lionel Messi e di Cristiano Ronaldo. Solitamente, infatti, si entra nel mito solo in seguito al ritiro dal calcio giocato. L’argentino e il portoghese, però, han travalicato anche questo “limite”.
Chi sono gli elementi della Top-11 All Time
Ecco la Top-11 All Time: Yashin; Cafù, Beckenbauer, Maldini; Pelè, Xavi, Matthaus, Maradona; Messi, Ronaldo, Cristiano Ronaldo.
Quella che segue è una breve rassegna delle vite e dei successi degli undici calciatori più forti della storia. Questa, dunque, vuol essere una guida riassumente le fasi salienti delle loro carriere. L’intento non vuol esser la completezza nei dettagli bensì quello di far comprendere la loro grandezza, anche all’occhio di un osservatore poco esperto.
Lev Yashin
Le vicende dell’estremo difensore sovietico sono entrate di diritto a far parte della storia dello sport. Ciò che rende speciale la carriera di questo uomo è la vittoria del Pallone d’Oro, datata 1963. Yashin è infatti l’unico portiere che, fino ad oggi, è riuscito ad ottenere questo riconoscimento. Il n°1, chiamato anche “Il Ragno Nero”, vinse un Europeo ed un’Olimpiade con la propria nazionale. Definito come un innovatore del ruolo, fu il primo a capire la propria importanza per la costruzione della manovra della squadra. Talvolta, assunse in campo la posizione di “libero”, aiutando attivamente i propri difensori. La Dinamo Mosca, sua società, non gli affidò solo la protezione della propria porta da calcio, bensì, per un anno, anche quella da hockey su ghiaccio.
In carriera disputò 812 incontri e mantenne la porta inviolata in 207 occasioni (altre fonti ne dichiarano 270). Inoltre parò dagli 86 ai 100 rigori.
Cafù
Il terzino destro brasiliano sollevò tutti i possibili trofei di squadra, durante la sua lunga carriera sportiva. Vinse 2 Coppe del Mondo con il Brasile, nel 1994 e nel 2002. Diventò capitano della selezione verde-oro e primatista per numero di presenze (142). Inoltre, dopo l’approdo in Europa alla Roma, il difensore passò al Milan e, nel 2007, trionfò nella finale di Champions League ad Atene.
Inserito nella Top-11 All Time perché considerato uno dei più grandi interpreti del proprio ruolo, Cafù venne soprannominato “Pendolino” per la sua grande propensione e dedizione nel sacrificarsi a svolgere sia compiti difensivi che offensivi.
Beckenbauer
Quando si riflette circa la figura del difensore centrale, saltano alla memoria tre nomi: Baresi, Maldini e Beckenbauer. Il libero del Bayern Monaco, poi soprannominato “Kaiser-Franz” trascorse 14 stagioni in Baviera e segnò la storia del club tedesco. Durante questo decennio vinse tutto ciò che un professionista può sognare di raggiungere e, per anni, diede il nome anche al proprio ruolo: “libero alla Beckenbauer”. La grandezza di questo calciatore è rappresentata, ma solo in parte, dai trofei raccolti: 2 Palloni d’Oro (1972 e 1976), 3 Coppe dei Campioni, 1 Europeo (1972) ed un Mondiale (1974). Mai nessun difensore dopo di lui ha conquistato per due volte il premio individuale dorato. Come se non bastasse, Franz Beckenbauer trionfò nella Coppa del Mondo del 1990 in qualità di allenatore. Questi trofei, però, possono solo provare a spiegare la magnificenza del calciatore nativo di Monaco di Baviera.
Maldini
Quando si nomina Paolo Maldini, non si può che pensare al Milan ed alle sue Champions League vinte da protagonista e capitano. Il terzino, e poi centrale, italiano, infatti, detiene il primato di finali di Coppa dei Campioni/Champions League disputate (ben 8!). Maldini, inoltre, è secondo per numero di successi nella rassegna, a quota 5. Meglio di lui il solo Francisco Gento, con sei, giocatore del Real Madrid a metà anni ’50 del secolo scorso. Il centrale azzurro deteneva anche il record di apparizioni in Serie A, 647, prima di essere sorpassato dal connazionale Gianluigi Buffon. Maldini fu capitano della Nazionale per otto anni, conducendo il gruppo a due secondi posti: all’Europeo del 2000 e al Mondiale del 1994.
Paolo Maldini è ricordato con affetto anche dai tifosi delle squadre rivali dei rossoneri. Questo fa capire la statuarietà dell’uomo e del calciatore, ritenuto, se non il migliore, uno dei più grandi difensori della storia del calcio italiana.
Pelè
Edson Arantes do Nascimiento è considerato uno dei migliori giocatori della storia del calcio. Insieme a Maradona ha sempre fatto discutere gli appassionati del pallone per la decisione relativa a chi fosse il più grande fra i due. Pelè è l’unico calciatore ad aver ricevuto il “Pallone d’Oro Onorario”. Il brasiliano ha anche fatto registrare il record del maggior numero di Mondiali vinti: ben 3 (1958, 1962, 1970). La FIFA, inoltre, ha aiutato ad alimentare il mito del fortissimo “carioca”, considerando valido il conteggio di 1281 gol segnati in 1363 incontri. In gare ufficiali, però, egli fece registrare “soltanto” 761 reti in 821 match.
Pelé è il calcio. E’ l’ideale del calciatore perfetto: concreto e spettacolare, veloce e decisivo. Era abile nel gioco aereo, sapeva utilizzare sia il piede destro che quello sinistro, famose erano le sue doti in “campo aperto”: una micidiale e vera macchina da gol. Un uomo nato per essere l’icona del football.
Xavi
Xavi è il rappresentate della “generazione d’oro” del calcio spagnolo. Il più forte centrocampista difensivo della storia del calcio, infatti, con la propria nazionale sollevò due Europei ed un Mondiale in soli 4 anni, dal 2008 al 2012. Inoltre, insieme ad Iniesta, costituì il perno del centrocampo del Barcellona di Messi e Guardiola. Con il Club catalano, il ragazzo di Terrassa vinse 4 Champions League. Xavi è “Il” regista classico, con grande visione di gioco e con geometrie fantastiche. Collezionò più di 1000 presenze tra tutte le competizioni e non vinse il Pallone d’Oro solo perché ebbe la sfortuna di giocare durante il periodo di massimo splendore di altri due componenti della Top-11 All Time: Messi e Cristiano Ronaldo.
Matthaus
Lothar Matthaus detiene il record di partecipazioni alla fase finale del Mondiale. Con la “sua” Germania (anche Germania Ovest), infatti, disputò 5 rassegne iridate: quelle che vanno dal 1982 al 1990. L’ultima, con in panchina Franz Beckenbauer, è stata proprio quella dell’agognata vittoria tedesca durante la spedizione in terra italiana.
Quest’elezione nella Top-11 All Time potrebbe sembrare la più contestabile tra tutte, eppure quella di Matthaus è una scelta ponderata e valida. Il tedesco fu un capitano valoroso, quello che ogni compagno desidererebbe avere al proprio fianco. Un condottiero di prim’ordine, un calciatore fantastico, un atleta completo con una potenza ed un’intelligenza fuori dal comune, sempre messe a disposizione del gruppo. Anche il ragazzo originario di Erlangen, dopo la vittoria del Mondiale nel 1990 conquistò il Pallone d’Oro.
Maradona
Maradona, insieme a Yashin, è l’unico di questa Top-11 All Time ad averci lasciati prematuramente. Forse, anche per tal ragione, la leggenda di questo immenso sportivo non tramonterà mai. Il Pibe de Oro è da sempre al centro del dibattito relativo all’elezione del miglior calciatore di sempre. In questa formazione l’argentino condivide il campo con gli altri tre possibili vincitori del riconoscimento morale.
Descrivere in poche righe cosa fosse calcisticamente Maradona è un compito assai arduo ed anche crudele. Trascinatore di un popolo intero, caloroso e passionale (quello napoletano), personaggio estroverso ma anche con un visibile travaglio interiore. D’animo buono, per com’è sempre stato descritto da chi gli fu accanto, spietato in campo e senza scrupolo nell’andare a raggiungere il successo. Maradona vinse il Mondiale del 1986 e proprio durante quell’edizione fece registrare “il gol del secolo”. No, non quello realizzato con la “mano de Dios”.
Fino al 1994 non venne assegnato il Pallone d’Oro ai giocatori extra-europei e, per questa ragione, nel 1995, gliene fu consegnato uno “personalizzato”. Il conferimento di tale premio, definito “Pallone d’Oro alla carriera”, ci può far capire, almeno a grandi linee, l’importanza di Diego Armando Maradona all’interno del panorama calcistico mondiale.
Messi
Il n°10 dell’Argentina e del Barcellona è uno dei due ragazzi ancora in attività inseriti in questa Top-11 All Time. La “Pulce” sta ancora scrivendo le pagine più importanti del nostro sport ma ciò che ha conquistato in questi anni di carriera farebbe rimpicciolire il 95% di tutti i calciatori della storia: 6 Scarpe d’Oro, 4 Champions League, il premio di miglior marcatore della Liga, del Barcellona e dell’Argentina e i 6 Palloni d’Oro (record assoluto in solitaria). Nel suo Club ha disputato 496 gare e segnato 449 gol. E’ un mostro sacro di questa disciplina, nonostante non abbia ancora vinto un trofeo con la propria rappresentativa nazionale.
Ronaldo
Il n°9 con la “N” maiuscola. Velocità, potenza, dribbling, finalizzazione, freddezza, cattiveria agonistica: queste sono le caratteristiche del due volte Campione del Mondo brasiliano. Ebbene sì, Ronaldo, a cavallo dello scorso e del corrente millennio, ha sollevato al cielo la coppa disegnata da Silvio Gazzaniga: nel 1994 e nel 2002. Nel 1997, inoltre, vinse il suo primo Pallone d’Oro, per poi concedersi il “bis” nel 2002, dopo il Mondiale di Giappone e Corea. Nel suo palmarès figurano anche 2 Coppe America raggiunte con la propria nazionale.
I numeri parlano chiaro per l’attaccante soprannominato “il Fenomeno”: 296 presenze e 205 gol totali. 0,70% la media realizzativa, più di due reti segnate ogni 3 incontri. La carriera di questo centravanti fu però falcidiata dagli infortuni, che lo costrinsero al ritiro dopo sole 16 stagioni. Fu chiamato anche “Il Dio di cristallo”: nel nome sono racchiuse tutta la classe e la fragilità di Ronaldo Luis Nazario de Lima.
Cristiano Ronaldo
Arriviamo quindi all’ultimo componente della formazione “Top-11 All Time”, non per importanza. Come Lionel Messi, anche “CR7” sta ancora calcando i campi di mezza Europa. Il fenomeno portoghese detiene numerosi record e, dopo il trasferimento in Serie A (alla Juventus), ne sta facendo segnare degli altri. Il 7 bianconero, infatti, possiede i più importanti primati in campo realizzativo: capocannoniere assoluto dell’ex-Coppa dei Campioni e miglior marcatore nella storia del Real Madrid. Inoltre gli mancano soltanto 8 reti con il Portogallo per diventare il più prolifico calciatore della storia delle rappresentative nazionali.
Ronaldo ha vinto 5 Champions League ed è alla ricerca della sesta. Questa gli permetterebbe di entrare a far parte di una cerchia ristretta di calciatori, che, ad oggi, conta al proprio interno il solo Francisco Gento. A differenza di Messi, il nativo di Madeira, ha conquistato un Europeo (2016) ed una UEFA Nations League (2019) con il Portogallo. Inoltre ha disputato ben 4 Mondiali e 4 Europei con la maglia della “Squadra dei Cinque“.
Gli illustri calciatori esclusi da questa selezione
Indubbiamente attorno a questa Top-11 All Time nasceranno parecchie polemiche, basti pensare velocemente ai grandi esclusi. Tra tutti: Cruijff, George Best, Baresi, Paolo Rossi, Zidane, Platini, Di Stefano, Gerd Muller, Sergio Ramos, Van Basten, Dalglish, Rumenigge. Questi ultimi, almeno, erano inseriti tra i 110 selezionati prima della scelta finale. Addirittura ci sono nomi grandiosi che neanche han superato il primo “taglio”: Nesta, Butragueno, Puskas, Kakà, Sivori e Papin.
Questa considerazione deve far riflettere sul fatto che, valutare e stabilire arbitrariamente quali siano i migliori 11 giocatori della storia, sia pressoché impossibile. Tantissimi sono i fenomeni che hanno segnato le epoche più disparate; diversissime le preferenze di ognuno di noi; impossibile conciliare i gusti di ogni tifoso. Interessante sarebbe stilare la propria Top-11 All Time e confrontarla con altre: sicuramente ognuna avrebbe al proprio interno almeno uno sportivo diverso.
L’orgoglio italiano può e deve essere alto. Tra i 110 pre-selezionati, 16 erano nostri connazionali: il 15% del totale. Curioso anche notare che nessuno degli azzurri fosse inserito all’interno di ruoli offensivi.
La considerazione finale è dedicata alla fortuna che ha il tifoso di calcio al giorno d’oggi. Un tempo non si potevano ammirare le gesta dei propri beniamini, mentre ora con i social media e i video online, le migliori azioni e giocate possono essere osservate ed analizzate anche se compiute dell’altra parte del mondo. Viviamo in un’epoca che ci permette di godere appieno della magia di questo sport e la fortuna vuole che, 2/11 del Team eletto, ancora giochino. Questi ultimi, senza che ce ne si accorga, stanno cambiando per sempre la concezione che noi abbiamo del calcio.