Va in scena a Valdebebas l’ultima giornata d’andata del girone di Champions League per Real Madrid e Inter. I blancos arrivano all’appuntamento da ultimi in classifica, i nerazzurri, però, non se la passano meglio: due punti e terzo posto. Dopo la sfida spagnola, ecco di seguito una breve analisi e le pagelle di Real Madrid-Inter.
La partita ha due facce e due fasi ben distinte: la prima vede il Real Madrid monopolizzare il gioco e l’Inter soffrire. In 35 minuti la squadra di Zidane segna due reti e mette alle strette la compagine di mister Antonio Conte. Numerose le occasioni create, partite dalle incursioni offensive di Lucas Vazquez ed Eden Hazard. Handanovic è chiamato più volte alla parata, incolpevole però sui gol di Benzema e Sergio Ramos.
Nella seconda parte del match, che inizia nel momento in cui Lautaro Martinez accorcia le distanze, l’Inter prende campo e coraggio: domina, trova il pareggio con Perisic su imbucata del solito Martinez e rischia addirittura di far cadere lo squadrone spagnolo. Offre incoscientemente il fianco alla squadra di Madrid, che all’80esimo non perdona e chiude la pratica, grazie alla rete del nuovo entrato Rodrygo.
Le pagelle di Real Madrid-Inter
Arbitro: Clement Turpin 6 – Partita corretta e non a ritmo elevato. Il Real non pressa alto e concede anche qualcosa in fase difensiva, l’Inter non ha la consueta voglia e la cattiveria che solitamente la contraddistinguono. Ne scaturisce un incontro rispettoso, senza però farsi mancare qualche attrito: bravo il fischietto francese nell’ammonire Vidal per l’intervento a centrocampo contro Vazquez. Rivedibile la decisione in occasione del vantaggio spagnolo: Mendy sbilancia Hakimi che con il retropassaggio favorisce Benzema. In una visione d’insieme, però, possiamo constatare sicurezza ed abilità nel tenere in mano le redini della gara.
Pagelle Real Madrid
Courtois 6 – L’estremo difensore belga è abile nel far ripartire la propria squadra anche da dietro, grazie all’utilizzo del gioco a terra. Sicuro in alcuni interventi, dà sempre serenità ai compagni. Incolpevole sui gol di Martinez e Perisic.
Lucas Vazquez 7 – Grande prova del ragazzo spagnolo. Oggi il canterano è adattato nel ruolo di terzino ma non demerita assolutamente. In fase di contenimento non lascia mai che Young sfondi dal proprio lato, in proiezione offensiva dà una grossa mano ed un grande supporto ai compagni. Davvero sorprendente.
Sergio Ramos 6,5 – Soffre un po’ Lautaro, che quando agisce dalle sue parti e mette palla a terra riesce a trovare un minimo di profondità. Roccioso nei tackle e nel gioco aereo, non si lascia mai battere dai rispettivi avversari. Al 33′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, si stacca dalla marcatura di De Vrij ed insacca alle spalle di Handanovic, trovando l’ennesimo gol di una carriera straordinaria.
Varane 5,5 – Appena sotto la sufficienza la prova del centrale francese. Arriva con un pizzico ritardo in chiusura sul gol di Lautaro Martinez. In altre occasioni, soprattutto in impostazione, non è sembrato minimamente uno dei migliori centrali del mondo.
Mendy 7 – La prestazione di stasera del ragazzo transalpino ci fa capire perché il Madrid ha deciso di privarsi di Hakimi. Il classe ’95 non fa mai passare l’esterno marocchino: lo chiude in tempismo, non viene mai superato in velocità. Un muro sulla sinistra madrilena, una certezza.
Kroos 6 – Non la migliore prova da parte del centrocampista tedesco. A volte in ombra, svolge però i compiti d’impostazione in modo egregio e si completa alla perfezione con il compagno di reparto Casemiro (78′ Modric s.v. – Neanche 15′ concessi al croato, che entra a partita ancora in discussione. Dà ordine alla manovra ma non incide come ci si aspetta da chi, solo due anni fa, ha battuto Messi e Ronaldo nella corsa al Pallone d’Oro).
Casemiro 6,5 – Il numero 14 del Real Madrid è una certezza. Muscoli, fiato e cattiveria al servizio della squadra, senza mai essere in ritardo ma essendo sempre un valore aggiunto in mezzo al campo.
Valverde 6 – Se pensiamo che questo ragazzo convince Zidane a lasciare in panchina un pallone d’oro (Modric), possiamo renderci conto del suo vero potenziale. Il coraggio del proprio mister viene più volte ripagato con incursioni, conclusioni ed anche cattiveria agonistica al centro del rettangolo verde. Dai suoi piedi parte la palla per Vinicius Jr., che poi propizierà il gol della vittoria.
Asensio 5,5 – Non totalmente sufficiente la prova dell’esterno offensivo. Lucas Vazquez è schierato da terzino ma si affaccia più volte di lui nell’area avversaria. Tanta volontà ma poca concretezza negli ultimi 20 metri (64′ Rodrygo 7 – L’ex-Santos entra, segna e decide il match. Gli bastano 25′ per lasciare il segno e per regalare la gioia della vittoria a Zidane e compagni. Sfrutta uno dei pochi palloni a propria disposizione per battere Handanovic).
Benzema 6,5 – L’attaccante francese, non a caso, è reputato uno dei bomber più letali a livello mondiale. Gli basta una mezza palla, un’indecisione interista per fiondarsi sulla sfera, superare Handanovic e depositare in porta. Una certezza, il faro al centro dell’attacco del Real Madrid. Lotta con De Vrij, combatte anche con gli altri centrali e non si risparmia mai.
E. Hazard 6 – Da una sua incursione scaturisce l’angolo dal quale Sergio Ramos trova il raddoppio. E’ un calciatore da ritrovare, deve ancora scoprire il lato di migliore di sé a Madrid. Dopo una stagione falcidiata dagli infortuni, stasera aggiunge un tassello importante per la propria ricostruzione (64′ Vinicius Jr. 6,5 – Entra a gara in corsa per spezzare gli equilibri. Si posiziona dal lato di Hakimi e D’Ambrosio, creando scompiglio nella retroguardia interista. Dai suoi piedi parte l’assist per il definitivo 3-2).
Allenatore: Zidane 6,5 – Il francese, vincitore di tre Champions League, si trova in difficoltà dopo le prime due gare del girone. Stasera allora decide di affidarsi all’attacco titolare, schierando alle sue spalle anche la formazione-tipo. Ripagato degli sforzi, non riesce però a tenere alta l’attenzione, subendo la rimonta interista. Con i due cambi effettuati al 64° minuto, però, indirizza il match. Le sue tre carte (Valverde, Vinicius Jr. e Rodrygo), infatti, confezionano il gol vittoria.
Pagelle Inter
Handanovic 6,5 – Nella prima frazione di gioco è chiamato agli straordinari. Già al decimo deve compiere un grande intervento su Valverde. Sempre durante il primo tempo chiude in corner una sortita offensiva di Hazard ed è chiamato in causa più volte anche dai compagni. Incolpevole sul primo gol di Benzema, avendo tentato il salvataggio disperato in uscita. Sui gol di Ramos e Rodrygo non può fare nulla.
D’Ambrosio 5 – Insufficiente la prova dell’italiano che, però, non può vedersi imputate tutte le colpe. Non demerita per 70′ ma soffre terribilmente la velocità di Vinicius Jr. Poco aiutato da Hakimi, perde l’esterno brasiliano (come con Leao in occasione del gol di Ibrahimovic nel derby) che si invola verso la porta e serve Rodrygo per il gol del definitivo 3-2.
De Vrij 5,5 – Non totalmente promosso il roccioso centrale olandese. Soffre la fisicità di Benzema e certamente pesa il non sentirsi protetto totalmente dai propri compagni di reparto. Regge l’urto contro l’attaccante franco-algerino ma da lui ci si aspetta ben altro, anche in fase di costruzione.
Bastoni 6 – Il migliore dei difensori interisti. Non soffre la velocità avversaria, sa stare al gioco e sa come affrontare il diretto avversario. L’Inter non può fare a meno di questo ragazzo, italiano e giovane, con un grande potenziale ma già autore di prove convincenti, come quella di stasera.
Hakimi 5 – Nella serata che lo vede opposto al suo passato, il marocchino tradisce le attese. Il retropassaggio che causa il gol di Benzema è un errore da “scuola calcio”, l’aiuto non portato a D’Ambrosio in fase di copertura è una mancanza importante, la sfida in velocità con Mendy sulla fascia non gli lascerà bei ricordi per il futuro. Da rivedere, ma il ragazzo è giovane ed ha ampi margini di crescita.
Brozovic 5,5 – Meglio rispetto ad altre partite: inizia in modo propositivo la gara ma purtroppo sulla distanza delega i suoi numerosi compiti al compagno di reparto Barella. Poco in luce e surclassato dalla fisicità e dinamicità avversaria, rischia di scomparire più volte dal campo.
Vidal 4,5 – Disastroso. La domanda che si pone il tifoso interista è: dov’è il giocatore tanto voluto da Conte e ammirato durante le stagioni bianconere? Stasera è la brutta copia del talento che è stato. Sempre in ritardo negli interventi, poco convincente in fase di costruzione, perde una marea di palloni nelle zone calde del campo. Talmente nel pallone da rimediare un cartellino giallo a metà campo per fallo su un avversario girato verso la propria area di rigore (86′ Nainggolan s.v. – Il calciatore straordinario ammirato a Cagliari la stagione passata sembra davvero un leone in gabbia. Vale davvero la pena far giocare il cileno e non concedere spazio al talento belga?).
Barella 7 – La vera luce della squadra di Conte. Il cuore, le gambe, la tecnica sopraffina e la testa del centrocampo interista. Al 35′, poi, pesca Lautaro Martinez con un colpo di tacco illuminante: una giocata da fuoriclasse vero. Corre e gestisce il gioco per tre calciatori: imprescindibile (77′ Gagliardini s.v. – Entra in campo per dare solidità e fisicità, per provare a creare le ultime palle gol nel finale. Non ci riesce più per mancanza di tempo che per mancanza d’idee).
Perisic 6,5 – Il ragazzo croato, nonostante le prove sempre altalenanti tra luci ed ombre, riesce a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Sabato regala la gioia del pareggio all’Inter, oggi corre e si dà da fare in un ruolo a lui non congeniale e, al 68′, trova il gol del momentaneo pareggio. E’ una risorsa che va sfruttata coi modi e tempi giusti (77′ Sanchez s.v. – Il ragazzo cileno viene inserito davvero troppo tardi per poter essere valutato. Nonostante rientrasse da un affaticamento sembra davvero troppo limitato lo spazio concessogli stasera).
Lautaro Martinez 7 – Il numero 10 interista, in mancanza dell’usuale compagno di reparto, si traveste “da Lukaku”. Ingaggia una vera battaglia fisica e personale sia con Varane che con Sergio Ramos, scende anche fino al cerchio di centrocampo per smistare palloni ed effettuare le sponde. Sul passaggio illuminante di Barella fulmina Courtois, dimostrando di non aver perso il killer-instinct. In occasione del raddoppio è proprio l’ex-Racing Club che con un colpo di testa propizia il gol del pareggio di Perisic.
Allenatore: Antonio Conte 5 – Forse anche fin troppo generoso il voto dato al tecnico italiano. L’ex-Chelsea sembra aver perso lo smalto e la cattiveria dei tempi d’oro. Non vederlo affrontare le partite con la giusta rabbia e con la cattiveria che sempre lo ha contraddistinto lascia molti dubbi. Certamente è inaccettabile la testardaggine con la quale approccia il match: non cambia mai il modulo o il modo di giocare, non effettua mai in anticipo le sostituzioni e non stravolge mai il volto della propria squadra. Spento e demotivato, sembra stia influenzando anche i propri ragazzi, che ormai da troppo tempo sembrano aver perso la grinta dei giorni migliori.