Manchester City-Chelsea (1-0): analisi tattica e considerazioni

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Il Manchester City festeggia nel migliore dei modi la vittoria del terzo titolo consecutivo superando di misura il Chelsea nel match valevole per il penultimo turno di Premier e di cui andremo a svolgere l’analisi tattica. Davanti al proprio pubblico, la squadra di Guardiola, anche se fortemente rimaneggiata, non delude, offrendo la consueta prestazione eccellente sotto il profilo della qualità e della sostanza. Decisiva le rete siglata al minuto 12 da Julián Álvarez. I padroni di casa controllano agevolmente i ritmi della partita, infliggendo ai Blues la quarta sconfitta in altrettanti incroci stagionali. Andiamo allora a rivivere attraverso la nostra analisi tattica questo successo sul Chelsea che dà avvio alla festa del Manchester City. Partiamo, però, come sempre, dalla presentazione delle formazioni.

Il catalano presenta la seconda versione della sua creatura, quella schierata con il 4-2-3-1 e con tani titolarissimi in panchina. Tra i pali c’è Ortega, protetto dalla coppia centrale con Akanji e Laporte, mentre gli esterni bassi sono Walker e Gómez. La cerniera di centrocampo è composta da Phillips e Lewis. Davanti, l’unica punta è il campione del Mondo, assistito alle spalle da Foden, assieme a Mahrez e Palmer larghi.

Lampard risponde con un 5-4-1. Kepa in porta, linea difensiva con i tre centrali Fofana, Thiago Silva e Chalobah e Azpilicueta e Hall quinti. In mediana, la cabina di regia è affidata ad Enzo Fernández, affiancato da Loftus-Cheek. Havertz è il riferimento offensivo, appoggiato da Gallagher e Sterling.

Analisi tattica Manchester City-Chelsea, primo tempo: i padroni di casa mettono subito le cose in chiaro

Bastano una decina di minuti per capire qual è l’andamento dell’analisi tattica di Manchester City-Chelsea. Gli ospiti non hanno alcuna pretesa, per cui provano a mantenere un atteggiamento prudente che miri alla compattezza. Piano però fallito all’istante, perché nonostante le precauzioni ideate da Lampard, la squadra mostra subito la sua debolezza.

Per limitare la costruzione dal basso dei Citizens, i londinesi predispongono un rombo in pressione per ingabbiare Phillips. Havertz è il vertice alto e gli si pone davanti, a schermo. In marcatura sull’inglese arriva invece Enzo, con Sterling e Gallagher stretti, pronti ad uscire sui braccetti sullo scarico arretrato. Guardiola risponde con la consueta impostazione a 3 dietro, con Walker che stringe e Laporte che si apre. Gómez si alza, andando a costituire con Lewis e con l’ex Leeds un centrocampo a 3. A fare la differenza, però, e a rompere la scatola costruita dal Chelsea è la posizione di Foden

Il numero 47, infatti, galleggia tra i reparti del Chelsea, trovando molto spazio per ricevere, sia perché il povero Loftus-Cheek è solo, sia perché nessun difensore rompe la linea per accorciare. Trovato con l’imbucata giusta, il giocatore proveniente dall’Academy può guidare la transizione offensiva con qualità e velocità, contando anche sulle incursioni nei corridoi intermedi dei già citati Lewis e Gómez (come due vere e proprie mezz’ali). Lo sfogo principale dell’azione è però quasi sempre sulla sinistra, dove un indemoniato Palmer fa il vuoto contro Azpilicueta. 

Le difficoltà del Chelsea ad avviare in maniera fluida la manovra

Oltre all’organizzazione difensiva, un’altra lacuna del Chelsea che sottolineiamo in questa analisi tattica della sfida col Manchester City riguarda l’avviamento dell’azione. La squadra di Lampard soffre la pressione alta e forte dei padroni di casa e fatica a trovare sia i giocatori offensivi che i centrocampisti. Lewis viene a prendere Loftus-Cheek, mentre Foden va su Enzo. Al minuto 12, poi, arriva un vero e proprio suicidio calcistico. Fofana sbaglia gravemente un passaggio in uscita, consegnando palla a Phillips. Questi serve immediatamente Palmer che conduce il contropiede e imbecca perfettamente il movimento di Álvarez in verticale. L’argentino è lucido a battere Kepa con un diagonale di destro.

Manchester City-Chelsea (1-0): analisi tattica e considerazioni

Subito il gol, il Chelsea entra ancor di più in confusione e prova ad alzare il livello fisico della partita. Il City gestisce invece senza problemi il ritmo. Dopo una ventina di minuti di assoluto anonimato, gli ospiti, complice l’abbassamento dell’intensità dei padroni di casa, riescono finalmente a respirare, appoggiandosi su Havertz. Il tedesco è il vero playmaker della squadra: si abbassa, viene incontro a giocare il pallone, offre sponde e rifinisce. È dai suoi piedi che i Blues riescono a costruire qualcosa, sfruttando i tagli dentro al campo di Sterling, che finisce col divenire il centravanti. Le cose migliori arrivano quando l’inglese, invertitosi di posizione con Gallagher, si trova a partire da sinistra. Nonostante la povertà offensiva, il Chelsea riesce quanto meno a ritagliarsi un’occasione d’oro per agguantare il pari, ma il palo nega la gioia al colpo di testa del numero 23.

Analisi tattica Manchester City-Chelsea, secondo tempo: la squadra di Guardiola amministra le operazioni

Nella ripresa, il canovaccio dell’analisi tattica non cambia, col Manchester City che fa la partita, anche se a ritmi non elevatissimi, e il Chelsea che prova a sfruttare qualche ripartenza. Guardiola approfitta dell’ultima mezz’ora, grosso modo, per concedere l’ovazione ai propri pretoriani. Al minuto 57, è la volta di Stones, che prende il posto di Akanji. Lampard, invece, cambia gli esterni al minuto 69, puntando sulla freschezza e sulla velocità di Mudryk e Madueke ai posti di Sterling e Gallagher.

Nonostante le energie fresche dei nuovi innesti, i Blues continuano ad essere pressoché nulli in fase offensiva. Anzi, sono i Citizens ad andare con più continuità vicini al raddoppio. Il secondo gol è molto ricercato, per questo Guardiola, al minuto 73, manda dentro anche Haaland, al posto di un Mahrez meno incisivo del solito. L’assetto rimane sempre il 4-2-3-1, con Álvarez arretrato alle spalle del norvegese, Foden spostato a sinistra e Palmer dirottato sulla destra. Il modulo cambia, invece, 4 minuti dopo con gli ingressi di Rodri e De Bruyne per Laporte e Gómez. Il City si ridisegna con un 4-1-4-1, in cui Lewis agisce ora da terzino sinistro, salvo poi avanzare in mediana in fase di possesso, il neoentrato spagnolo viene collocato come centrale difensivo, mentre il belga affianca il match-winner a supportare centralmente l’indiscusso capocannoniere della Premier.

Lampard prosegue col suo 5-4-1, anche in seguito agli ingressi di Koulibaly e Chukwuemeka per Hall e Loftus-Cheek, prima, e di Pulisic per Havertz, poi. Senza il tedesco, però, la squadra perde l’ultimo baluardo tecnico che le consenta di costruire qualche stralcio di pericolo, eccezion fatta per qualche giocata individuale di Mudryk

Al triplice fischio, il City festeggia la vittoria e si prepara alla premiazione per il nono titolo della sua storia.

Manchester City-Chelsea (1-0): analisi tattica e considerazioni

Le considerazioni finali

A conclusione di questa analisi tattica di Manchester City-Chelsea, non possiamo che fare i complimenti alla squadra di Guardiola per il suo meritatissimo, sofferto e voluto successo. Il tecnico catalano ha potuto concedere un bel po’ di riposo a molti dei suoi stacanovisti, arrivando a quest’importante appuntamento già da campione. La squadra può ora concentrarsi sugli altri due fondamentali impegni, che valgono tantissimo: le finali di Champions League e di FA Cup.

Quanto ai Blues, non c’è molto da aggiungere. In questo duello col City emergono ancora gli atavici problemi di questa squadra, dall’inconsistente produzione offensiva (in Premier viaggia con la media di 1 gol a partita) alla difficoltà di trovare leader tecnici che possano quantomeno dare una scossa, un sussulto ai compagni. Fortunatamente questa stagione colma di agonia, aspettative disattese e disastri tecnici sta per volgere al termine. Urge resettare tutto e spazzare via la negatività accumulata e sopportata in questa catastrofica annata.

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