Lazio-Sassuolo (2-0): analisi tattica e considerazioni

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Dopo due sconfitte consecutive, la Lazio torna a vincere e lo fa in casa, superando per 2-0 un buon Sassuolo che dà parecchio filo da torcere, come vedremo nella nostra analisi tattica. I biancocelesti si riprendono il secondo posto in solitario grazie alle reti di Felipe Anderson, che legittima una mezz’ora sontuosa, e di Bašić al minuto 92. Nel mezzo, tanto dominio degli emiliani, che però peccano di concretezza sotto porta e non riescono ad agguantare il pari nel loro momento più propizio. Gli uomini di Sarri stringono i denti e portano a casa un risultato fondamentale che “costringe” il Napoli a guadagnarsi il punto Scudetto nella trasferta di Udine. Andiamo a rivivere la storia di questo Lazio-Sassuolo attraverso gli spunti più rilevanti sotto il profilo dell’analisi tattica. Partiamo, però, come sempre, dalla presentazione delle formazioni.

I padroni di casa scendono in campo con un po’ di turnover nell’inamovibile 4-3-3. Tra i pali c’è Provedel, protetto dalla retroguardia che rivede Lazzari padrone della corsia di destra dopo 4 partite e l’intoccabile Marusić a sinistra. In mezzo, c’è Patric a far coppia con Casale. A centrocampo le novità maggiori: Vecino agisce da mezz’ala assieme a Luis Alberto. I due affiancano il regista, che stasera è Marcos Antônio. Davanti, invece, il tridente titolare con Immobile supportato sugli esterni da Zaccagni e Felipe Anderson.

Gli ospiti rispondono con la miglior formazione possibile disegnata con un modulo speculare. In porta Consigli, linea difensiva con Rogerio e Zortea larghi e Tressoldi e Ferrari a presidiare la zona centrale. In protezione della stessa agisce Obiang, affiancato da Henrique e Frattesi. Il reparto avanzato è costituito dalla punta Defrel, con Berardi e Laurienté esterni alti.

Analisi tattica Lazio-Sassuolo, primo tempo: biancocelesti sfavillanti

Come dicevamo in fase di introduzione a questa analisi tattica, la prima mezz’ora della Lazio è perfetta, con un Sassuolo invece assolutamente in bambola. Sono due le situazioni di gioco a cui i nero-verdi non riescono a far fronte. Da un lato, le imbucate centrali, dall’altro la predominanza tecnica dei capitolini sugli esterni. Entrambi questi elementi confluiscono in un’incapacità degli emiliani di coprire la profondità.

Per quanto concerne il primo aspetto, la Lazio appoggia molto il proprio gioco su Immobile in prima battuta. L’attaccante napoletano si stacca dalla linea difensiva e viene incontro per ricevere palla in completa libertà, ben imbeccato dalle tracce verticali di un ispirato Marcos Antônio. Il numero 17 smista poi la giocata esternamente, mentre la posizione di punta centrale viene occupata con tempismo impeccabile da Vecino. Rispetto a Luis Alberto, che rimane un po’ più basso per partecipare alla manovra, l’uruguaiano si butta negli spazi. Questa combinazione di movimenti tra l’ex Inter e l’attaccante genera un gol al minuto 7, prima convalidato e poi annullato dal VAR.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, invece, è a destra che la Lazio riesce a creare grande scompiglio. Mentre a sinistra Marusić accompagna meno, da quest’altra parte Lazzari spinge molto di più. Laurienté lo segue fino a un certo punto, consentendogli di portare superiorità numerica a Felipe Anderson contro Rogerio. Il duello tra brasiliani è stravinto dal biancoceleste, sia quando lo punta sia quando lo prende d’infilata attaccando la profondità. Ed è proprio in questa circostanza che i padroni di casa costruiscono al minuto 14 il proprio legittimo vantaggio. Altra perfetta verticalizzazione dell’ex centrocampista dello Shakhtar, che manda il connazionale davanti a Consigli. 

Lazio-Sassuolo (2-0): analisi tattica e considerazioni
Il gol di Felipe Anderson che sblocca la partita.

Per tutti i primi 30 minuti, la squadra di Sarri tiene altissimi il pressing e la rapidità e la qualità d’esecuzione delle giocate offensive, senza però affondare il colpo del raddoppio. Poi, abbassa il ritmo, per rifiatare, lasciando troppo campo agli emiliani.

Analisi tattica Lazio-Sassuolo: i nero-verdi trovano fiducia

In approccio di gara, anche gli uomini di Dionisi tentano di essere aggressivi. A centrocampo si viene a creare un gioco delle coppie con Obiang che prende Antônio e Frattesi su Luis Alberto. Per arginare gli inserimenti di Vecino, lo spagnolo viene dirottato sull’ex Inter, con Henrique che scala sul regista brasiliano. I problemi veri arrivano però dalla trequarti in poi, dove la qualità della Lazio è troppo superiore.

Quanto alla fase di possesso, invece, gli emiliani non hanno tante soluzioni. Si affidano a Berardi, che rimane sempre largo sulla destra. Il numero 10 viene molto incontro, ricoprendo di fatto il ruolo di vero playmaker della squadra. Dai suoi piedi passano le giocate per avviare l’azione offensiva, che sia il cambio di gioco verso Laurienté o un servizio in verticale per l’inserimento di Frattesi o la sovrapposizione di Zortea. Il francese è poco ispirato e non incide nell’uno contro uno, mentre Defrel poco può contro la fisicità dei due centrali.

Quando la Lazio però rallenta e si abbassa, il Sassuolo ne approfitta per portarsi in avanti con maggiore continuità e pericolosità, sfruttando l’ampiezza. I terzini spingono di più, soprattutto Rogerio a sinistra, beneficiando dei movimenti degli esterni alti, che vengono a giocare dentro al campo. Obiang rimane l’unica protezione per i due centrali, dato che le mezz’ali seguono l’azione riempiendo l’area. La squadra di Sarri regge il primo urto, difendendosi compatta col suo ordinato 4-5-1. Quando però fatica ad uscire a causa della crescente pressione degli emiliani, finisce per schiacciarsi.

La fine del primo tempo rivela risvolti thriller per i padroni di casa, costretti prima a sostituire Vecino (problema muscolare) con Milinković al 45°. Poi, a ringraziare la traversa che nega a Frattesi il gol del pareggio, dopo un ennesimo inserimento, al 49°.

Lazio-Sassuolo (2-0): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Lazio-Sassuolo, secondo tempo: si prosegue col medesimo copione

Nella ripresa, Dionisi lancia subito Bajrami al posto di uno spento Laurienté. Lazio e Sassuolo seguono un po’ la scia di quanto vi abbiamo mostrato nell’analisi tattica della seconda parte della prima frazione. A partire meglio sono gli emiliani, che continuano col loro pressing alto.

I biancocelesti cercano di respingere gli assalti nero-verdi con un 4-4-2 in fase di non possesso. Milinković si alza vicino ad Immobile per aiutarlo nella prima pressione, ma contro il centrocampo a 3 degli ospiti quello dei capitolini fatica a prendere le misure. Determinanti sono le posizioni delle due mezz’ali, Frattesi ed Henrique, che vanno a posizionarsi tra le linee, negli spazi intermedi. Anderson e Zaccagni partono stretti, ma poi sono costretti ad uscire larghi sui terzini. Ciò apre la linea mediana biancoceleste, che viene facilmente presa d’infilata. Trovata la prima traccia centrale, il Sassuolo sviluppa poi esternamente. Soprattutto a sinistra, dove Henrique si allarga e Rogerio spinge con continuità, supportando il neoentrato Bajrami.

Sarri prova a porre un primo argine al minuto 67 con un doppio cambio. Entrano Pedro e Hysaj per Immobile e Marusić (ammonito). Felipe Anderson va ad occupare la posizione di centravanti, ma la squadra fatica ad uscire o a imbastire ripartenze, se non con qualche sgasata di Zaccagni. Appena 5 minuti dopo, il tecnico toscano è costretto ad usare un’altra sostituzione per infortunio. Stavolta è Antônio a cedere a causa dei crampi. Al suo posto entra Bašić, con Luis Alberto che scala a fare il regista davanti alla difesa. Dionisi risponde contemporaneamente con Álvarez e Toljan per Defrel e Zortea. Sia per la Lazio che per il Sassuolo i cambi non vanno ad intaccare i moduli presentati in questa analisi tattica.

Gli ultimi scampoli di gara: il gol della sicurezza per la Lazio

La Lazio vive con sofferenza gli ultimi minuti di partita, schiacciata e con anche gli attaccanti sacrificati a dare una mano in copertura. Dionisi si gioca il tutto per tutto, mandando dentro Thorstvedt per Obiang, con Henrique centrale. Il norvegese funge quasi da trequartista sotto-punta, ma nemmeno così il Sassuolo riesce a capitalizzare le buone occasioni costruite.

A colpire è invece la Lazio, in pieno recupero. Bašic strappa palla proprio ad Henrique e avvia un contropiede vincente condotto da Zaccagni contro un Sassuolo sbilanciatissimo. L’esterno accomoda un assist facile facile per il centrocampista croato, che chiude così definitivamente i giochi. 

Analisi tattica Lazio-Sassuolo: le considerazioni finali

I biancocelesti tornano finalmente al successo dopo la pesante batosta contro l’Inter e la sconfitta con polemiche contro il Torino. Come rimarcato più volte in quest’analisi tattica, la Lazio vive due momenti ben distinti: uno di grandissima superiorità e l’altro di sofferenza contro un Sassuolo in fiducia. Alla fine però, arriva una vittoria di maturità, con tanto di porta inviolata, che riproietta le Aquile al secondo posto.

Gli emiliani proseguono invece il loro andamento altalenante che ha contrassegnato tutto il mese d’aprile. Il risultato lascia un po’ l’amaro in bocca, visto che la squadra domina praticamente per due terzi della gara, ma senza la giusta dose di cattiveria e concretezza. Poco importa, comunque, per una situazione di classifica assolutamente tranquilla e che, pertanto, non ha più nulla da chiedere né pretendere.

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