Il 30 % delle società dilettantistiche rischia di scomparire e con esse l’attività di circa 200 mila ragazzi tra i 5 e i 16 anni. Potrebbe essere questo il triste bilancio dopo la seconda ondata di coronavirus. Mettendo da parte le ingenti perdite nei professionisti, chi rischia davvero di subire un contraccolpo pesantissimo è il calcio dilettantistico. Non solo, tutto questo potrebbe generare numerosi danni anche per le casse dello Stato: secondo un algoritmo calcolato da Federcalcio e Uefa l’attività dilettantistica genera in Italia vantaggi all’economia per 2,1 miliardi di euro all’anno. L’impatto della prima ondata da Covid-19 è stato attutito, grazie anche all’immenso sforzo delle società, ma, al termine della seconda ondata, gli effetti potrebbero essere irreparabili. Quali sono i fattori che potrebbero far crollare il sistema del calcio dilettantistico a causa del Covid?
Problemi del Covid e soluzioni per il calcio dilettantistico
Sponsorizzazioni. Le maggiori entrate per le società dilettantistiche derivano da accordi verbali di sponsorizzazione con le realtà imprenditoriali locali. Le incognite legate alla ripartenza hanno spinto gli imprenditori a tutelare la propria azienda, a discapito degli investimenti nel calcio dilettantistico durante la pandemia da Covid-19.
Incassi del botteghino. I ricavi del botteghino, certo, non rappresentano la principale fonte di entrata per le società dilettantistiche, soprattutto dal campionato di Eccellenza in giù. I mancati introiti derivanti dall’assenza di pubblico graveranno soprattutto sui costi legati alle utenze, spese sanitarie e trasporti, che le società dovranno accollarsi interamente. Discorso totalmente diverso deve essere fatto per alcune realtà della Serie D, come il Palermo, lo scorso anno reduce da fallimento, dove l’incasso derivante da abbonamenti o biglietti, strappati il giorno della partita casalinga, poteva far fruttare più di 100 mila euro a match. Non solo, soprattutto per quanto riguarda le realtà locali e le piccole cittadine, lo stop imposto anche ai tornei festivi, come quelli del Primo Maggio o di Pasqua, ha tagliato fino ad un terzo delle entrate totali in una singola stagione per le società.
Grandi e piccoli dilettanti
Scuole calcio e Prima Squadra. Il settore giovanile e soprattutto le scuole calcio rappresentano l’anima di questo sport. In media le società richiedono un contributo alle famiglie di 300 euro annuali in modo che il proprio figlio possa godere di alcune garanzie. Uno staff tecnico preparato, dell’abbigliamento per tutte le stagioni e i trasporti. Lo stop imposto lo scorso febbraio ha costretto le società a dover rimborsare almeno una quota del 30% dell’iscrizione annuale, nell’ottica di preservare anche i buoni rapporti con i genitori per l’anno successivo.
Le incognite legate alla ripartenza e la paura di un secondo stop, arrivato a fine ottobre, hanno obbligato le associazioni dilettantistiche a ridurre la quota annuale. Ciò ha avuto forti ripercussioni anche sui rimborsi legati ai giocatori della prima squadra. Infatti, soprattutto nei campionati di Serie D ed Eccellenza, gli atleti sono dovuti venire incontro alle esigenze delle società, tagliandosi drasticamente il rimborso spese. Spesso è una seconda fonte di guadagno soprattutto dalla Promozione in giù, ma a mano a mano che si sale, sono sempre di più i giocatori che “campano” di calcio.
La soluzione contro il Covid di Lele Adani per il calcio dilettantistico
La Soluzione di Lele Adani tra calcio dilettantistico e Covid. Il noto telecronista sportivo, nonché ex difensore dell’Inter, si è schierato dalla parte dei dilettanti. Secondo Adani l’unico modo per salvare il mondo dilettantistico sarebbe quello di inserire nei contratti dei calciatori professionisti una clausola del 5%, da devolvere interamente all’attività sportiva di base. D’altronde qualsiasi giocatore sbarcato nel professionismo ha iniziato la sua carriera in una squadra dilettantistica. Il mondo dilettantistico, spesso e volentieri dimenticato, potrebbe in questo modo uscire da questa terribile situazione. ”È necessario che l’aristocrazia del calcio si avvicini al suo popolo porgendogli la mano per trascinarlo fuori dalle sabbie mobili in cui sta velocemente sprofondando” spiega Lele Adani.
Gli sport di squadra, come il calcio, svolgono un ruolo fondamentale nell’ educazione sociale dei giovani. Non è soltanto divertimento. I valori e gli insegnamenti che trasmettono questo sport, come l’educazione e il rispetto verso l’ambiente che ti circonda, sono le basi per la crescita culturale e sociale per qualsiasi ragazzo. È capace di unire etnie diverse, spazzando via ogni tipo di razzismo. Togliere questo sport a centinaia di migliaia di ragazzi potrebbe avere conseguenze pesantissime nella società. Le istituzioni, calcistiche e non, non devono fallire di fronte a questa partita, dove l’unico obiettivo resta vincerla.