Fino a qualche anno fa la Juventus poteva annoverare in rosa alcuni tra i migliori centrocampisti al mondo. Negli ultimi anni però, la situazione è radicalmente cambiata, e il centrocampo è risultato uno dei punti deboli della squadra. In questo contesto si è inserito Manuel Locatelli che, dopo una stagione di alto livello con il Sassuolo e un Europeo vissuto da protagonista, ha convinto la dirigenza a puntare su di lui.
La responsabilità è tanta, su di lui gravano molte speranze e pressioni, sarà in grado di reggerne il peso? Sulle sue qualità ci sono pochi dubbi ormai, così come non ce ne sono sulla sua costanza.
Ciò che ancora forse desta qualche preoccupazione è la sua posizione in campo e come può rientrare nei piani di Allegri. Riuscirà a fare la differenza in una piazza importante come quella della Juventus?
Locatelli: le chiavi del centrocampo della Juve
Locatelli al Sassuolo ha dimostrato di essere in grado di poter gestire e guidare il centrocampo. Alla Juventus, fino ad ora, non ha potuto svolgere lo stesso compito, anche per la configurazione di gioco diversa.
Le potenzialità le avrebbe, visione di gioco, intelligenza tattica, tecnica e posture. Quel che forse ancora gli manca per fare la differenza come unico play è la comprensione dei tempi di gioco.
Ci sono momenti in cui un play deve addormentare il gioco, altri in cui andare in verticale, altri in cui deve saper mettersi in ombra. Questo, anche a causa della giovane età, Locatelli deve ancora affinarlo.
Ciò non toglie che sia un regista dalle grandi qualità, così come lo è da interno di centrocampo. In sostanza, è un play anche quando non gioca da play, ma per essere l’unico punto di riferimento deve ancora maturare un po’ di esperienza.
Può giocare come unico play?
Alla luce di quanto detto la risposta scontata sarebbe che è ancora prematuro mettere come unico play Locatelli. Ma in realtà vi diciamo di sì, che può farlo, e ora vi spieghiamo il perché.
Fino ad ora, nella rosa della Juventus, chi più di lui potrebbe permettersi di farlo? La scelta ricade su Bentancur, che però ha già deluso lo scorso anno le aspettative. Arthur fino ad ora è rimasto fermo ai box, quindi perché non puntare su di lui?
Noi crediamo che a questo punto potrebbe essere la scelta più logica, ma la logica si sa non sempre fa vincere le partite. In più, bisogna considerare anche la configurazione di gioco scelta da Allegri: un finto 4-4-2.
Una configurazione che noi denominiamo finta poiché il laterale sinistro dovrebbe farlo Rabiot, ma la realtà è che ricopre quella posizione solo in fase di non possesso, mentre in fase di possesso entra molto dentro al campo, fissando una zona più centrale e svuotando spazio al laterale basso.
Quindi, un vero play di centrocampo in questo momento non c’è, perché non è compreso nella configurazione, a impostare sono i centrali e i centrocampisti a turno, con Dybala che spesso scende.
Il ritorno di Arthur
Il ritorno di Arthur può dare alla Juventus un nuovo ventaglio di soluzioni tattiche, a partire proprio dal centrocampo. Arthur è un giocatore dalla tecnica sopraffina, in grado di tenere anche i palloni più scottanti.
Un vero e proprio metronomo di centrocampo, abituato però a giocare più in orizzontale che in verticale. È anche vero però che la Juventus non aveva l’anno scorso molti giocatori che cercavano la profondità, l’unico era ed è Morata.
Quest’anno vediamo un sistema di gioco che invece non disdegna l’attacco alla profondità, e vedremo dunque se Arthur saprà andare più in verticale. Bisogna considerare anche la scuola calcio che lo ha contraddistinto: la Cantera blaugrana.
Storicamente fatta di palleggiatori e calciatori che vogliono la palla addosso, considerando il background e anche la poca esperienza al di fuori della Catalogna è scontato che al giocatore serva del tempo.
Ma perché vi parliamo di Arthur in un articolo su Locatelli? Semplice, perché crediamo che i due possano coesistere in mezzo al campo, e formare una coppia di play di tutto rispetto. Ciò che manca a uno ce l’ha l’altro e viceversa.
Locatelli e Arthur: perché non insieme?
La nostra ovviamente è solo un’ipotesi, ma su cui crediamo molto. Locatelli è un giocatore dotato di una buona struttura fisica, di un buon passo e che sa, oltre che impostare, anche interdire. Arthur è il classico metronomo che sa dettare i tempi di gioco e che mette il pallone in banca.
Più brevilineo ma molto intelligente tatticamente, e insieme secondo noi potrebbero formare un buon connubio. Se è la qualità che fino ad ora è mancata in mezzo al campo, perché non provare?
Considerando l’inizio di stagione, a dire la verità, è mancato anche molto il filtro, ma se con i giocatori che hanno giocato fino ad ora non c’è stato, ha senso cambiare soluzioni.
Staremo a vedere Massimiliano Allegri come utilizzerà Arthur al momento del suo ritorno, e Locatelli che ruolo svolgerà da qui alla fine della stagione. Noi siamo sicuri che il centrocampista italiano abbia molto da dare, e pensiamo che potrà avere una grossa crescita.