Pinturicchio atto ultimo: nove anni fa l’addio di Del Piero

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Ripercorriamo insieme gli ultimi giorni di Alessandro Del Piero alla Juventus e il suo addio dopo una lunga e strepitosa carriera da vero campione.

Il giorno dell’addio di Alessandro Del Piero

13 maggio 2012: un Alessandro Del Piero visibilmente emozionato si appresta a fare il suo ultimo giro di campo prima del definitivo addio alla Juventus. L’intero Juventus Stadium ha le lacrime agli occhi, chi più chi meno. È inevitabile quando una persona segna gran parte della tua esistenza. Molta gente si è evoluta nel suo mito, ammirandolo in tv e rispecchiandosi in quell’umile veneto; l’ha visto crescere e con lui sono venuti su anche loro. Alex è stato il classico calciatore che emuli al campetto; il tiro a giro, i cambi di movimento e quelle maledette punizioni, ne fosse entrata solo una…Ha fatto innamorare una nazione intera nonostante indossasse una maglia non molto amata dal Bel Paese. Ma facciamo un passo indietro. 

12 settembre 1993: un giovanissimo Alessandro Del Piero si appresta ad esordire per la prima volta con la Madama. Inconsapevolmente quel giorno nacque una stella. Il feeling con l’ambiente bianconero è fin da subito entusiasmante. D’altronde con alle spalle due personalità come quelle di Gianni Agnelli e Giampiero Boniperti, lo spirito della Vecchia Signora non può che entrarti nel cuore. Quel ragazzo di appena 19 anni sembra fare subito suoi i valori trasmessi dalla Juventus: sempre pacato, difficilmente una parola fuori posto ed una predisposizione al lavoro con pochi precedenti. Il talento c’era eccome, ma si raggiunge le vette più impossibili solamente con il duro lavoro. 

Pinturicchio atto ultimo: nove anni fa l'addio di Del Piero

Fu l’inizio di una grande storia d’amore costellata di goal e trofei. Da Dortmund a Firenze, da Bari a Madrid; le sue reti non sono mai passate inosservate facendo emozionare milioni di persone, soprattutto i bambini. Per loro Del Piero sembrava una formula di matematica con 200 molecole in più di divertimento. Non ci si capacitava di quello che riusciva a fare, ma ogni volta che gonfiava quella rete era magia pura. Subito dopo la partita di domenica alle 15, era d’obbligo andare al campetto per provare e riprovare le grandi esecuzioni di quel pomeriggio. Vuoi o non vuoi una di quel ragazzotto di Conegliano c’era. E metterla dentro davanti anche solamente a 10 persone ti faceva sentire come lui. La linguaccia poteva accompagnare solo. 

13 maggio 2021: torniamo al presente. Spiegare le sensazioni di quel giorno è a dir poco difficile, d’altronde come tutte le emozioni che il calcio ci provoca. Ogni volta che il video di quell’addio compare ripenso a quello che mi sono perso. Ma quanto poteva essere stato bello vivere un fenomeno del genere? Poi, ancora immerso nei miei pensieri, ripenso al patrimonio che ha lasciato, non solo come calciatore, ma come uomo. I bambini di oggi purtroppo non sanno veramente cosa sia una bandiera, rimanere leali ad una sola squadra. Ma con le testimonianze di gente come lui, il farsi intendere sull’argomento diventa un gioco da ragazzi. Se mai un giorno i miei ipotetici figli dovranno chiedermi “Papà cos’è per te il calcio?”, Alessandro Del Piero sarebbe la risposta perfetta a quella domanda.  

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