Le pagelle di Inghilterra-Danimarca (2-1 d.t.s.): Kane la decide

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Analizziamo le pagelle di Inghilterra-Danimarca, ultima semifinale di Euro 2021. I Tre Leoni cantano ancora It’s coming home. A Wembley sarà finale contro l’Italia, al termine di una partita tiratissima. Gli scandinavi gettano il cuore oltre l’ostacolo e ci credono davvero: alla strepitoso gioiello su punizione di Damsgaard. Nove minuti dopo, però, arriva lo sfortunato autogol di Kjaer che fissa il punteggio sull’1-1. È una contesa vera, combattuta con orgoglio dai danesi, che rimandano l’esito ai supplementari. Ed è un episodio a svoltare, con Sterling messo giù da Maelhe dopo una serpentina in area. Dal dischetto Kane si fa ipnotizzare, ma è lesto a ribattere in rete. Poca sofferenza per i bianchi, che accedono per la prima volta all’atto conclusivo di Europeo. Gli avversari, invece, non ripetono l’impresa del 1992 ma escono a testa altissima dalla competizione.

Le pagelle di Inghilterra-Danimarca

Prima di prendere in considerazione le pagelle di giocatori e allenatori di Inghilterra e Danimarca, riportiamo quella sull’arbitro.

Arbitro: Makkelie 5,5 – Dobbiamo ammetterlo: qualche dubbio sul rigore resta, dato che il tocco di Maelhe sembra di lieve entità. Nonostante ciò, resta fermo nella sua decisione e decide di assegnarlo. Oltre alla presenza di due palloni in campo nell’azione. Per il resto, giusti i gialli combinati e pochi altri episodi non chiari. Valutiamo le pagelle di Inghilterra-Danimarca.

Pagelle Inghilterra

Pickford 5,5 – Che i britannici abbiano un problema coi portieri è cosa nota. Oltre a risultare imperfetto sulla pennellata di Damsgaard, fa correre brividi sulla schiena dei supporter con rinvii discutibili. Regala almeno due volte il pallone ai contendenti, rispetto a Donnarumma non c’è confronto.

Walker 6,5 – Più contenuto quando Damsgaard è in campo, sale in cattedra e dà maggior supporto alla fase offensiva. Dialoga bene coi compagni è dietro è praticamente impeccabile.

Stones 6 – Nulla di pazzesco, ma allo stesso tempo rimane sempre sul pezzo e non si fa sorprendere. Prova ordinaria, che però conferisce sicurezza a tutta la squadra.

Maguire 7 – Mina vagante nelle palle inattive, ha almeno tre chance per bucare la rete. Pulitissimo in difesa, prosegue un Europeo in crescendo. La perdita del clean sheet non è certamente demerito suo. Mister 80 milioni inizia a farsi rispettare.

Shaw 6 – Tanta intraprendenza sull’out di sinistra, che spesso lo porta a commettere qualche errorino in fase del passaggio finalizzatore. Stryger Larsen e Wass non lo infastidiscono, guardingo e concentrato.

Phillips 6,5 – Sviluppa col passare dei minuti. Gli insegnamenti del Loco Bielsa gli hanno giovato, bene in fase di interdizione e anche nella conclusione dalla distanza. Un punto di riferimento per la mediana, al posto giusto nel momento giusto.

Rice 6 – Gara un po’ da vorrei ma non posso, un po’ a corrente alternata. Sicuramente la sua presenza in impostazione si sente, ma quando si tratta di alzare il ritmo va un po’ giù. Forse non la sua migliore gara all’Europeo, ma non demerita (95′ Henderson 6 – dà un mano a fare legna a centrocampo).

Saka 6,5  – Statistica interessante: è il più giovane ad aver giocato una semifinale di un Europeo. Perfetto quando col suo cross radente provoca l’autorete di Kjaer, poi giocate a sprazzi e buona qualità. Forse può migliorare nella continuità nel match, ma ha tutto il tempo del mondo (69′ Grealish 6 – Il pubblico lo ama e lo acclama ogni volta che sfiora palla. In realtà, però, non fa nulla di trascendentale se non qualche tentativo di giocata sporadico; 105′ Trippier – s.v.).

Mount 5,5 – Troppo timido. Prova a non lasciare prevedibilità, ma è spesso arretato e fumoso negli ultimi metri. Il protagonista della Champions del Chelsea vorrebbe dare di più (96′ Foden 6 – Batte qualche corner e poco altro, avrebbe bisogno di più tempo per poter incidere).

Sterling 7 – Vero e proprio trascinatore. Causa l’autogol di Kjaer, si porta a casa il calcio di rigore e per poco non mette il sigillo finale. Tanta corsa, strappi, tocchi di fino. Al 120′ ha ancora il fiato per lo scatto. Impressionante.

Kane 6,5 – Dà il via al triangolo dell’autorete. Oltre a questo, sembra una serata difficile. Lotta tanto, sgomita ma non trova la via della rete. Resa non è una parola che conosce, come quando ribadisce in rete dopo il rigore parato. E sono 10 in una fase finale di un grande torneo, come un certo Lineker. Hurricane si è destato.

Allenatore: Southgate 6,5 – Scaccia i fantasmi del passato di Wembley ’96, consegnando al suo popolo una finale storica. Parte in apnea, ma i suoi restano sempre in gara e col passare dei minuti la qualità cresce. Ha coraggio nel lasciare fuori Foden e Grealish, adorati da critica e pubblico. Ha avuto ragione lui, ancora una volta, pronto a provare a cantare di nuovo It’s coming home.

Le pagelle di Inghilterra-Danimarca (2-1 d.t.s.): Kane la decide

Pagelle Danimarca

Schmeichel 7,5 – Di padre in figlio. Il nuovo miracolo non riesce, ma è miracoloso lui su Maguire e Sterling. Sfiora il tripudio respingendo il penalty di Kane, ma è sfortunato nella ribattuta. Eroe mancato, ma resterà nel cuore dei tifosi danesi, oltre a quelli del Leicester.

Christensen 6,5 – Più volte chirurgico nelle chiusure, il campione d’Europa coi Blues è un altro elemento ben noto. Presidia la difesa senza lasciare troppi spazi, ha gamba e testa (79′ Andersen 6 – sostituisce il collega acciaccato, non strafà ma non demerita nemmeno).

Kjaer 6 – Ne prende tantissime di testa, col sangue freddo e la decisione nel salvare l’area di rigore. Peccato per l’autorete, che macchia una prestazione altrimenti all’altezza della semifinale. Conclude un Europeo da protagonista.

Vestergaard 6,5 – In forza al Southampton, dimostra di conoscere bene i dettami del calcio inglese. Spavaldo e mai timoroso di tirare indietro la gamba, dà la giusta costanza là dietro. Quando l’Inghilterra assedia tiene botta fino alla fine (105′ Wind s.v.).

Stryger Larsen 6 – Gioca arretrato per contenere le folate offensive di Oltremanica. Qualche timida sortita, ma poco più. Nel complesso, sbaglia poco e conduce una gara ordinata (67′ Wass 5,5 – Si becca un giallo evitabile e sembra poco nel vivo, la sua esperienza non garantisce solidità).

Hojbjerg 6 – Nel primo tempo molto bene in fase di interdizione, nella ripresa cala un po’ alla distanza come tutti i compagni. Europeo comunque giocato più che bene.

Delaney 6,5 – Detta i tempi ed imposta, bravo anche a reggere alle ondate d’urto avversarie. Preferisce la sostanza alla tecnica in alcune circostanze e si rivela la scelta giusta. Esce stremato (88′ Jensen s.v. – Lascia i suoi in 10 per un guaio fisico).

Maelhe 5,5 – Quando gravita un certo Sterling, per lui sono dolori. Specie quando lo tocca in area di rigore. Come Stryger è più dedotto alla fase di contenimento, con la differenza che si ingolfa maggiormente e ne esce a fatica.

Braithwaite 6 – Il giocatore in forza al Barcellona vive a intermittenza. In qualche circostanza dà la sensazione di poter far male, ma finisce per risultare non troppo incisivo. Serve più cattiveria davanti alla porta.

Dolberg 5,5 – Un’unica grande occasione ma sventata per fuorigioco. Poco mobile, è stretto nella morsa di Stones e Maguire, uscirne è difficile. Disorientato, non fornisce troppe soluzioni offensive (67′ Norgaard 5,5 – “Faremo tacere i tifosi dell’Inghilterra”, le sue dichiarazioni. La sua, però, è una prestazione silenziosa, di poca sostanza e affanno).

Damsgaard 7 – Una perla che vale il prezzo del biglietto (introvabile e costoso). Il doriano sa solo segnare gol stupendi, non smette di stupire. Tantissima abnegazione e senso tattico, sarà un mercato vivissimo (67′ Poulsen 5,5 – Tenta di tenere alta la squadra, con pochi risultati. Va molto in pressing, toccando pochissimi palloni).

Allenatore: Hjulmand 6,5 – Se la gioca dal 1′, e non era scontato. Scende in campo una compagine solida e quadrata, compatta e con discrete idee nonostante una tecnica inferiore. Paga il non avere una panchina lunghissima. Il sogno si è fermato, ma il suo compito ha rasentato anche quello psicologico, di una squadra a pezzi. Il mondo si stringe attorno alla sua rosa.

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