Nell’andata della semifinale di Conference League, la Roma ottiene un buon pareggio in casa del Leicester. La sfida termina 1-1, un risultato che destina alla sfida di ritorno di giovedì prossimo il nome della finalista. La squadra di Mourinho sfodera una eccellente prestazione sul piano della solidità difensiva per più di un’ora di gioco. I giallorossi chiudono addirittura in vantaggio la prima frazione grazie a Pellegrini. Il capitano è bravo a insaccare l’unico tiro in porta costruito dagli uomini del tecnico portoghese. A metà ripresa, però, gli sforzi offensivi degli inglesi vengono premiati e Lookman trova la rete del pari. Diamo subito uno sguardo alle formazioni iniziali per entrare nel merito dell’analisi tattica di Leicester-Roma.
Padroni di casa in campo col 4-3-3. Schmeichel tra i pali, difesa con Castagne e Pereira sugli esterni e coppia centrale formata da Evans e Fofana. Tielemans in cabina di regia, con Dewsbury-Hall e Maddison ai suoi lati. In avanti, Vardy guida l’attacco insieme alle ali Lookman e Albrighton.
Negli ospiti, solo due variazioni rispetto alla partita contro l’Inter. Nel 3-4-2-1 giallorosso troviamo Rui Patricio in porta, retroguardia con Ibanez, Smalling e Mancini. Con Mkhitaryan c’è Cristante in mezzo al campo, mentre sono confermati Zalewski e Karsdorp sulle fasce. Il riferimento offensivo centrale è sempre Abraham, con Pellegrini e il rientrante Zaniolo a supportarlo.
Primo tempo: il Leicester macina, ma la Roma colpisce
L’analisi tattica di Leicester-Roma è contrassegnata, soprattutto nel primo tempo, dalla grandissima solidità difensiva dei giallorossi. In fase di non possesso, la squadra di Mourinho si dispone con un compatto 5-3-2. Si formano così diversi duelli determinanti in varie zone del campo. A centrocampo regna la parità numerica. Pellegrini è in marcatura fissa su Tielemans. Mkhitaryan si occupa di Dewsbury-Hall, mentre a Cristante tocca il ben più pericoloso Maddison. Gli ospiti sono chiamati ad una partita di grande attenzione fin dai primissimi istanti. Nonostante la pressione alta, gli inglesi non rinunciano a impostare dal basso, cercando lo sviluppo dell’azione sulla fascia destra, lato forte del loro attacco.
Su questa corsia, infatti, agiscono Albrighton, che rimane sempre molto largo, e Pereira. Quest’ultimo, a differenza di Castagne, spinge molto, portando delle sovrapposizioni interne. Il lato destro, però, è anche quello di competenza di Maddison, giocatore deputato a innescare i movimenti in profondità di Vardy. Con Tielemans perennemente oscurato, il numero 10 delle foxes ricopre il ruolo di vero regista offensivo della squadra, venendo spesso a giocare anche in una posizione più centrale. Nonostante il Leicester macini gioco, la Roma resiste splendidamente, respingendo gli attacchi dei britannici. Ciò grazie alla straordinaria attenzione nelle coperture da parte dei 3 difensori. In particolare di Smalling, che non concede il minimo spazio di manovra a Vardy ed è puntuale in tutte le chiusure.
Col passare dei minuti, oltre a tenere bene il campo, i giallorossi cominciano ad alzare il livello dell’intensità fisica. La linea difensiva accorcia in avanti, consentendo un proficuo recupero del pallone. La fascia destra degli inglesi, poi, si rivela essere anche croce (difensiva), oltre che delizia (offensiva). Al minuto 15, la Roma costruisce la sua prima vera azione e va a segno. Su un cambio di gioco, Albrighton perde completamente Zalewski, che guadagna campo e serve in profondità Pellegrini. Il capitano giallorosso, non seguito da Tielemans, si inserisce tra i due centrali e, raccolto l’assist del compagno, batte Schmeichel, portando i suoi in vantaggio.
Analisi tattica Leicester-Roma: la reazione delle foxes
Col vantaggio acquisito, la squadra di Mourinho rimane concentrata nel non concedere spazio al Leicester, soprattutto tra le linee. Al minuto 21, Rogers perde Castagne per un problema fisico. Al suo posto inserisce Justin, con caratteristiche maggiormente volte alla spinta rispetto al belga. I giallorossi mantengono le linee compatte e strette, provando poi ad andare velocemente in contropiede. Tuttavia, difettano di precisione e calma nell’ultimo passaggio, dopo aver sviluppato egregiamente l’azione.
Per rendersi efficacemente più pericolosi, gli inglesi devono affidarsi al loro uomo di maggiore qualità, Maddison. In generale, le foxes cercano di portare superiorità numerica in mezzo al campo. Lookman si accentra molto, venendo a dialogare con i centrocampisti. Il numero 10, invece, approfitta dello spazio che si libera al limite dell’area per andare alla conclusione. Smalling, però, ancora una volta, è determinante con le sue uscite dalla linea difensiva per opporsi ai tentativi dalla distanza. Non è un caso se, nonostante le tante azioni costruite, il Leicester arriva a concludere una sola volta nello specchio della porta di Rui Patricio.
La squadra di Mourinho, al netto di qualche brivido su situazione di palla inattiva, dove si rende prezioso il contributo di Abraham, gioca un primo tempo perfetto dal punto di vista tattico. Un po’ meno bene, invece, in qualche uscita, con Tielemans più volte protagonista di intercetti in mezzo al campo che aprono varchi alle azioni dei padroni di casa. Le foxes, però, non riescono ad innescare né il loro centravanti in profondità, né le mezz’ali tra le linee. Il primo tempo si conclude così sullo 0-1.
Secondo tempo: il Leicester carica e agguanta il pareggio
Nella ripresa, il copione dell’analisi tattica di Leicester-Roma non cambia. Gli inglesi continuano a fare la partita attraverso azioni manovrate palla a terra. Il lato forte rimane ancora quello destro. Stavolta, però, riescono a mettere maggiore pressione con Albrighton che, dopo il brutto primo tempo, trova finalmente qualche guizzo. Gli uomini più pericolosi restano sempre due. Lookman, con i suoi movimenti ad attaccare il secondo palo, che tuttavia trovano sempre un attento Karsdorp in chiusura sulla diagonale. Maddison, con la sua posizione quasi da trequartista, in verticale rispetto a Tielemans, più libero di andare tra le linee o inserirsi in area.
Al minuto 57, Mourinho perde Mkhitaryan per infortunio. Al suo posto entra Veretout. Rodgers, 5 minuto dopo, prepara un doppio cambio che si rivela determinante. Entrano Iheanacho e Barnes per Vardy e lo stesso Albrighton. Il nigeriano funge da centravanti, mentre l’altro neoentrato si colloca a sinistra, con conseguente spostamento di Lookman dalla parte destra. L’ex Lipsia beneficia subito della nuova posizione, trovando la rete dell’1-1 al minuto 67. Tutto nasce da una bella, ma anche fortunata, giocata di Barnes sul lato mancino. Il suo cross dal fondo trova Lookman, che riesce a deviare il pallone in porta nonostante la stringente opposizione di Mancini. La Roma comincia a perdere un po’ di brillantezza e le maglie difensive si allentano. I giallorossi non riescono più ad accorciare coi tempi giusti e finiscono per abbassarsi troppo.
La squadra di Rodgers prova allora ad approfittarne, premendo al massimo. Mourinho si copre, inserendo Oliveira per Zaniolo e passando ad un 3-5-1-1. I giallorossi vogliono abbassare i ritmi tenendo palla, ma le foxes sono aggressive e recuperano facilmente il possesso. L’unica soluzione per uscire da questa situazione difficile è affidarsi ad Abraham. L’attaccante inglese è fondamentale sia venendo incontro, per poi servire i movimenti in verticale dei compagni, sia attaccando lui stesso la profondità. Grazie ad alcuni suoi guizzi nel finale, la Roma costruisce qualche situazione interessante, senza però riuscire a concretizzare.
Nel finale, il forcing dei padroni di casa cala e i giallorossi riescono a trovare le ultime energie per rimanere concentrati e non lasciarsi sorprendere. Il tecnico portoghese si gioca anche le carte Vina e Felix. Alla fine, però, permane la parità.
Analisi tattica Leicester-Roma: le considerazioni finali
Il Leicester, dopo aver sbattuto ripetutamente contro il muro giallorosso, riesce ad evitare la sconfitta. Gli inglesi giocano sicuramente una buona gara, soprattutto nel secondo tempo grazie ai cambi. Per fare male a questa Roma in casa e accedere così alla finale, c’è bisogno di qualcosa in più. Le foxes dominano nelle principali voci statistiche della gara, ma a conti fatti, raccolgono pochissimo rispetto a quanto seminato. La squadra paga le prestazioni sotto tono di alcuni giocatori. In primis quelli offensivi, come Albrighton e Vardy. Quest’ultimo, al netto delle sue precarie condizioni fisiche, svaria tutto su tutto il fronte, ma non riesce a essere servito in profondità, dove diventa veramente devastante. Prima del ritorno, la squadra di Rodgers è chiamata ad una difficile sfida in casa del Tottenham. Possibile ultima chance per rimanere nella corsa all’Europa.
La Roma esce sicuramente più soddisfatta con questo risultato. I giallorossi si riprendono dopo la brutta trasferta di Milano e sfoderano una grande prestazione di attenzione e generosità. Un grosso plauso va alla difesa, in particolare a Smalling, determinante per tutti i 90 minuti. Al ritorno servirà, però, qualcosina in più dal punto di vista offensivo, cercando di sfruttare le situazioni in campo aperto con la velocità e la forza di Abraham. Da migliorare anche quelle situazioni di gestione del possesso, troppe volte macchiate da imprecisione e confusione. Nulla da obiettare, invece, per quanto riguarda la personalità dimostrata dai capitolini. Una caratteristica perfettamente incarnata dal classe 2002 Zalewski. Una certezza a cui ormai il tecnico portoghese rinuncia difficilmente, venendo anche ripagato con brillanti prestazioni e giocate decisive. Anche la Roma affronta un impegno tosto prima del ritorno. All'”Olimpico” arriva, infatti, un Bologna in forma smagliante.