Lione-Bayern Monaco (0-3): analisi tattica e considerazioni

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La semifinale di Champions League disputata a Lisbona finisce come da pronostico: il Bayern Monaco approda in finale battendo 3-0 il Lione. Una partita combattuta, a dispetto del risultato apparentemente largo, la quale ha visto i francesi onorare la competizione ed uscire comunque a testa alta. Di seguito l’analisi tattica e le considerazioni sul match.

Garcia propone il 3-5-2, cercando di replicare l’ottima prestazione offerta contro il Manchester City. Davanti, si affida principalmente alla grande mobilità di Depay.

Flick schiera invece il suo 4-2-3-1, con Alaba al centro della difesa e Davies terzino sinistro. Sulla trequarti Gnabry libero di esprimersi e di svariare sul fronte offensivo, con Lewandowski riferimento offensivo sia per colpire a rete che per aprire varchi per gli inserimenti di Muller e Perisic.

Primo tempo: Gnabry illumina, un buon Lione spreca

Tutti si aspettano un dominio incontrastato del Bayern Monaco, ed invece l’inizio è di marca Lione. I francesi pressano poco ma gli avversari adottano un atteggiamento spavaldo, mantenendo la difesa altissima. Proprio grazie a ciò, i transalpini riescono a confezionare due ghiotte occasioni da rete nei primi 15 minuti, sfruttando il lancio lungo dalla difesa a scavalcare il centrocampo e la velocità dei due attaccanti. La prima chance è per Depay, il quale riesce ad arrivare ad un passo dalla segnatura, ma in corsa non riesce a indirizzare il pallone con precisione verso la porta, disturbato anche da Neuer che è bravissimo nel chiudere lo specchio. La seconda capita sul piede di Ekambi, che sfrutta analogamente un pallone dalle retrovie, ma la sua conclusione si infrange sul palo.

La terribile regola del “goal mangiato, goal subito” viene rispettata appieno: subito dopo il legno colpito, è una perla di Gnabry a spaccare il match. Il talento prende palla sulla trequarti e si accentra con rapidità, scagliando un tiro potentissimo e imparabile.

La rete rimette la partita sui binari pronosticabili alla vigilia: il raddoppio è sempre dell’attaccante tedesco, che sfrutta una respinta corta di Lopes sul tentativo maldestro di Lewandowski che liscia incredibilmente da due passi.

Il primo tempo si chiude sul punteggio di 0-2 per i bavaresi che legittimano il risultato mantenendo in controllo gli ultimi minuti della prima frazione di gioco.

Lione-Bayern Monaco (0-3): analisi tattica e considerazioni

Secondo tempo: Lewandowski chiude il match

La ripresa vede un Lione che mantiene un atteggiamento mai rinunciatario, ma il Bayern quando attacca diventa pericolosissimo.

I tagli da una parte all’altra sono un’arma tipica dei bavaresi e Perisic ha una buona palla in avvio per chiudere la pratica che viene però parata dall’estremo difensore francese.

Le iniziative dell’Olympique arrivano sempre con rilanci difensivi ad innescare le punte: è ancora Ekambi ad avere una bella occasione ma Neuer para.

Girandola di cambi, con Garcia che punta su forze più fresche per tentare la rimonta. Nelle fila avversarie entra invece Coutinho, che vede annullarsi una rete per fuorigioco.

C’è gloria, invece, per il bomber Lewandowski: uno dei temi tattici soliti è quello di sfruttare la sua abilità di testa. Non si è vista per quasi novanta minuti, fino alla rete propiziata dalla punizione battuta da Kimmich.

Termina dunque il match sul risultato di 0-3: i tedeschi centrano l’undicesima finale di Champions League della loro storia.

Analisi tattica Lione-Bayern Monaco: le considerazioni finali

L’analisi tattica dell’incontro tra Lione e Bayern Monaco ha messo in luce la maggior caratura tecnica dei bavaresi piuttosto che una manifesta superiorità sul piano del gioco: è proprio la qualità dei singoli a fare la differenza, ma va ribadito che gli avversari hanno dato davvero tutto, cercando di sfruttare il punto debole degli avversari, ovvero la difesa alta. Pagati gli errori in fase di finalizzazione.

Il Lione può comunque ritenersi soddisfatto: dieci anni dopo è tornata in semifinale di Champions League, estromettendo big come Juventus e Manchester City. All’epoca giocava il fenomenale Juninho, elogiato nella conferenza della vigilia dallo stesso Garcia.

Per quanto riguarda i teutonici, oggettivamente, non è stata una prestazione sfavillante, soprattutto ripensando alla gara straripante contro il Barcellona. Ad ogni modo, uno straordinario Gnabry ha consentito di chiudere la qualificazione già nel primo tempo, dosando le energie in vista della finalissima di domenica. Dopo sette anni, il club raggiunge l’atto conclusivo della più importante manifestazione per club. Ultimo ostacolo, un’altra squadra francese: il PSG. Servirà una prestazione più convincente in difesa rispetto a stasera: distrazioni simili contro campioni del calibro di Neymar non possono essere concesse.

La partita si preannuncia scintillante: fari puntati sulla finalissima, conquistata meritatamente dai bavaresi.

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