Si è appena concluso il ritorno della semifinale di Coppa Italia. A Bergamo si sono affrontate due squadre ambiziose, entrambe con l’obiettivo dichiarato di ottenere un posto per l’atto conclusivo della competizione: ora è tempo delle pagelle di Atalanta-Napoli.
Al Gewiss Stadium ci si gioca già un pezzo di stagione: Atalanta e Napoli arrivano all’incontro dopo due risultati deludenti in Serie A ma hanno una grande voglia di rivalsa. La partita inizia subito a ritmi elevatissimi e la squadra di casa trova il doppio vantaggio nel corso della prima frazione di gioco. Nel secondo tempo Gattuso, a seguito di alcuni accorgimenti tattici, stravolge la propria formazione e con Lozano riapre la qualificazione. Pessina, con un gol da vero campione, chiude la pratica e sigla il definitivo 3-1.
Le pagelle di Atalanta-Napoli
Arbitro: La Penna 6,5 – Il fischietto di Roma gestisce al meglio il match. Nessuna sbavatura da parte dell’arbitro 37enne, che estrae nel modo corretto anche i cartellini gialli. Una gara relativamente semplice, che ha fatto registrare un’accelerata solo nei primi 25′ del secondo tempo. Promosso a pieni voti.
Pagelle Atalanta
Gollini 7 – Senza il suo intervento su Osimhen al 73′, forse, ora, staremmo parlando di tutta un’altra finale. Il portiere orobico compie un gesto atletico che vale quanto un gol e aiuta la Dea a raggiungere l’epilogo di Coppa Italia. Non è preciso sulla reta di Lozano sebbene fosse riuscito a neutralizzare la prima conclusione.
Djimsiti 6,5 – Piena la sufficienza per il ragazzo albanese. Dal suo lato agiscono prima Lozano e poi Politano ma non riescono mai a sfondare la resistenza del centrale atalantino. Potrebbe soffrire la velocità avversaria ma non concede mai lo spazio per colpire in contropiede.
Palomino 6 – Promosso con riserva il difensore argentino. Rischia più volte la seconda ammonizione ma non si risparmia mai nella “lotta” contro Osimhen. Lozano, durante la prima frazione di gara, lo obbliga a spendere un fallo “da giallo”. Sembra in difficoltà ed in affanno quando deve gestire la linea difensiva in situazioni di palla scoperta (72′ Caldara 6,5 – Chiamato in causa poche volte nell’arco di questa mezza stagione, l’ex-Milan si fa trovare pronto. Gli attaccanti del Napoli, prima Osimhen e poi Petagna, non riescono a sfondare dal suo lato e il centrale di Gasperini disputa una prova più che convincente).
Toloi 6,5 – Mezzo voto in più rispetto a quello assegnato al compagno di reparto. Il n°2 di Gasperini compie una partita importante dal punto di vista fisico, tattico e di inserimento. Non si risparmia mai: più volte prova la sortita offensiva in area napoletana per creare superiorità e trovare il guizzo vincente. In fase difensiva non attacca Insigne, suo diretto opposto, ma si alza in pressione su Zielinski e lo annulla.
Sutalo 6,5 – Partita concreta quella del giovane ragazzo croato. Il classe 2000 viene convocato a due ore dal match ma entra in campo con una sicurezza impressionante. Nel corso della gara fa ammonire due avversari, marca il capitano degli azzurri e crea numerosi grattacapi a Hysaj. Unica sbavatura l’aver perso Lozano sul gol partenopeo: non perfetta la diagonale difensiva.
De Roon 6,5 – Tanta cattiveria e quantità in mezzo al campo. Il mediano olandese è sempre puntuale nel chiudere le ripartenze avversarie. Ottimo in marcatura sulla mezzala chiamata all’inserimento tra le linee nerazzurre. Insieme a Freuler, ormai, compone una delle coppie più concrete dell’intero campionato.
Freuler 7 – Se De Roon macina metri ed è chiamato a svolgere il lavoro “sporco”, il ragazzo svizzero è più incisivo anche in impostazione. Vero metronomo della squadra, non si risparmia mai, anche in fase di non possesso: Elmas, infatti, non riesce ad entrare in partita. Schermata la difesa e recuperati numerosi palloni, il n°11 atalantino sa sempre come avviare la manovra.
Gosens 7 – L’esterno tedesco è una vera e propria garanzia di qualità. La corsa che è chiamato a compiere è sempre precisa e puntuale, mai fuori dagli schemi. Inoltre, in fase propositiva è uno degli uomini più pericolosi. Il n°8 orobico disorienta più volte Di Lorenzo ed è bravissimo nel gettarsi sulla “seconda palla” dalla quale farà poi scaturire il raddoppio nerazzurro.
Pessina 8,5 – Un match da dominatore di alta classe. Parte in sordina, essendo obbligato a marcare stretto Bakayoko. Egregio il lavoro in fase difensiva, superlativo quello in zona-gol. L’ex-Verona capisce perfettamente quando inserirsi tra le linee e quando sfruttare gli spazi lasciati aperti da Muriel. Da queste verticalizzazioni nascono il secondo e il terzo gol. In occasione del 2-0 il classe ’97 è freddissimo di fronte ad Ospina. Il 3-1 è invece da manuale del calcio: inserimento, tunnel al diretto marcatore e pallonetto sul portiere in uscita. Serata magica e trascinatore vero (90′ Pasalic – S.V.)
Muriel 6,5 – Più che sufficiente la prova del “9” orobico. Non riesce a trovare le giuste metrature per sprigionare i propri colpi da fuoriclasse ma, con i movimenti e con la giusta intelligenza tattica, apre gli spazi per gli inserimenti di Zapata e di Pessina. Al 56′, a causa della mancanza di un vero fantasista, Gasperini decide di sostituirlo con Ilicic (56′ Ilicic 6,5 – È inserito ad inizio secondo tempo per creare la superiorità numerica nell’uno contro uno. Più volte mette in crisi la retroguardia napoletana e in due occasioni impegna sensibilmente Ospina. Dallo sloveno ci si attendono lampi d’alta classe ma anche oggi ispira numerose giocate dei compagni).
Zapata 8 – Mezzo voto in meno rispetto a Pessina soltanto perché i gol li fa segnare al compagno. È in serata il ragazzo colombiano e, fin da subito, lo fa comprendere a chiunque osservi il match. Al 10′ raccoglie la palla servitagli da De Roon e, da 30 metri circa, lascia partire una conclusione imparabile, che si spegne alle spalle di Ospina. Da quel momento si trasforma in assist-man e manda in porta, per ben due volte, Pessina. Disputa una partita concreta e di sostanza: Maksimovic ne soffre lo strapotere fisico e non riesce a batterlo nel gioco aereo.
Allenatore: Gian Piero Gasperini 7 – Il maestro di tattica per eccellenza prepara la gara in modo magistrale. Interessanti gli accorgimenti in fase di non possesso: il quinto di centrocampo (Sutalo) è chiamato a marcare l’esterno d’attacco avversario; Toloi, terzo centrale, è invece invitato a scalare in pressione su Zielinski. Questo permette al ragazzo brasiliano di agire in posizione avanzata in caso di ripartenza. Oltre a questo, il mister nerazzurro sa che Maksimovic e Rrahmani potrebbero soffrire la fisicità della squadra: per questo schiera la coppia Muriel-Zapata.
Pagelle Napoli
Ospina 5,5 – Il portiere colombiano è abbastanza incolpevole sui tre gol atalantini. Unica sbavatura potrebbe essere quella compiuta in occasione della rete di Zapata: il connazionale calcia fortissimo ma la distanza è notevole. L’estremo difensore partenopeo è l’ultimo ad arrendersi e, stasera, sono state maggiori le colpe della difesa rispetto alle sue.
Di Lorenzo 5,5 – Appena sotto la sufficienza la gara del terzino italiano. Purtroppo per Gattuso, la forza dell’Atalanta deriva dalle giocate degli esterni di centrocampo. L’ex-Empoli prova ad arginare Gosens come meglio riesce ma il tedesco, nello spunto, gli è superiore.
Rrahmani 5 – Dopo il disastroso esordio in campionato, anche in occasione della sfida odierna, il centrale difensivo, non riesce a scuotersi. Con Maksimovic forma una coppia fragile e poco abituata a competere a certi livelli. Le colpe sui gol sono da ripartire tra l’ex-Hellas Verona e il n°19. Poco incisivo in impostazione, dona scarsa sicurezza al reparto: nell’occasione del 2-0 è proprio lui che non segue Pessina.
Maksimovic 4,5 – Mezzo voto in meno rispetto a Rrahmani per due motivi: uno tecnico ed uno legato all’esperienza. Teoricamente il difensore serbo dovrebbe essere la diretta riserva del duo Koulibaly-Manolas: ad oggi, però, non è al loro livello. In secondo luogo, in occasione della prima e dell’ultima rete atalantina, perde prima Zapata e poi Pessina. Al primo concede troppo spazio, tanto che il colombiano ha l’opportunità di girarsi e di puntare l’area; in occasione del 3-1, invece, affronta Pessina senza temporeggiare e subisce anche il tunnel del n°32.
Hysaj 5 – Il terzino albanese non riesce ad entrare in partita, nonostante dal suo lato agisca un esterno “adattato”: Sutalo. Sebbene non ci siano infatti Maehle o Hateboer, il laterale soffre le sortite costanti del diretto avversario, finendo anche per essere ammonito. Perde cattiveria agonistica e Gattuso decide di sostituirlo prima dell’intervallo, anche a causa di un infortunio (41′ Mario Rui 5,5 – Guadagna mezzo voto in più rispetto al compagno per l’impegno profuso almeno in fase di copertura. Fa il suo ingresso sul terreno di gioco quando il Napoli sembra poter reagire e per 25′ non soffre le ripartenze atalantine).
Elmas 5 – Non sufficiente la prova del ragazzo macedone. L’ex-Fenerbahce non trova i giusti spazi e non riesce mai ad accendersi. È sempre marcato stretto da Freuler, che non gli permette mai di smarcarsi. Viene sostituito perché Gattuso vuol cambiare modulo, ma anche perché il “7” è risultato esser inconsistente (45′ Politano 6 – Entra per dare la svolta alla partita e per mezz’ora riesce anche nell’intento. Sposta Lozano sulla fascia sinistra e crea più di un problema a Gosens e a Djimsiti. Non è lucido in zona-gol ma i suoi strappi permettono al Napoli di rientrare almeno in gara).
Bakayoko 5,5 – Guadagna mezzo voto per ciò che produce durante l’azione del gol del Napoli. Il mediano francese, infatti, accelera e crea superiorità numerica al centro dell’area avversaria. Il tiro che scaglia verso la porta di Gollini non è preciso ma, da un conseguente rimpallo, nasce l’occasione del tap-in di Lozano. Insufficiente per tutto il restante tempo di gioco: poco reattivo, sempre in ritardo quando si deve abbassare per impostare la manovra: Pessina lo annulla totalmente (63′ Demme 5,5 – Stessa votazione di Bakayoko. Il fedelissimo di Gattuso entra per dare sostanza al centrocampo napoletano ma l’ex-Lipsia non riesce ad incidere. Quasi incolore la sua prova, nonostante i partenopei stessero producendo lo sforzo maggiore per agguantare la qualificazione).
Zielinski 5 – Sembra l’ombra di sé stesso. Toloi si alza benissimo in pressing su di lui e non gli lascia produrre la qualità di gioco alla quale ci ha sempre abituati. Poco incisivo, non si inserisce mai tra le linee avversarie e non riesce a creare superiorità numerica (63′ Lobotka 5,5 – Entra in campo insieme a Demme ed il giudizio è il medesimo: poco deciso, si fa scarsamente notare in fase d’impostazione, nonostante il Napoli provi a fare la partita e a pareggiare l’incontro).
Insigne 5,5 – Quasi sufficiente la prova del capitano azzurro. Nella prima frazione di gioco, come tutti i compagni, non trova soluzioni offensive. Sutalo lo argina al meglio ma nonostante ciò, è proprio il 24 a concludere verso la porta le uniche due occasioni partenopee della prima frazione. Nel secondo tempo si posiziona sulla trequarti avversaria e diventa una vera spina nel fianco per la retroguardia orobica.
Osimhen 5 – Non è lo stesso attaccante che abbiamo potuto ammirare ad inizio stagione. Dopo 94 giorni lontano dai campi, il ragazzo nigeriano deve ancora ritrovare lo smalto dei tempi migliori: mancano terribilmente i suoi strappi alla squadra di Gattuso. Nonostante questa scarsa forma fisica, il n°9 rischia di siglare il gol decisivo, se solo Gollini non si interponesse tra il pallone e la rete (79′ Petagna S.V. – Ha pochi minuti per incidere e Caldara riesce anche ad arginarlo).
Lozano 6,5 – È il vero trascinatore della squadra: con le sue sortite offensive riesce ad impensierire la retroguardia nerazzurra. Suo il gol della speranza, che per 25′ riapre il match. Oltre alla rete che accorcia le distanze, il Chucky mette costantemente in apprensione Djimsiti e Toloi. Purtroppo per Gattuso, però, il suo guizzo non basta per guadagnare il pass per la finale.
Gattuso 5,5 – Il 5,5 è dettato da una media tra il voto dato al primo tempo (5) e la votazione assegnatagli per la ripresa (6,5). La gara dell’andata era stata indubbiamente preparata in modo diverso, ma stasera non si poteva scendere in campo per ottenere un pareggio a reti bianche. Durante la prima frazione la squadra soffre terribilmente l’avversario e subisce le reti che ipotecano il passaggio del turno per l’Atalanta. Nel secondo tempo, invece, il cambio di modulo (ma anche d’interpreti) fa sognare il popolo partenopeo. Peccato che l’intuizione sia arrivata con 45′ di ritardo: avremmo ammirato tutto un altro match.