Lazio-Juventus (2-1): analisi tattica e considerazioni

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È una Pasqua dolcissima per la Lazio di Maurizio Sarri, che nel posticipo della 29^ giornata di campionato supera la Juventus all'”Olimpico” per 2-1 dopo una grandissima prestazione che sarà oggetto della nostra analisi tattica. Milinković-Savić prima e Zaccagni poi stendono i bianconeri, al secondo k.o. consecutivo nella Capitale. Non basta il pari momentaneo di Rabiot verso il tramonto del primo tempo per tenere in partita gli ospiti. La superiorità tecnica e l’alchimia dei padroni di casa hanno la meglio su una Vecchia Signora imprecisa e confusionaria, che relega le proprie trame agli sprazzi delle giocate individuali. Di questo e molto altro, però, parleremo nel corso dell’analisi tattica di Lazio-Juventus, che avviamo subito con la presentazione delle formazioni.

Sarri si affida al consueto 4-3-3. A proteggere la porta di Provedel c’è la coppia centrale composta da Romagnoli e Casale, con Marusić e Hysaj terzini. Cabina di regia come sempre affidata a Cataldi, fiancheggiato dalla qualità e dalla classe delle mezz’ali Luis Alberto e Milinković. In attacco, Immobile si riprende il posto da titolare al centro del tridente, con Felipe Anderson e Zaccagni esterni alti.

Landucci, che sostituisce l’influenzato Allegri, schiera il solito 3-5-2. La retroguardia recupera Alex Sandro, anche se non si ricompone ancora la linea tutta carioca. A completare il reparto davanti a Szczęsny ci sono infatti Bremer, da centrale, e nuovamente Gatti. In mezzo al campo, gli inamovibili Locatelli, Fagioli e Rabiot, con Kostić e Cuadrado sulle fasce. Davanti, Di Maria confermato in coppia con Vlahović, come in Coppa Italia.

Primo tempo: Lazio padrona del campo tra intensità e gioco spezzettato

Lazio e Juventus sono due squadre che possono contare, soprattutto sugli esterni, su giocatori abili nell’uno contro uno, per cui è chiaro che i duelli sono una delle chiavi fondamentali dell’analisi tattica di questa sfida. A stravincere in questo senso sono gli uomini di Sarri, in particolare sulla catena di sinistra

L’approccio alla gara è con le marce alte per i padroni di casa, che impostano con la difesa a 3. I due terzini, infatti, hanno compiti diversi. Marusić rimane più bloccato dietro, in linea con i due centrali, mentre Hysaj parte molto alto. La prima mossa ha natura chiaramente conservativa, dato che dalla parte del serbo agisce il connazionale Kostić, dunque il tecnico toscano cerca una copertura affidabile per non soffrire. La seconda, invece, risponde ad esigenze più spiccatamente offensive. Con le sue sovrapposizioni, infatti, l’albanese libera spazio a Zaccagni per andare a puntare il diretto avversario, Cuadrado, particolarmente sofferente nei duelli con l’ex Verona.

A centrocampo, invece, i biancocelesti si muovono col doppio playmaker, Cataldi e Luis Alberto. Quest’ultimo parte leggermente defilato sulla corsia mancina e attira fuori Fagioli, contribuendo così ulteriormente a isolare il numero 20 col colombiano. Milinković, poi, gode della consueta libertà di sganciarsi in avanti, portandosi in linea con Immobile o addirittura fungendo egli stesso da centravanti quando il napoletano viene incontro al portatore.

Un pressing forte e alto, unito alla qualità degli interpreti e a questa predisposizione tattica, consente alla Lazio di condurre le operazioni e schiacciare intensamente la Juventus nella propria trequarti. Fino ad arrivare al gol che sblocca la partita da parte del centrocampista serbo. Il tutto non può che generarsi sull’out mancino. Movimento a convergere di Zaccagni e cross calibrato sul secondo palo a premiare l’inserimento del numero 21, che va a segno dopo un dubbio contatto con Alex Sandro.

Analisi tattica Lazio-Juventus: pari immediato dei bianconeri

Nei 37 minuti che precedono il gol della Lazio, cerchiamo, a questo punto dell’analisi tattica, di capire il piano della Juventus. I bianconeri mantengono il consueto atteggiamento guardingo, lasciano il pallino del gioco agli avversari, preferendo difendere bassi e compatti dietro la linea della palla. Attaccanti compresi. A questo modus operandi dovrebbero corrispondere delle ripartenze per poter far male ai padroni di casa. Tuttavia, le prestazioni sottotono degli uomini di punta, quali Di Maria, Kostić e lo stesso Cuadrado, rendono poco efficace questa soluzione.

Molto meglio manovrare con calma, attraverso un giro-palla ragionato seppur lento, sfruttando l’ampiezza conferita dal centrocampo a 5 per aprire le maglie della difesa biancoceleste. Anche l’uscita dal basso, però, non è sempre orchestrata decentemente. Un po’ per merito della pressione alta della Lazio, un po’ per demeriti tecnici dei bianconeri. Il traffico in mezzo al campo impedisce giocate pulite ai centrocampisti della Vecchia Signora, e così il vero playmaker diviene Alex Sandro, più avvezzo a gestire il pallone e a innescare eventualmente la profondità. 

Dietro, però, la squadra di Landucci deve fare i conti con un problema ricorrente. La superiorità numerica dei capitolini sulla fascia sinistra costringe la retroguardia degli ospiti ad adeguare le proprie rotazioni verso quella zolla di campo, con conseguente deficit sul lato debole. Tale macchia risulta evidente non solo sul primo gol, ma anche sul secondo, come vedremo nel corso dell’analisi tattica del secondo tempo di Lazio-Juventus. 

Subito lo svantaggio, gli ospiti hanno una reazione, dettata più da un moto di orgoglio che non da chiare idee di gioco. La rimonta è firmata dal solito Rabiot, che al 42° esce vincitore, sugli sviluppi di un corner, da una serie di carambole nell’area piccola. Si arriva così all’intervallo sul punteggio di 1-1, dopo tanta intensità, ma anche diverse interruzioni da partita spigolosa.

Lazio-Juventus (2-1): analisi tattica e considerazioni
Il gol del momentaneo 1-1 di Rabiot.

Secondo tempo: la Lazio risponde con la qualità e porta a casa i 3 punti

Nella ripresa, le funzioni del racconto dell’analisi tattica di Lazio-Juventus sembrano invertirsi. I bianconeri partono decisamente meglio, con un’efficace pressione alta e un Di Maria più nel vivo e cercato dai compagni. È appunto, però, soltanto un’apparenza, dato che l’ardore della Vecchia Signora si spegne dopo appena 5 minuti.

I biancocelesti trovano subito le contromisure al buon avvio degli ospiti. Dopo qualche difficoltà nella costruzione, complice il pressing avversario, Milinković fornisce un appoggio, mentre la qualità degli esterni fa la differenza nel colpire una Juventus più sbilanciata in avanti. Fotografia del momento è l’azione meravigliosa che, al minuto 53, riporta in vantaggio la squadra di Sarri. Un connubio di distribuzione perfetta dello spazio da attaccare e velocità di esecuzione. Dalla destra, Felipe Anderson trova Luis Alberto al centro dell’area, che di tacco prolunga la palla sul secondo palo, con piazzato di prima intenzione di Zaccagni, perso da Cuadrado uscito forte sullo spagnolo. Mira in buca d’angolo che non lascia scampo a Szczęsny. 

Il 2-1 apre una nuova fase della partita in cui le distanze tra i reparti si allungano notevolmente, lasciando spazio a un po’ di confusione, soprattutto da parte dei bianconeri.

Il secondo tentativo di reazione dei bianconeri

La prima mossa della panchina juventina arriva 10 minuti dopo con un triplice cambio. Entrano Chiesa, Milik e Paredes, escono Kostić, Locatelli e Vlahović, ancora una volta evanescente. Cambiano gli uomini, ma non il sistema di gioco.

Sarri fa invece rifiatare Immobile, sostituito da Pedro, con conseguente spostamento di Felipe Anderson nella posizione di falso centravanti. I bianconeri caricano a testa bassa, ma con poche idee e, ancora una volta, senza riuscire a coinvolgere gli esterni, nemmeno il neoentrato Chiesa. Il tecnico toscano concede riposo anche a Cataldi grazie all’innesto di Vecino, ma una variazione in contemporanea assesta una smossa importante all’analisi tattica di Lazio-Juventus.

Al minuto 70, fa il suo ingresso in campo Danilo, in luogo di uno spaesato Cuadrado. Gli ospiti passano così al 4-3-3, con i due terzini brasiliani che supportano l’azione delle due ali Di Maria e l’ex Fiorentina. Ed è proprio ai guizzi e alle giocate di questi due campioni che si ancorano le speranze di una nuova rimonta della Vecchia Signora.

Lazio-Juventus (2-1): analisi tattica e considerazioni

Gli ultimi 20 minuti sono contrassegnati da un autentico arrembaggio da parte della squadra di Landucci, anche se disordinato e, a conti fatti, inconcludente. I biancocelesti si coprono ulteriormente con Basić per Zaccagni, a comporre un 4-4-2 in cui il croato dà una mano in fase di non possesso a Hysaj. L’ultimo slot degli ospiti viene infine utilizzato per l’ingresso di Miretti al posto di Fagioli, che però non cambia le sorti di una partita che i padroni di casa fanno loro.

Analisi tattica Lazio-Juventus: le considerazioni finali

La Lazio vola sulle ali dell’entusiasmo, colpendo come un’aquila, ma rimanendo leggiadra e bella da vedere come una colomba. Terza vittoria consecutiva e secondo posto meritatissimo, sugellato da un’altra sublime prestazione. Milinković e Zaccagni continuano ad essere decisivi con i loro gol, mentre Luis Alberto e Felipe Anderson trascinano la squadra a suon di giocate di qualità. Davvero una chimica impeccabile, seconda, appunto, soltanto alla macchina perfetta di Luciano Spalletti.

Lazio-Juventus (2-1): analisi tattica e considerazioni
Milinković e Zaccagni, la coppia più bella della sponda biancoceleste della Capitale.

Battuta d’arresto, invece, per i bianconeri, che danno il meglio più con l’orgoglio che non con principi tecnici definiti e chiari. Prestazione complessivamente negativa per la Juventus, contrassegnata da confusione e tentativi inconcludenti, oltre alla sofferenza difensiva già sottolineata nel corso di questa analisi tattica della sfida con la Lazio. La Vecchia Signora non sfrutta il passo falso dell’Atalanta per avvicinarvisi ancora di più, anzi vede la risalita del Bologna a minacciare il settimo posto. 

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