Ieri sera all’Estádio do Dragão di Porto è andata in scena la finale di Champions League tra Manchester City e Chelsea. Una finale tutta inglese tra due grandi squadre, che hanno giocato ad alti ritmi, dando spettacolo ai tifosi allo stadio e non solo. Ad avere la meglio in questo match è stata la squadra di Tuchel grazie ad una difesa concentrata e impenetrabile. Stranamente sottotono la prestazione generale di un City ingabbiato dai Blues e fin troppo prevedibile. Andiamo a dare un’occhiata all’analisi tattica di Manchester City-Chelsea.
Primo tempo: ritmi alti degni di una finale
Ci sono alcuni spunti interessanti da prendere in considerazione in questa analisi tattica di Manchester City-Chelsea. Il primo tempo di questa finale, è stato ad alta intensità. A chiuderlo meritatamente in vantaggio, sono stati gli uomini di Tuchel grazie alla rete di Havertz.
Come accaduto spesso in questa stagione, Pep Guardiola sorprende tutti nella formazione titolare. L’ex tecnico del Barcellona infatti, ha deciso di giocare la gara all’attacco, inserendo Gundogan al posto di un palleggiatore come Rodri in mediana, e con Bernardo Silva e Foden a completare il reparto. Insomma una formazione ultra-offensiva, che però ha funzionato solo in parte nel corso della prima frazione. I Citizens hanno giocato un primo tempo abbastanza monotono. La perfetta difesa di posizione e la grande intraprendenza degli avversari, non hanno permesso ai giocatori del City di mettere in mostra le loro qualità tecniche.
Se non per alcune sortite offensive dal lato di Sterling, i campioni d’Inghilterra hanno creato pochissime occasioni pericolose dalle parti di Mendy. La scelta di puntare su De Bruyne falso nueve invece di una vera prima punta, non ha portato a buoni frutti. Altro errore dell’allenatore spagnolo, è stato non inserire un palleggiatore o un giocatore con caratteristiche difensive come Fernandinho in mezzo al campo.
Primo tempo da incorniciare per il Chelsea. Da evidenziare per i Blues la grande compattezza e solidità della retroguardia difensiva. Per quanto riguarda la fase difensiva infatti, Tuchel ha preparato molto bene il match, riuscendo ad ingabbiare gli avversari, difendendo a 5, con in aggiunta anche il prezioso contributo dei centrocampisti. Ottima anche la fase offensiva della compagine londinese. Intelligenti verticalizzazioni, tanto movimento senza palla, e movimenti degli attaccanti verso la profondità, sono state le armi chiave del Chelsea. Emblematico il gol del vantaggio con il taglio in diagonale di Werner, che ha permesso ad Havertz di attaccare la profondità superando poi Ederson, ben servito da Mount.
Secondo tempo: il Chelsea si chiude in difesa e alza la coppa “dalle grandi orecchie”
Come ci si poteva aspettare, il Manchester City ha iniziato il secondo tempo prendendo in mano il pallino del gioco. Il dominio territoriale da parte dei Sky Blues però, non ha causato grossi problemi alla difesa londinese. La perfetta fase difensiva del Chelsea infatti, ha permesso di difendere il vantaggio di 1-0 senza troppe sofferenze.
Nonostante il possesso palla a favore dei Citizens, a creare maggiori occasioni sono stati proprio i giocatori di Tuchel, sfruttando le ripartenze a campo aperto, in particolare con Pulisic. Lo statunitense è andato molto vicino alla rete del raddoppio su una bella azione di contropiede. Fondamentale in fase di non possesso l’apporto di Kanté. Il francese è stato il vero motore del centrocampo: prezioso nel recupero palla e nel chiudere le linee di passaggio.
Guardiola per provare a ribaltare la gara, ha provato a inserire Gabriel Jesus e Agüero per dare maggiore imprevedibilità alla fase offensiva. Nemmeno i due centravanti però sono riusciti ad arginare la solida retroguardia avversaria. Alla fine grazie ad un grande gioco di squadra e con tanto sacrificio, la compagine londinese è riuscita a a portare a casa la vittoria, alzando la Champions League contro gli sfavori del pronostico.
Manchester City-Chelsea, analisi tattica: le considerazioni finali
A trionfare nell’edizione 2020/2021 di Uefa Champions League, con una partita giocata al limite della perfezione, è stato meritatamente il Chelsea. I Blues grazie a questo trionfo, hanno vinto la seconda Coppa dei Campioni della loro storia, sorprendendo tutti dopo una prima parte di stagione abbastanza travagliata con Lampard in panchina.
La compagine londinese ha giocata la “gara della vita“, mettendo in campo il 100% pur di portare a casa l’ambito trofeo. Tutti i calciatori del Chelsea hanno dato un enorme contributo, ma grande merito deve essere dato a Tuchel. Il tecnico tedesco infatti, è sempre stato molto sottovalutato nonostante le ottime stagioni alla guida del Borussia Dortmund, e il grande cammino col PSG terminato nel corso di questa stagione dopo essere andato vicino alla Coppa in finale contro il Bayern nell’ultima edizione. Il quarantasettenne ha ridato una chiara identità ad una squadra troppo disordinata, gestendola con grande maturità, e facendola arrivare con tutti gli sfavori del pronostico in finale.
Molto deludente invece la prestazione del City. Proprio nella gara decisiva, Guardiola non è riuscito a mettere in campo una squadra capace di superare la compatta difesa avversaria. Un gioco troppo meccanico e con pochi movimenti senza palla, non hanno permesso ai Citizens di creare importanti occasioni da gol per mettere in difficoltà Mendy. Ci si aspettava di più dalla grande favorita di questa Champions League, costretta a rinviare nuovamente l’appuntamento con la prima Champions della propria storia.