Liverpool-Inter (0-1): analisi tattica e considerazioni

0

Il vento di “Anfield” porta via le speranze di qualificazione dell’Inter e gonfia le vele del Liverpool verso i quarti di Champions. I nerazzurri battono i reds per 1-0 grazie a una meravigliosa rete di Lautaro, che conferma, dopo la tripletta alla Salernitana, di essere tornato in gran forma. Subito dopo il vantaggio, però, la squadra di Inzaghi si ritrova in inferiorità numerica a causa dell’espulsione di Sanchez. Gli uomini di Klopp si fermano invece ai tre legni colpiti e tornano a perdere in casa dopo 28 partite. Una sconfitta però indolore, visto il passaggio del turno. Approfondiamo l’andamento di questo esaltante Liverpool-Inter attraverso la nostra analisi tattica. Cominciamo, come sempre, dalle scelte di formazione dei due allenatori.

Padroni di casa in campo col consueto 4-3-3. Alisson in porta, difesa composta da Robertson, Van Dijk, Matip e Alexander-Arnold. Fabinho in mezzo al campo, supportato dalle mezz’ali Jones e Thiago Alcantara. In avanti, il tridente delle meraviglie con Jota centravanti e Mané e Salah ai suoi lati.

Gli ospiti rispondono col 3-5-2. Handanovic tra i pali, protetto da Skriniar, De Vrij e Bastoni. Sugli esterni Dumfries e Perisic, con Calhanoglu, Brozovic e Vidal, che sostituisce lo squalificato Barella, in mezzo al campo. Per l’attacco, Inzaghi opta per la coppia di piccoletti sudamericani Lautaro Martinez-Sanchez.

Primo tempo: inizio di personalità dell’Inter

Il risultato della partita d’andata condiziona inevitabilmente l’atteggiamento delle due squadre. Tra le due è chiaramente l’Inter a dover rischiare qualcosa in più e lo fa approcciando fin da subito con buona intensità e la giusta dose di coraggio. I nerazzurri, infatti, sfidano l’aggressività feroce del Liverpool non rinunciando al palleggio da dietro per innescare poi gli esterni. Sanchez viene molto incontro per cucire il gioco, mentre Vidal si stacca in avanti per provare a mettere in difficoltà la difesa dei reds con i suoi inserimenti. Alla qualità di Brozovic e Calhanoglu è invece affidato l’avvio della manovra, possibilmente con tocchi veloci per mandare a vuoto la pressione degli inglesi. Tuttavia, come vedremo sovente nella nostra analisi tattica di Liverpool-Inter, i padroni di casa, appena aumentano i giri del motore, costringono gli uomini di Inzaghi sulla difensiva.

Liverpool-Inter (0-1): analisi tattica e considerazioni

Dal minuto 20 in poi, infatti, la squadra di Klopp alza l’intensità e schiaccia i milanesi nella propria trequarti campo. Contro il pressing dei reds, l’Inter trova meno fluidità e pulizia nell’uscita, con alcuni errori tecnici che rischiano di provocare pericolose ripartenze. Dumfries e Perisic sono costretti ad abbassarsi sulla linea di difesa, che passa così a 5. Ciò favorisce la salita dei terzini avversari, soprattutto sulla sinistra con Robertson, che mette in grande difficoltà l’olandese. Brozovic viene circondato in fase di possesso, per questo l’impostazione è lasciata ai difensori. Contro la difesa altissima della squadra di Klopp, i nerazzurri provano a colpire col lancio lungo immediato verso gli esterni. La linea inglese, infatti, non legge benissimo le situazioni a palla scoperta, mentre va a nozze nei duelli aerei con le punte.

L’episodio a metà tempo

Intorno al minuto 25, l’arbitro Lahoz, richiamato da Klopp interrompe la gara. Ciò per permettere ai medici sociali del Liverpool di poter assistere tempestivamente un tifoso nella “Kop”. Dopo diversi minuti, la situazione sembra tranquillizzarsi e così la partita può riprendere. Da questo momento, si passa al dominio dei reds, che si rendono prepotentemente pericolosi su palla inattiva, sfiorando il vantaggio con Matip al minuto 31. Per fortuna dell’Inter, il difensore colpisce la traversa. Sarà solo il primo dei 3 legni colpiti dai padroni di casa.

Nonostante la sofferenza nella seconda metà del primo tempo, i nerazzurri riescono a portare lo 0-0 all’intervallo. Agli uomini di Inzaghi manca un pizzico di precisione nell’ultimo passaggio e un po’ di concentrazione per evitare alcune situazioni interessanti bloccate da posizioni di fuorigioco. Il Liverpool, invece, gioca sull’intensità, ma fatica a coinvolgere i propri giocatori offensivi, complice anche una buona fase difensiva della squadra di Inzaghi. Nel momento di difficoltà, gli ospiti serrano le linee e tengono nei duelli individuali, soprattutto con Bastoni contro Salah.

Secondo tempo: l’Inter va in vantaggio, ma chiude in 10

L’analisi tattica del secondo tempo di Liverpool-Inter riparte con un cambio tra le fila nerazzurre. Fuori De Vrij per un affaticamento al polpaccio e dentro D’Ambrosio. Skriniar passa a fare il centrale della difesa a 3, mentre il neoentrato si colloca sul centro-destra. Ancora una volta l’inizio degli ospiti è di qualità, ma i padroni di casa impiegano pochissimo a riprendere il comando delle operazioni. Salah finalmente si accende e comincia a seminare il panico sulla destra, grazie anche alle sovrapposizioni di Alexander-Arnold e al dinamismo di Jones. L’egiziano va vicino al gol, ma la sua conclusione si stampa sul palo.

Gli uomini di Klopp sanciscono la propria supremazia, soprattutto a centrocampo. Thiago Alcantara si rende più vivo e gestisce con qualità la manovra. I terzini si alzano, ma Fabinho rimane più basso a dare protezione ai suoi centrali. Il lavoro in pressione e in anticipo sulle punte è fondamentale per rimanere stabilmente nella metà campo nerazzurra. La squadra di Inzaghi fatica a ripartire, i giocatori in mezzo al campo sbagliano tanti appoggi e gli attaccanti sono oscurati dalla superiore fisicità degli opponenti.

Liverpool-Inter (0-1): analisi tattica e considerazioni

L’unica arma per colpire la difesa alta e sbilanciata dei reds resta sempre la ricerca dell’ampiezza. Con Perisic soprattutto, l’Inter riesce ad alzare il suo baricentro e quantomeno può portarsi in pressione sulla prima costruzione degli inglesi. Questo atteggiamento produce effetti immediati. Al minuto 61, Matip sbaglia il passaggio, innescando il recupero dei nerazzurri. Sanchez serve subito Lautaro che fa partire un bellissimo destro di collo esterno che va a insaccarsi all’incrocio dei pali. È 1-0 per l’Inter. Inzaghi sembra avere delle idee per sfruttare il momento con nuovi cambi. Tuttavia, l’ex allenatore della Lazio è costretto a rivedere i suoi piani perché due minuti dopo il vantaggio, Sanchez si becca il secondo giallo e, di conseguenza, la squadra rimane in 10.

Analisi tattica Liverpool-Inter: gli ultimi 30 minuti in inferiorità

Nel suo momento migliore, l’Inter si torva a un gol dai supplementari, ma con un uomo in meno. Klopp ne approfitta per aggiungere un po’ di sostanza e corsa al suo centrocampo. Dentro Keità ed Henderson per Jones e Alcantara. Il Liverpool sfrutta la superiorità numerica gestendo il pallone in maniera prolungata e costringendo i nerazzurri a correre a vuoto. Per provare a imbastire la manovra, in fase di possesso Vidal si avvicina a Brozovic, mentre Calhanoglu si mette in verticale con loro. L’Inter non riesce comunque a ripartire e al minuto 75 arriva un triplo cambio.

Entrano Correa, Gagliardini e Darmian in luogo di Brozovic, uscito malconcio, Lautaro e Dumfries. Vidal va a giocare in mezzo, con l’ex Atalanta da mezz’ala destra. Il Liverpool continua a tenere i terzini molto alti e inverte le posizioni di Jota e Mané. A sfiorare il gol è però ancora Salah, che al minuto 76 colpisce il terzo legno degli inglesi. Il tempo scorre e i reds non perdono il possesso del pallone, prolungando così l’agonia dei nerazzurri, tenuti in piedi da un monumentale Skriniar. Inzaghi decide di giocarsi l’ultimo slot con Vecino per Calhanoglu, mentre Klopp manda dentro Luis Diaz per uno spento Diogo Jota. Dopo 6 minuti di recupero, l’arbitro spagnolo manda tutti sotto la doccia. Inter eliminata e Liverpool ai quarti.

Liverpool-Inter (0-1): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Liverpool-Inter: le considerazioni finali

Il Liverpool centra il proprio obiettivo non senza un po’ di fatica. La squadra di Klopp supera l’ostacolo non entusiasmando però fino in fondo nel doppio confronto. A parte la sfortuna, con i tanti pali colpiti, e comunque il netto dominio testimoniato dai numeri, i reds vivono diverse incertezze, come nel caso del gol dell’Inter. A mancare è stato soprattutto l’apporto di due terzi del tridente offensivo. Mané e Jota risultano non molto incisivi, pochi guizzi e quasi mai pericolosi. Anche l’assenza, almeno dall’inizio, di centrocampisti in grado di inserirsi e riempire l’area sui tanto palloni scodellati dentro rende l’attacco un po’ più prevedibile. Ma questi sono aspetti che Klopp potrà rivedere dato che la stagione si preannuncia ancora lunga.

Quest’ottavo di finale dell’Inter, invece, merita una medaglia di cui bisogna leggere le due facce. Da un lato, la prestigiosa vittoria su un campo difficilissimo e contro uno dei club più forti squadre d’Europa. Dall’altro, un pizzico di rammarico per le due ottime prestazioni, condite però da errori da squadra non matura. All’andata, le disattenzioni difensive. Stasera, la gestione di certe situazioni emotive, una fra tutte l’espulsione di Sanchez. Il cileno gioca una grande partita di sacrificio e di lotta, ma paga, come purtroppo accade nel calcio e nella vita, un eccesso di generosità. Cosa sarebbe successo se i nerazzurri avessero potuto giocare l’ultima mezz’ora in parità numerica non lo sapremo mai. E d’altronde, la storia non si fa con i se. Per questo l’Inter deve raccogliere i semi di quest’esperienza e riversarli tutti in campionato, per poter raccogliere a maggio il frutto più saporito.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui