Il Manchester United piega il Chelsea con un sonoro 4-1 ad “Old Trafford” nel recupero della giornata 32 di Premier League, di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. Successo fondamentale per i Red Devils che si assicurano matematicamente un posto nella prossima Champions. Tutto merito dell’estro e della qualità degli interpreti offensivi di Ten Hag, ma anche della disastrosa complicità della difesa londinese. I padroni di casa gettano le basi con un doppio vantaggio costruito all’alba e al tramonto della prima frazione. Apre le danze Casemiro al minuto 6, mentre al sesto del recupero arriva la firma di Martial. Nella ripresa, il rigore di Bruno Fernandes e il gol di Rashford chiudono una partita a senso unico. João Felix trova al minuto 89 la rete della bandiera che rende meno pesante il passivo.
Andiamo ad approfondire il racconto di questo Manchester United-Chelsea attraverso la nostra analisi tattica. Prima, però, come sempre, presentiamo brevemente le formazioni messe in campo dai due allenatori.
I padroni di casa si schierano col consueto 4-2-3-1. De Gea tra i pali, linea difensiva composta dagli esterni bassi Shaw e Wan-Bissaka e dalla coppia centrale con Lindelof e Varane. A protezione della retroguardia c’è l’affidabilità di Casemiro, mentre a Eriksen sono deputati i compiti di regia. Il riferimento avanzato è Martial, supportato alle spalle dal tridente formato da Antony, Bruno Fernandes e Sancho.
Lampard risponde stavolta con un 4-3-3 all’insegna della gioventù. Si comincia dalla difesa, dove a protezione di Kepa giocano W. Fofana e Chalobah in mezzo e Hall e capitan Azpilicueta terzini. A centrocampo, il play è Enzo Fernández, affiancato da Gallagher e Chukwuemeka. In attacco, Havertz agisce da prima punta con Mudryk e Madueke larghi.
Analisi tattica Manchester United-Chelsea, primo tempo: padroni di casa avanti senza troppa fatica
L’analisi tattica della prima frazione di Manchester United-Chelsea si muove su due puntate, che hanno come spartiacque il gol del vantaggio dei Red Devils. Gli uomini di Ten Hag partono molto forte con un pressing alto ed intenso per forzare errori in costruzione da parte dei Blues. In fase di non possesso, i padroni di casa si dispongono con un 4-1-4-1. In questo modo, si creano due coppie a centrocampo per limitare il coinvolgimento di Enzo Fernández (sul quale va Eriksen) e di Chukwuemeka (preso da Fernandes). Casemiro davanti alla difesa garantisce poi un’adeguata protezione e copertura, oltre al consueto lavoro di recupero del pallone.
Tale assetto lascia un po’ di libertà per impostare ai soli centrali difensivi, con risultati, chiaramente, non sempre ottimali. Non sono, però, soltanto questi i problemi del Chelsea. La squadra di Lampard, infatti, deve fare i conti con i grattacapi difensivi derivanti da un’avversaria che gioca molto in verticale e che può contare su giocatori rapidi e tecnici nel reparto avanzato. Con Casemiro ed Eriksen schermati ad inizio azione, lo sfogo dell’azione passa dai piedi dell’uomo tra le linee (Fernandes o lo stesso Martial che viene incontro), chiamato poi ad aprire il gioco esternamente.
Beneficiando poi anche della spinta dei terzini, il Manchester United si ritrova ad avere una netta e decisiva superiorità sulle corsie. Al minuto 6, una giocata sulla fascia frutta un calcio di punizione ben battuto da Eriksen, che trova la testa di Casemiro. La retroguardia londinese si fa attrarre dal pallone e si perde incredibilmente il brasiliano, che può così colpire indisturbato e portare in vantaggio i suoi.
Cambia il copione dell’analisi tattica di Manchester United-Chelsea
Portatasi avanti, la squadra di Ten Hag dosa le energie, preferendo lasciare il possesso ai londinesi per poi scatenarsi in contropiede contro una difesa che ha già mostrato le proprie falle. Il Chelsea si ritrova così a manovrare con maggiore pazienza, portando stabilmente molti uomini nella metà campo avversaria. Il fulcro del gioco è sempre Havertz, che come di consueto si stacca dalla marcatura e si abbassa o si defila per offrire il primo appoggio ai compagni. A sopperire alla mancanza in zona centrale della propria punta c’è Gallagher con i suoi inserimenti senza palla.
Il tedesco cerca di coinvolgere i compagni, andando spesso a giocare sul centro-destra dove può sfruttare la posizione larga di Madueke. Il classe 2002 viene ricercato molto di più rispetto all’altro esterno alto, Mudryk, che invece viene a giocare dentro al campo per lasciare la corsia libera alle discese di Hall.
Al netto però di un incremento del possesso palla e di vari tentativi di arrivare alla conclusione, gli sforzi del Chelsea si rivelano sempre improduttivi o si dissolvono per la scarsa precisione nella finalizzazione.
Intanto, il Manchester United perde Antony per infortunio. Al suo posto, al minuto 28, entra Rashford, che si colloca a sinistra con conseguente trasloco di Sancho sulla destra.
Verso la fine del tempo, i padroni di casa tornano ad alzare il baricentro e a colpire grazie alle larghe maglie della difesa londinese. Al minuto 51, Casemiro trova l’imbucata giusta per l’ex Dortmund che non deve far altro che accomodare un facilissimo suggerimento per l’appoggio facile di Martial. Si va all’intervallo sul 2-0.
Analisi tattica Manchester United-Chelsea, secondo tempo: i Red Devils volano e i Blues si sfaldano
Nella ripresa, la prima novità per l’analisi tattica di Manchester United-Chelsea è rappresentata dall’ingresso di Malacia per Shaw. Mentre gli ospiti trovano qualche guizzo da Mudryk, i padroni di casa guadagnano col cambio ancora più spinta. Le crepe della difesa londinese contro l’asse costituito dal neoentrato e da Rashford si fanno consistenti. Azpilicueta deve affidarsi a tutta l’esperienza a disposizione per resistere ai duelli in velocità, mentre per Fofana inizia un periodo di sbandamento totale.
Prima, al minuto 72, stende in area Bruno Fernandes dopo essere stato da questi saltato con un tunnel. Dal dischetto il portoghese non sbaglia. Poi, appena 6 minuti più tardi, commette un sanguinoso errore in disimpegno con un passaggio in orizzontale e lento che non raggiunge Chalobah, agevolmente anticipato. Rashford, liberatosi con una bella finta, firma il poker a tu per tu con Kepa.
Nel mezzo, i due allenatori rimescolano le carte. Lampard cambia due terzi dell’attacco mandando dentro Pulisic e Felix per Havertz e Mudryk. Il portoghese funge da (falso) centravanti. Poco prima del 3-0, anche Ten Hag rinnova l’attacco. Entrano Garnacho e Fred, escono Martial ed Eriksen. Il classe 2004 va a sinistra, con conseguente avanzamento di Rashford da punta.
Sul 4-0 e con soltanto una decina di minuti (recupero compreso) rimasti da giocare, Lampard prova una mossa coraggiosa, effettuando una tripla sostituzione e cambiando modulo. Ziyech, Loftus-Cheek e D. Fofana rilevano Gallagher, Chukwuemeka e Madueke. Il Chelsea chiude col 4-2-3-1 col marocchino a destra e l’ivoriano al centro dell’attacco. La contro-risposta del tecnico olandese è invece l’inserimento di McTominay per Bruno Fernandes.
L’intuizione dell’ex capitano dei Blues si rivela azzeccata. I suoi guadagnano un minimo di brio, anche se con un passivo che lascia allo United lo spazio per un allentamento di tensione. Forse anche troppo, perché all’89° un bellissimo cambio di gioco di Ziyech manda Felix in campo aperto. La conduzione centrale dell’ex Atletico si conclude con un bel diagonale all’angolino che non lascia scampo a De Gea. È il gol del 4-1 che fa calare il sipario su questo Manchester United-Chelsea e anche sulla nostra analisi tattica.
Le considerazioni finali
I Red Devils conquistano la terza vittoria consecutiva e mettono in cassaforte il primo obiettivo stagionale, la qualificazione alla prossima Champions League. Sarà la prossima ed ultima giornata a stabilire se come terza o quarta forza del campionato. Per quanto concerne la prestazione, il risultato parla chiaro e, come si è cercato di mostrare in questa analisi tattica della sfida contro il Chelsea, il Manchester United si dimostra in un ottimale stato di salute psico-fisica. La squadra gioca bene, produce molto e gestisce i ritmi. Un buon modo per presentarsi al prossimo imminente appuntamento importantissimo, il derby in finale di FA Cup.
Seconda trasferta indigesta a Manchester nel giro di pochi giorni per i Blues, che dopo una dignitosa sconfitta di misura contro il City, trovano stavolta una farraginosa caduta. Eppure vogliamo essere positivi e vedere il bicchiere leggermente pieno, dato che ormai (o meglio, per loro fortuna) la stagione volge al termine. Da un lato è apprezzabile il tentativo di affidarsi a una squadra con tanti giovani titolari. Dall’altro, il 4-2-3-1 potrebbe essere una valida alternativa tattica per valorizzare i tantissimi giocatori offensivi a disposizione. Qualcosa su cui Pochettino può iniziare a ragionare per costruire il Chelsea delle prossime stagioni.