Il posticipo domenicale della 34^ giornata di campionato ci presenta il secondo duello sull’asse Roma-Milano. Allo Stadio “Olimpico”, il Milan batte la Lazio per 1-2 e risponde alla vittoria dei cugini nerazzurri. I 3 punti arrivano nei minuti di recupero, quando un suicidio calcistico della difesa biancoceleste consente a Tonali di rompere la parità. Equilibrio costruito con un gol all’inizio di ogni tempo da parte dei due centravanti. Apre le danze Immobile, dopo appena 5 minuti di partita. Poi, il pareggio firmato da Giroud al 50′. I rossoneri si riportano al comando della classifica, in attesa, ovviamente, della partita di recupero dell’Inter contro il Bologna. Le due squadre danno vita ad una bella gara, intensa e con sprazzi di qualità. Andiamo ad approfondire insieme quelli che sono i temi dell’analisi tattica di Lazio-Milan. Iniziamo, come sempre, dando un’occhiata alle formazioni.
Sarri manda il campo il suo fidato 4-3-3. In porta c’è Strakosha, protetto dalla retroguardia composta da Lazzari, Patric, Acerbi e Radu. Cabina di regia affidata a Lucas Leiva, con Milinkovic-Savic e Luis Alberto ai suoi fianchi. Al centro dell’attacco c’è Immobile, supportato sugli esterni da Felipe Anderson e Zaccagni.
Pioli risponde col consueto 4-2-3-1. Maignan tra i pali, difesa con Theo Hernandez, Tomori, Kalulu e Calabria. In mediana insieme a Tonali c’è Kessié, con Brahim Diaz che torna a giocare alle spalle della punta Giroud, insieme a Leao e Messias larghi.
Primo tempo: Lazio in vantaggio e in controllo
Sotto la pioggia dell’Olimpico, si sfidano il secondo e il quarto miglior attacco del nostro campionato. Entrambe costruiscono le proprie fortune offensive sulla qualità e le giocate degli esterni. Il tema principale dell’analisi tattica di Lazio-Milan non può che essere il duello sulle fasce, in particolare su quella destra d’attacco dei biancocelesti e difensiva sinistra rossonera. Su questa corsia si sfidano infatti da una parte Theo Hernandez e Leao, dall’altra Lazzari e Felipe Anderson. Tecnica, velocità, forza, dribbling: uno scontro entusiasmante che può decidere le sorti del match. Ad avere la meglio è la squadra che concede meno difensivamente su questo lato.
L’avvio è tutto a vantaggio dei biancocelesti. La squadra di Sarri, infatti, può contare sui movimenti a defilarsi proprio da quella parte di Milinkovic-Savic. Il serbo è preso a uomo da Kessié, ma nei primi 10 minuti, l’ivoriano fatica terribilmente contro la qualità del suo avversario. Ed è proprio sulla fascia destra che la Lazio costruisce il gol del vantaggio dopo appena 5 minuti. Tutto nasce da un fallo laterale guadagnato dalla spinta di Lazzari. Il numero 21 riceve palla e con una bella giocata si beve contemporaneamente lo stesso Kessié e Theo. Arriva sul fondo e serve un pallone dolce nel cuore dell’area, sul quale si avventa come un rapace Ciro Immobile. Anticipa Kalulu e con la sua zampata batte Maignan.
Col vantaggio acquisito, la squadra di Sarri si impegna nel mantenersi tatticamente ordinata, difendendosi con un 4-4-2. Milinkovic si alza per andare in pressione su Kessié. Zaccagni e Felipe Anderson arretrano. Il brasiliano, in particolare, tiene una posizione molto interna, scivolando sull’esterno solo quando la manovra del Milan si sposta sul lato sinistro. Il numero 7 è il giocatore biancoceleste più importante sui due lati del campo nel corso del primo tempo. Con la squadra che abbassa il proprio baricentro, diviene il riferimento principale per innescare delle veloci ripartenze. Alterna giocate sulla fascia, per approfittare dello spazio lasciato libero da Theo, a movimenti convergenti per consentire l’uno contro uno di Lazzari col terzino francese.
In fase di non possesso, invece, è prezioso tanto nel raddoppiare il compagno di difesa, quanto nel mantenere una posizione quasi da centrocampista per schermare eventuali tracce verticali verso Diaz o Leao. Le sue giocate di qualità si affiancano a diversi recuperi e azioni di rottura della manovra avversaria.
Analisi tattica Lazio-Milan: l’organizzazione dei rossoneri
L’approccio degli uomini di Pioli è molto morbido e patiscono la maggiore determinazione sugli avversari. Il gol subito dopo poco è la naturale conseguenza di questa partenza passiva. I primi segnali di ripresa arrivano quando i rossoneri aumentano il livello d’intensità, iniziando a vincere alcuni duelli chiave. Il principale è sicuramente quello di Kessié su Milinkovic. L’ivoriano segue il serbo ovunque, attaccandolo alto e impedendogli di girarsi. Con l’assenza di Bennacer, è l’ex Atalanta a ricoprire il ruolo di regista basso davanti alla difesa. Tonali, invece, è più libero di sganciarsi in avanti, andando prevalentemente ad allargarsi sulla destra in supporto a Messias.
Brahim Diaz, in fase di non possesso, va in marcatura su Leiva, mentre galleggia alle sue spalle quando manovrano i rossoneri. Tuttavia, per tutto il primo tempo, lo spagnolo non viene quasi mai ricercato dai compagni, rimanendo avulso dalla manovra. Aumentando l’intensità del pressing e alzando il baricentro, dopo i primi difficili 10 minuti, il Milan esce fuori. La Lazio copre molto bene il campo. Soprattutto, non concede spazi centralmente. L’alternativa al palleggio ragionato è, come caldamente indicato dallo stesso Pioli, il lancio in profondità per i giocatori offensivi. Una scelta che si rivela però poco proficua e che produce solamente palloni buttati e regalati alla difesa biancoceleste.
Decisamente meglio quando il pressing porta a recuperare palla sulla trequarti avversaria oppure quando vengono innescati gli esterni. Ovviamente, le occasioni più importanti arrivano grazie all’intraprendenza di Leao, che cresce progressivamente. Il portoghese riceve spesso dentro al campo, in maniera tale da arrivare alla conclusione una volta saltato il diretto avversario. Ma per la sua imprecisione e per la stoica difesa della porta dei giocatori di Sarri, che si immolano su ogni tiro, il Milan non riesce a trovare la via del gol.
Secondo tempo: il Milan ci crede e ribalta la gara
L’elemento chiave dell’analisi tattica di Lazio-Milan non può che essere lo stesso anche nella ripresa. Ancora una volta, il binario principale è sempre il solito. Stavolta, però, è il treno rossonero ad arrivare con successo fino in fondo. Al minuto 50, Theo trova in profondità lo scatto del solito Leao. Il portoghese attacca con grande velocità lo spazio sulla sinistra, alle spalle di Lazzari. Brucia con un strappo nel breve Acerbi e serve un facile assist per il tap-in di Giroud nell’area piccola. La squadra di Pioli fa 1-1 e si lancia in avanti senza più remore.
Il secondo tempo si presenta all’insegna dei grandi duelli in velocità, ma il Milan è nettamente più tonico e deciso rispetto alla prima frazione. I rossoneri avvolgono i biancocelesti spingendo su entrambe le fasce. Anche Messias entra in partita e costringe un diligente Zaccagni a profondi ripiegamenti difensivi fin dentro la propria area di rigore. La Lazio incontra difficoltà nell’uscita contro il pressing avversario e inizia a soffrire troppo esternamente. Sarri si avvede dei problemi dei suoi e al minuto 60 effettua subito un doppio cambio. Fuori uno spento Luis Alberto e Lucas Leiva, dentro Basic e Cataldi. Pochi minuti dopo, c’è spazio anche per Marusic al posto di un Radu incapace di contenere Messias.
Il Milan prende possesso della metà campo avversaria, sfiorando più volte il gol. L’assalto dei lombardi con molto uomini è reso possibile dalla straordinaria tenuta nell’uno contro uno dei due difensori centrali. Sia Kalulu che Tomori non si lasciano mai superare e stravincono anche i duelli in velocità con gli attaccanti capitolini. Prezioso è anche il lavoro di Tonali. L’ex Brescia rimane più basso a protezione della retroguardia rispetto al primo tempo e insieme a Kessié svolge una eccellente azione interdittiva. Pioli vuole sfruttare l’inerzia dalla sua e in 2 minuti cambia tre dei suoi quattro uomini offensivi. Fuori Giroud, Diaz e Messais. Dentro Ibrahimovic, Rebic e Krunic. Quest’ultimo occupa una posizione più interna sulla destra, lasciando la corsia libera alle sovrapposizioni di Calabria.
L’ingresso dello svedese dovrebbe spingere la squadra a ricercarlo coi palloni alti. Tuttavia, i rossoneri o difettando di precisione, o continuano ad affidarsi agli strappi di Leao. La Lazio appare stanca e per contrastare la freschezza dei neoentrati attaccanti milanisti, Sarri effettua un altro doppio cambio. Inserisce Hysaj e Luis Felipe per Lazzari e Patric. L’albanese va a sinistra, mentre Marusic viene dirottato a destra, dove arrivano i maggiori pericoli. Negli ultimi 10 minuti, la squadra di Pioli prepara un altro arrembaggio che si infrange però contro un ottimo Strakosha. Al minuto 86, il tecnico nativo di Parma si gioca l’ultima carta Saelemaekers al posto di Leao. Krunic va a giocare alle spalle di Ibra, mentre Rebic si sposta a sinistra.
Proprio il croato, al minuto 92, ruba palla a Marusic e crossa dentro. Acerbi arriva per primo sul pallone, ma la sua respinta di testa trova solo Ibrahimovic. Lo svedese è lesto nel servire Tonali che, a due passi dalla porta, controlla e mette a segno la rete del definitivo 1-2. Al triplice fischio di Guida esplode la gioia rossonera.
Analisi tattica Lazio-Milan: le considerazioni finali
La squadra di Sarri si ferma ancora in casa e spreca l’occasione di guadagnare qualche punto su Roma e Fiorentina, entrambe sconfitte. I biancocelesti buttano via una partita condotta egregiamente nel primo tempo e persa per un erroraccio nel finale. Nella ripresa le aquile appaiono stanche e soffrono molto l’intensità dei rossoneri, senza riuscire neppure a sfruttare gli spazi concessi. Un eventuale successo della Juventus col Sassuolo sancirebbe quasi sicuramente l’addio al quarto posto. Tuttavia, c’è ancora da conquistare il pass almeno per l’Europa League. Il prossimo turno in casa dello Spezia è decisivo, e al contempo difficile, con i liguri feriti da due sconfitte consecutive e ancora a caccia della matematica salvezza.
Ben altro umore per il Milan, che invece si assicura il posto in Champions. Con grinta e gran carattere i rossoneri ribaltano una partita iniziata per loro molto male e che denuncia ancora alcuni problemi. La squadra di Pioli, infatti, rivive nel primo tempo l’incubo dell’aridità offensiva, ma nella ripresa si impone e con caparbietà porta a casa una vittoria che mantiene viva la tensione per la volata finale. Il rientro di Ibra rappresenta sicuramente un fattore importante. Così come gli sprazzi di Leao che, seppur impreciso in fase di conclusione, resta sempre l’uomo in grado di accendere la scintilla. Alla fine si rivelano decisivi anche i cambi, per il contributo dei neoentrati nell’azione del gol di Tonali. Il calendario mette, nel prossimo turno, davanti ai rossoneri una prova molto difficile contro una Fiorentina a caccia di punti per l’Europa.