Juventus-Milan termina 1-1 e riportiamo le relative pagelle. All’Allianz Stadium i bianconeri accarezzano l’idea di portare a casa la prima vittoria stagionale, ma l’incornata di Rebic fissa il punteggio sul definitivo pari. Dopo appena 4′ era stato Morata a portare avanti la squadra di Allegri grazie a un contropiede perfetto. Qualche chance gettata al vento e nel secondo tempo i rossoneri, senza strafare, trovano il jolly che vale un punto. L’ultimo pareggio tra le due compagini in Serie A risaliva al 2012, gara rimasta nota per il famigerato gol non assegnato a Sulley Muntari. In panchina dei milanesi sedeva proprio Allegri. Per le zebre 2 punti e appuntamento rimandato al primo successo, mentre gli ospiti agganciano momentaneamente i cugini in vetta a quota 10. In attesa del posticipo Udinese-Napoli.
Le pagelle di Juventus-Milan
Prima di analizzare le pagelle di giocatori e allenatori di Juventus e Milan, riportiamo quella sul direttore di gara.
Arbitro: Doveri 5,5 – Nessun errore da matita blu, ma manca un giallo a testa, a Bentancur e Tomori, per degli interventi scomposti. Gli animi surriscaldano e sembra non essere troppo severo, lasciando correre e sperando che la situazione si plachi. Non è così, specialmente nel secondo tempo, quando sale l’agonismo. Seguono le pagelle di Juventus-Milan.
Pagelle Juventus
Szczesny 6,5 – Il “Codice Fiscale” si riscatta dalle critiche soprattutto nel finale, quando compie un miracolo sul subentrante Kalulu. Sul gol non ha colpe, ordinaria amministrazione su cross e respinte.
Danilo 6 – Il pericolo Leao è contenuto al meglio da parte del brasiliano, che però manca in fase di spinta offensiva. Diligente e arretrato, svolge il suo compito senza strafare.
Bonucci 6 – Qualche svarione a parte, dirige bene l’orchestra della difesa, ricomponendo la coppia dell’Europeo col compagno di tante battaglie. Dalla sua parte girano spesso al largo, sanno che difficilmente si troverà spazio.
Chiellini 6,5 – 37 anni e non sentirli. Si appiccica a chiunque si avvicini all’area di rigore, ha una grinta che sveglierebbe anche il più demotivato tra i compagni. Difficile da domare, sempre sul pezzo per le chiusure.
Alex Sandro 6 – Inizia bene il dialogo con Rabiot, poi cala un po’ alla distanza. Kalulu lo taglia fuori un po’ spesso, ma per i bianconeri non ci sono conseguenze. Può dare di più, un giocatore da riscoprire lentamente.
Cuadrado 6,5 – Sempre pimpante, anche alzato sull’esterno di centrocampo. Nella prima frazione lascia Theo Hernandez in continua apprensione, buone le percussioni e le idee per la squadra. Lascia il posto al grande assente dal 1′ (72′ Chiesa 5,5 – Ha qualche problema di condizione e si vede. Non ha molto tempo per incidere, ma in generale si vede veramente pochino).
Bentancur 6 – Regia sapiente in mezzo al campo, i suoi tocchi ricevono gli applausi dell’Allianz. Si assenta un po’ nella ripresa, ma prova ad essere il punto di riferimento per tutti i 90′.
Locatelli 5,5 – L’ex di turno gravita in mezzo al campo, pestandosi i piedi spesso con il collega uruguaiano. In colpevole ritardo sullo stacco di Rebic da calcio d’angolo, chiude una gara da vorrei, ma non posso. Atteso per la sua conferma per il centrocampo bianconero del futuro.
Rabiot 5,5 – Adattato ad esterno alto, tenta qualche incursione ma spesso va a sbattere contro il muro. Non capitalizza un possibile 2-0 a tu per tu con Maignan facendosi rimontare da Tomori ed è partecipe alla gara delle responsabilità sul corner dell’1-1. Il francese è così, prendere o lasciare, mai una via di mezzo.
Dybala 6,5 – Per un’ora e passa fa strabuzzare gli occhi dei tifosi. Si abbassa per andare a prendere il pallone e la sua è una regia a tutto attacco. Giocate illuminanti e tocchi di fino che fanno comprendere quanto fosse mancata la vera alla Juventus. In attesa del rinnovo di contratto (79′ Kulusevski s.v.).
Morata 7 – Spesso nel vortice delle critiche, stavolta ne è esente. Freddo di fronte a Maignan, bravo a far salire la squadra e a difendere buoni palloni. È in un ottimo momento di forma e va sfruttato: terzo gol di fila in tre match (66′ Kean 6 – Sfiora il gol con una bella giocata, sebbene avesse toccato con un braccio. Piuttosto vivo, prova ad essere il jolly pescato dalla panchina).
Allenatore: Allegri 6 – In conferenza afferma che la gara è più importante per l’avversario che per la Juve. Resta il fatto che i bianconeri non totalizzavano vittorie dopo 4 giornate da 60 anni. Si porta avanti ma la sua squadra sembra avere scarso mordente per colpire ancora, se si escludono i primi 20′. Nella ripresa i suoi vivacchiano e da calcio piazzato incassa il gol del pari. Va ritrovata la mentalità giusta, la prossima con lo Spezia è una gara da vincere.
Pagelle Milan
Maignan 6,5 – Bravo a dire di no a Dybala con un bel tuffo, sempre sicuro tra i pali. Il capitolo Donnarumma sembra già essere terminato, lui è il segnalibro.
Tomori 6,5 – Anche da terzino è puntualissimo nei recuperi difensivi, specie quello salvifico su Rabiot. Dirottato poi nel suo ruolo originale, continua la sua prestazione di certezze.
Kjaer 6 – Bene negli anticipi ma deve issare bandiera bianca per un problema fisico. Una fragilità fisica che lo ha troppo spesso condizionato in questi due anni di Milan (35′ Kalulu 6,5 – Ingresso deciso. Spinge molto e l’urlo al gol rimane strozzato in gola grazie al miracolo di Szczesny. Balla un po’ inizialmente dietro, ma si rassesta e recupera diversi palloni. Merita qualche chance in più).
Romagnoli 6 – il ritrovato capitano controlla piuttosto bene la difesa, ogni tanto fa qualche papera ma a modo suo rimedia. Pioli spera di aver recuperato un’alternativa importante dopo il boom Tomori.
Theo Hernandez 5,5 – Sgraziato quando regala il pallone dell’1-0 in ripartenza alla Juve. Il giocatore della scorsa stagione, per il momento, sembra rimasto a Milanello. Pochissimo acceleratore in avanti, in continuo affanno dietro. Che sia un calo fisiologico o meno, i rossoneri sperano di recuperarlo quanto prima possibile.
Tonali 6,5 – Torna la direzione d’orchestra sapiente. Cresciuto enormemente, ci pensa lui a tamponare ed impostare. Bell’angolo da cui nasce il gol di Rebic, il classe 2000 ex Brescia cresce in personalità ed imposizione in mezzo al campo.
Kessié 5 – Anche l’ivoriano sembra in deciso momento giù, che ci sia in ballo la questione rinnovo? Non fa ruotare la mediana, si assenta e spesso il centrocampo avversario appare in sopravvento. Pioli lo sostituisce ed è un segnale (63′ Bennacer 6 – Alterna qualche disattenzione a discreti recuperi, un giudizio a metà).
Saelemaekers 5,5 – Solita corsa e tanta, tanta dedizione. Passa il tempo a rincorrere tutti, ma in pratica fa solo quello. Poco incisivo nei fraseggi, si limita al passaggio semplice e si accontenta di poco. Quando diventerà più cattivo in avanti, diventerà un gran bel giocatore. Stasera, però, i polmoni non bastano (63′ Florenzi 6 – Entra piuttosto bene, con personalità e senso della posizione. Partecipa a un’incursione finale).
Brahim Diaz 6 – Un po’ in tono minore rispetto alle ultime gare, ma fa sentire la sua presenza. Svaria ed è una continua fonte di idee, corre senza darsi mai pace. Pioli sembra aver trovato il suo Diez (93′ Maldini s.v.).
Leao 5,5 – dopo la prestazione monstre contro la Lazio il portoghese si prende una pausa. Si incaponisce in dribbling impossibili, facilmente letti. I traversoni non sono precisi e si incarta su sé stesso. Talento ma con pause.
Rebic 7 – Dopo 77′ minuti di difficoltà, in un ruolo non suo e attorniato dalla premiata ditta Bonucci-Chiellini, va a segnare il gol numero 500 dei croati in Serie A. Dopo il “stai muto” di Bonucci, ammutolisce a sua volta lo stadio. Ancora in gol dopo la mancata nottata da sogno a Liverpool, risponde presente alle esigenze dell’allenatore.
Allenatore: Pioli 6,5 – La maledizione degli infortuni lo colpisce ancora. Giroud, Ibrahimovic, Calabria e a gara in corso Kjaer. Tuttavia, aldilà delle assenze, recupera una gara che sembrava mettersi male. I suoi non hanno la solita qualità nei passaggi e nelle giocate, ma ne basta una decisiva per strappare un punto. Azzarda Tomori terzino per poi rispostarlo: per quel che si è visto è andata bene. La sua mano è sempre più evidente.