La Juventus si aggiudica il Derby d’Italia numero 180 della storia: 86esima vittoria della sull’Inter. I bianconeri sono cinici e spietati, abili a sfruttare le poche occasioni concesse dalla difesa nerazzurra. Di Rabiot e il giovane Fagioli le marcature, polveri bagnate per l’attacco avversario. La squadra di Massimiliano Allegri sale così a quota 25, agganciando la Roma al quinto posto. I ragazzi di Simone Inzaghi, invece, si vedono scavalcare proprio dai torinesi e scendono in settima posizione. A -11 dal Napoli capolista, uno stop dopo quattro successi di fila. Presentiamo le pagelle di Juventus-Inter.
Le pagelle di Juventus-Inter
Prima di analizzare le pagelle dei protagonisti di Juventus e Inter, diamo un giudizio alla prova del direttore di gara.
Arbitro: Doveri 5,5 – Il fischietto della sezione di Roma 1 è chiamato a gestire una situazione complicatissima: l’annullamento del 2-0 di Danilo. Il brasiliano tocca nettamente con il braccio, ma i dubbi restano poiché non può spostare il braccio, circondato da De Vrij. Per il resto, amministra senza patemi la contesa, ma il voto è condizionato. A seguire le pagelle di Juventus-Inter.
Pagelle Juventus
Szczesny 6,5 – Ottime risposte, lucido sulla sventola di Calhanoglu (con l’ausilio della traversa) e sulla saetta di Lautaro, parate decisive ai fini del risultato. Si riprende la Juventus a suon di guantoni.
Danilo 6,5 – Si vede annullare una rete dal VAR, ma l’essenza della sua prestazione è molto altro. Puntualissimo su tutti i palloni, contiene un cavallo pazzo come Dimarco e aiuta in costruzione. L’uomo jolly in più di Allegri.
Bremer 7 – Mette letteralmente il guinzaglio a Dzeko. Pulito in ogni intervento, tiene altissima la concentrazione. Il brasiliano spera che sia una nuova partenza, dopo tanti alti e bassi e un infortunio.
Alex Sandro 6,5 – Funziona da braccetto difensivo, a dispetto dei dubbi sollevati. Soffre un po’ su Dumfries, ma poco a poco ne prende le giuste misure.
Cuadrado 6 – Il colombiano non brilla, eppure il lavoro oscuro in marcatura su Dimarco funziona. Tenta comunque delle sortite offensive.
Fagioli 7 – Impressionante la personalità del classe 2001. Sfrutta appieno il momento infortuni bianconero e sfoggia una grande partita di spada e fioretto. Tanta sostanza in mezzo e la rete che suggella la gara. Chissà come non ha fatto a trovare spazio prima, i giovani devono giocare.
Locatelli 6,5 – Ottimo in fase di interdizione, anche se non è un lavoro pienamente nelle sue corde. Detta i ritmi di gioco e quando c’è da tirare fuori la garra non si tira indietro.
Rabiot 7 – Il transalpino spazza via le critiche con una partita totale. Oltre ad essere presente su ogni pallone, fa partire la staffilata che consegna in mano le redini alla Juventus. Diventa l’eroe dell’Allianz, terzo sigillo in campionato.
Kostic 7,5 – Letteralmente sbizzarrito sull’out di sinistra, incontenibile. Strappa e serve l’1-0 a Rabiot, colpisce un legno e scodella il 2-0 a Bremer (annullato). Uomo ovunque, si prende il palcoscenico.
Miretti 6 – Non nettamente in evidenza. Tenta di giocare tra le linee e da densità, ma risulta essere poco incisivo. Ha tutto il tempo dalla sua parte per crescere ancora (81′ Di Maria s.v.).
Milik 6 – Il polacco gioca molto per la squadra. Si sbatte ma non ottiene occasioni concrete. Non molto servito, ci mette comunque tanta grinta e l’impegno è encomiabile (73′ Chiesa s.v.).
Allenatore: Allegri 6,5 – Una classica vittoria “allegriana”, di ripartenze e letalità. Già, perché la sua Juve si rivela capace di soffrire e velenosa quando bisogna centrare il bersaglio grosso. Conferma la solidità difensiva (solo 7 gol incassati) e riparte da una vittoria importantissima per il morale. Che sia questa la svolta della stagione?
Pagelle Inter
Onana 6,5 – Ci mette una pezza deviando su Kostic, poco può sui due sigilli bianconeri. Dimostra di essersi guadagnato il posto occupato solitamente da Handanovic, forse sul viale del tramonto.
Skriniar 5,5 – Kostic quando lo punta lo mette in difficoltà e manca di determinazione come al solito. Da capitano dovrebbe portare in dote più leadership, invece conferma l’avvio di annata così così (81′ Darmian s.v.).
De Vrij 6 – Il centrale olandese è colui che sfigura meno nel terzetto arretrato. Graziato dalla mano di Danilo, tiene i ritmi difensivi contenendo al meglio Milik. Predica però nel deserto.
Acerbi 5,5 – Meno convinto rispetto alle ultime uscite, un po’ lento e compassato sulle giocate bianconere. Tagliato fuori sull’1-0, fatica a riprendersi.
Dumfries 5 – Non è certo un attaccante, ma l’errore a due passi dalla porta è imperdonabile. Ciabatta clamorosamente e come se non bastasse si fa infilare puntualmente da Kostic. Una serata da incubo (81′ Bellanova s.v.).
Barella 5,5 – Il classe 1997 scivola più volte e si lascia trascinare da un’eccessiva trance agonistica. Vistosamente nervoso, in queste condizioni ne risente tutta la mediana. Perché, nel bene o nel male, è sempre decisivo.
Calhanoglu 6 – Nuovo uomo d’ordine di Inzaghi, il turco sfiora un bellissimo gol dalla distanza. Impone un buon equilibrio in un ruolo non suo, esce per la legge dell’ammonizione del mister ex Lazio (73′ Correa s.v.).
Mkhitaryhan 5,5 – Prova degli strappi solitari, ma è troppo poco per fare male a una difesa ben organizzata. Cala alla distanza, scoraggiato dai pochi palloni toccati (81′ Brozovic s.v.).
Dimarco 5,5 – Poco peperino rispetto al suo solito. Non ha mai la chance di sfondare o andare al tiro, controllato a vista da Cuadrado. Si affievolisce col passare dei minuti (73′ Gosens 5,5 – Sfortunato sul tocco su Fagioli per il 2-0, non apporta mai accelerate sulla fascia).
L. Martinez 5,5 – Il Toro è domato, eppure sembra l’unico a volerci provare veramente là davanti. Due conclusioni: una fuori dalla porta e l’altra intercettata coi piedi da un ottimo Szczesny. Lotta, muovendosi molto, ma non basta.
Dzeko 5 – Un fantasma. La sua esperienza dovrebbe essere decisiva, invece diviene invisibile nella stretta marcatura bianconera. Manca la cattiveria del numero 9.
Allenatore: Inzaghi 5 – Perde l’ennesimo scontro diretto dell’anno, un difetto mai limato pienamente. L’interpretazione del primo tempo è buona, poiché concede poco, paga dazio per l’errore di Dumfries. Come spesso è avvenuto, alcuni cambi sono inspiegabili. Perché togliere un centrocampista offensivo (Mkhitaryan) e inserirne uno di impostazione (Brozovic)? Serve un cambio di mentalità in certe sfide: 11 punti dalla vetta sono un bel solco.