Il big match della 36^ giornata di Premier League tra Liverpool e Tottenham si conclude sull’1-1. Al vantaggio di Son, giunto a quota 20 gol in campionato, risponde Luis Diaz con un tiro deviato. Il pari non giova a nessuna delle due e, in caso di doppio successo di Arsenal e Manchester City, i loro obiettivi rischiano di andare in frantumi. I reds sono solo momentaneamente in vetta alla classifica, a pari punti con la squadra di Guardiola. Gli Spurs, invece, potrebbero veder allontanare il quarto posto occupato dai gunners. Nonostante un dominio quasi totale del match, i padroni di casa concedono un po’ troppo difensivamente. In più si ritrovano a sbattere contro la muraglia bianca innalzata dagli uomini di Conte. Non mancano comunque le emozioni, come andiamo subito a mostrare nella nostra analisi tattica di Liverpool-Tottenham. Partiamo però dalle formazioni.
Klopp si affida al consueto 4-3-3. Alisson tra i pali, retroguardia formata dai centrali Konate e Van Dijk, con Robertson e Alexander-Arnold sulle fasce. Fabinho in mezzo al campo, affiancato da Thiago Alcantara e dal capitano Henderson. In avanti, c’è spazio per Luis Diaz a completare il tridente con Salah e Mané.
Il tecnico leccese risponde con un 3-4-3. Lloris in porta, difesa comandata da Dier, con Romero e Davies ai suoi lati. Sessegnon ed Emerson Royal a tutta fascia, con Bentancur e Hojbjerg in mezzo al campo. In attacco, il riferimento centrale è Kane, supportato dagli esterni alti Son e Kulusevski.
Primo tempo: il Liverpool domina, ma il Tottenham non sta a guardare
L’analisi tattica di Liverpool-Tottenham presenta come fattore determinante per la sfida il gioco sugli esterni. Il modulo di Conte si presta perfettamente alla causa, cercando, per quanto possibile, di non subire in questa zona di campo. La partenza dei reds è decisamente lanciata. Pressing a tutto campo, baricentro spostato in avanti con la linea difensiva molto alta. Il tecnico leccese non concede la superiorità numerica sugli esterni. Per questo, in fase di non possesso, la squadra si dispone con un ordinato 5-4-1. Sessegnon ed Emerson Royal si abbassano a fare i quinti e anche Kulusevski e Son partecipano attivamente in copertura.
I londinesi sono fin da subito schiacciati all’indietro, ma tengono i reparti compatti per non concedere spazio. Il Liverpool si riversa in avanti, alzando i terzini e impostando con Fabinho e Thiago bassi davanti alla difesa. Henderson, invece, ha più libertà di sganciarsi e va spesso a defilarsi sulla destra. Qui si scambia continuamente di posizione sia con Salah che con Alexander-Arnold. Ciò nonostante, gli Spurs riescono a resistere. Anzi, dopo l’assalto iniziale, cominciano a trovare il modo di ripartire velocemente.
Tenendo i terzini molto alti, il Liverpool finisce per sguarnire difensivamente le corsie laterali. Questo dà modo agli ospiti di trovare spazio da attaccare in velocità o con le ali o con gli esterni. Particolarmente in difficoltà per i reds è il lato sinistro, dove Robertson è spesso assente o non puntuale nelle chiusure. A costruire la prima vera nitida palla gol è dunque il Tottenham. La squadra di Klopp, non riuscendo a perforare il castello difensivo londinese e avendo abbassato il ritmo, si rende pericolosa sulle palle inattive. Le punte, faticosamente servite in posizione ottimale, sono costrette a svariare molto. Il più mobile del tridente è sicuramente Mané, che viene spesso a giocare fuori dall’area, abbassandosi e partecipando alla manovra. Luis Diaz riesce invece a rendersi più incisivo quando ha modo di convergere e arrivare alla conclusione centralmente.
Dopo una fase di equilibrio, nella seconda metà della prima frazione i padroni di casa tornano a spingere con maggiore insistenza. All’intervallo, però, si arriva sul punteggio di 0-0 e con un legno colpito a testa.
Secondo tempo: gli Spurs sbloccano la partita, ma il Liverpool la riprende
L’avvio della ripresa di Liverpool-Tottenham sotto il profilo dell’analisi tattica è praticamente identico a quello dei primi 45 minuti. Partenza forte dei padroni di casa che, con un atteggiamento arrembante, schiacciano gli avversari. I londinesi faticano a ripartire e commettono una serie di errori scriteriati in fase di costruzione dal basso. Col passare dei minuti, però, ancora una volta, la squadra di Conte trova il modo di venir fuori dalla pressione dei reds. Esternamente ci sono sempre spazi importanti da poter attaccare in contropiede. Oppure ci si affida al lancio lungo direttamente per Kane.
Ed è proprio grazie a questo tipo di giocata che al minuto 56 gli Spurs trovano il gol del vantaggio. A trovare la porta è Son con un facile tap-in su assist di Sessegnon. L’inglese, servito dal centravanti, viene lasciato totalmente solo sulla fascia sinistra da una difesa del Liverpool sbilanciata e posizionata malissimo. La squadra di Klopp accusa il colpo e per questo il tecnico tedesco decide di potenziare il proprio arsenale offensivo. Dentro Tsimikas e Diogo Jota, fuori Robertson e Henderson. I reds passano così al 4-2-3-1, con Mané e il neoentrato portoghese ad alternarsi nei ruoli di punta e trequartista alle sue spalle.
Il Tottenham vive una nuova fase di sofferenza, col baricentro molto basso e le linee strette. I padroni di casa si riversano in avanti, portando tutti i propri effettivi nella metà campo avversaria. I due terzini fungono praticamente da ali, mentre Salah e Luis Diaz provano a farsi valere nell’uno contro uno. Le azioni dei reds sono avvolgenti e coinvolgono entrambi i lati del campo, nella speranza di allargare le maglie della difesa londinese. Questa tuttavia si immola stoicamente contro ogni conclusione, collassando tempestivamente sui tiratori.
Son e Kulusevski si distinguono per il loro encomiabile aiuto in fase di copertura. E strappano in avanti con la loro velocità per cercare di far respirare la squadra, col supporto del solito Kane a dominare sui palloni alti. L’applicazione difensiva degli Spurs cede però al minuto 74. Luis Diaz si accentra, liberandosi di un paio di uomini, e centra lo specchio della porta con l’aiuto di una deviazione. È 1-1. A questo punto i reds sembrano crederci di più, come si evince anche dai cambi conservativi di Conte. Il leccese, infatti, inserisce prima Sanchez per Sessegnon, spostando Davies a fare il quinto a sinistra e con il neoentrato che va a posizionarsi da centrale difensivo mancino. Poi, è il turno di Winks per Kulusevski.
L’assalto finale del Liverpool non conduce però al desiderato successo. E così, al triplice fischio di Oliver, la partita si chiude con un pareggio.
Analisi tattica Liverpool-Tottenham: le considerazioni finali
Il Liverpool arresta la sua straordinaria locomotiva di successi casalinghi e rischia ora di abbandonare ogni speranza per la vittoria del titolo. La squadra paga probabilmente le fatiche per la rimonta in Coppa contro il Villarreal, cozzando ripetutamente contro la difesa londinese. Il miglior attacco della Premier trova pane per i propri denti, complice anche una prestazione un po’ sotto tono di alcuni dei suoi interpreti. In primis Salah, ancora lontano dalla forma straripante del pre-Coppa d’Africa. Klopp riceve poco anche dai suoi due motori offensivi: i terzini. Alla mancanza di guizzi e palloni di qualità, Alexander-Arnold, ma soprattutto Robertson, soffrono terribilmente in fase difensiva. Col City che potrebbe chiudere il discorso scudetto con una vittoria sul Newcastle, al Liverpool non resta che recuperare le energie per le importanti finali che si appresta a disputare.
Quanto al Tottenham, anche per gli Spurs il pareggio serve pressoché a nulla. I londinesi rischiano seriamente di dover abbandonare le speranze di qualificarsi alla prossima Champions. Certo è, invece, il piazzamento in Europa League. Unica soddisfazione personale per Conte è quella di essere uscito imbattuto per la terza volta in altrettante sfide contro il Liverpool. Si unisce così a un ristretto club di tutto rispetto di imbattuti con i reds. Continua la stagione pazzesca di Son, giunto ormai a quota 20 reti in campionato. Un giocatore fondamentale per la squadra e non solo per la sua vena realizzativa. Buona prova di generosità anche per Kulusevski, che sembra ormai aver trovato la sua dimensione con questo modulo e col gioco del tecnico leccese.