Analizziamo le pagelle di Juventus-Lazio, Monday Night che ha concluso la 37a giornata di Serie A. Risultato che conta più per gli ospiti, che grazie al pari in rimonta di Milinkovic-Savic al 96′ raggiungono l’Europa League. Per i bianconeri, invece, è la serata degli addii di due bandiere: Giorgio Chiellini e Paulo Dybala, lungamente commossi al momento del cambio. Ai ragazzi di Massimiliano Allegri non sono bastate le reti di Vlahovic e Morata, a cui hanno risposto un’autorete di Alex Sandro e il serbo al fotofinish. Juventus stabile in quarta posizione, a -7 i capitoloni.
Le pagelle di Juventus-Lazio
Prima di valutare le prove dei protagonisti di Juventus e Lazio, diamo un giudizio al direttore di gara.
Arbitro: Ayroldi 6 – Il fischietto della sezione di Molfetta ha una gara tutto sommata semplice da gestire, senza episodi eclatanti. Costretto ad estrare più volte il cartellino nella ripresa, fa rispettare la sua esperienza in campo nazionale. A seguire le pagelle di Juventus-Lazio.
Pagelle Juventus
Perin 6,5 – Ancora titolare a discapito di Szczesny, fa quel che può e tiene bene la posizione in tutte le circostanze. Respinge anche la botta dalla distanza di Basic, ma poco può sul tap-in di Milinkovic.
Cuadrado 5 – Diligente, molto attivo in difesa e poco propositivo in avanti. Già è una notizia, lo è ancor di più lo svarione con cui regala palla e ripartenza alla Lazio per il 2-2. Macchia indelebile per il colombiano.
Bonucci 6 – Spazza spesso senza andare troppo per il sottile, puntuale nelle chiusure. Meno presente rispetto al solito quando fa ripartire l’azione.
Chiellini 9 – 560 presenze in bianconero, terzo per gettoni nella classifica di tutti i tempi per la Vecchia Signora. Pochi minuti in campo, ma il voto è un premio a una carriera infinita, fatta di tantissimi alti. Commozione e giro di campo per abbracciare i tifosi (17′ De Ligt 6 – Non pasticcia particolarmente in questa occasione, sbanda un po’ con la retroguardia in occasione dell’1-1).
Alex Sandro 5,5 – Il brasiliano che incantava l’Allianz Stadium sembra un lontano ricordo. In perenne affanno su Lazzari, la ciliegina sulla torta è la deviazione deicisiva sullo stacco di Patric. Un’involuzione inspiegabile.
Miretti 6 – Il ragazzo si farà. Di certo ha tanta strada da fare, ma ha tutto il tempo dalla sua parte. Si assenta un po’ in alcune fasi dell’incontro, si evidenzia per alcune giocate sparse. La scommessa di Allegri.
Locatelli 5,5 – L’ex Sassuolo non riesce ad essere il solito metronomo, sbattendo sulla qualità del centrocampo biancoceleste. Detta poco i tempi, interviene poco nella costruzione dell’azione. Allegri se ne accorge (62′ Aké 6 – Altro giovane interessante, si mette in evidenza per alcune chiusure e un cartellino giallo).
Bernardeschi 6 – Alterna giocate di alta scuola alla poca concretezza negli ultimi metri, quando un suo tiro a giro si perde di poco fuori. Si spegne un po’ alla distanza, ma non demerita per la volontà.
Dybala 6,5 – La Joya non si regala l’ultima gioia, ma gioca una partita di gran classe, aprendo spazi e creando azioni, come quella che propizia il 2-0. Mancherà al popolo bianconero, ne siamo certi (78′ Palumbo s.v.).
Morata 7 – Stasera lo spagnolo è semplicemente inarrestabile. Confeziona un assist per Vlahovic e realizza una rete di pregevole fattura. Come se non bastasse, si esibisce in prodigiosi recuperi difensivi. Cosa chiedere di più? (62′ Pellegrini 5,5 – Dovrebbe garantire più copertura, cosa che non si verifica).
Vlahovic 6,5 – Un pallone toccato e tramutato in rete, come l’oro nelle mani di Re Mida. Lotta per tutto l’incontro senza fare molto altro, ma quel che conta è il sigillo che sblocca la gara (62′ Kean 6 – Sfiora la rete del 3-1 con una bella girata, poi sente l’abbassamento della squadra).
Allenatore: Allegri 5,5 – L’atteggiamento del tecnico livornese sembra troppo remissivo, sin dai primi minuti. Pallino del gioco in mano alla Lazio e ripartenze, strategia che funziona nella prima frazione. Nella ripresa, però, inserisce molti giovani, esigenza dettata anche dalle poche ambizioni rimaste in campionato. Peccato per la festa solo a metà per gli addii di Chiellini e Dybala.
Pagelle Lazio
Strakosha 6 – Non può che restare a guardare su Morata e Vlahovic, per il resto poco sollecitato agli interventi.
Lazzari 6,5 – Insidioso, tenta più di una volta inserimenti e traversoni. Sempre con un dribbling in più rispetto ad Alex Sandro, è una minaccia continua. Esce dopo aver dato tutto (84′ Radu s.v.).
Patric 6,5 – Ha il merito di crederci, propiziando il 2-1 biancoceleste. Inoltre, su Vlahovic è praticamente prefetto, senso dell’anticipo e della posizione. Spazza via le critiche.
Acerbi 6 – Convive con un momento non facile a causa dei dissidi con tifosi. Non compie interventi clamorosi, ma non sbaglia nemmeno troppo. In fin dei conti, se la cava.
Marusic 5 – Colpevolmente in ritardo su Vlahovic, è condizionato dall’errore da matita blu e sembra demotivato. Poco in fase di spinta, in apprensione dalle giocate di Bernardeschi. Dal serbo si attendevano risposte, ma non sono arrivate.
Milinkovic-Savic 7 – Il capitano c’è sempre, anche quando la partita sembra morire. E come quando c’è da ribadire in gol il pareggio, al posto giusto nel momento giusto, dopo una serata che sembrava storta. Fanno 11 in campionato, numeri da bomber.
Cataldi 6,5 – Fa rabbrividire lo Stadium con una traversa imperiosa. Sempre disponibili per i tiri dalla distanza, fa un lavoro immenso di interdizione in mezzo al campo e serve a Patric il 2-1 da corner. Una delle sue migliori gare in biancoceleste (76′ Leiva s.v.).
Luis Alberto 6 – Senza infamia e senza lode. Il fantasista spagnolo difficilmente prende le redini per fungere da regista avanzato, dando una maggiore mano in copertura. Delle volte è più tirato a lucido (76′ Basic 6,5 – Ingresso più che propositivo, grazie alla conclusione che favorisce il pareggio definitivo della partita. Incide ed è decisivo).
Felipe Anderson 5,5 – Il brasiliano vive di sprazzi, tra tentativi di accelerate e tiri impossibili. Dimostra mancanza di continuità, che non lo inserisce tra i top stagionali.
Cabral 5 – Chiamato al complicatissimo compito di sostituire Immobile, è molto più mobile rispetto al numero 17, ma molto meno efficace. Non trova spazi e poco a poco sparisce dal match. Anche se in realtà non ci è mai veramente entrato (52′ Pedro 5,5 – Qualche bordata da fuori e poco più, chiaramente in debito di condizione).
Zaccagni 6 – Coraggioso a provare più volte la soluzione da diversi metri, prova a prendersi sulle spalle il peso dell’attacco. Non basta, ma si mette a pieno servizio della squadra.
Allenatore: Sarri 6 – Colpito a freddo da una Juventus cinica, spinge indietro la Juventus nella ripresa e strappa un punto preziosissimo contro un allenatore con cui ha un bilancio negativo (2 successi su 13). Non è la solita Lazio, ma è determinata nel crederci fino alla fine. Ora l’obiettivo è di alzare lo step nella prossima stagione. Magari con una mano dal mercato.