Capitan Biagianti, a Catania anche campione di calcetto

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“Una Vita da Mediano” di Ligabue menziona esplicitamente Oriali, ma è dedicata a tutti quei centrocampisti che con fiato e polpacci tengono su la squadra permettendo ai giocatori più talentuosi di giostrare liberi. Il miglior Catania di sempre è legato agli argentini di Simeone, alle alchimie di Maran, alle tattiche guerrigliere di Zenga. Per non parlare di Montella e Mihajlović. Tutti tecnici che in Sicilia hanno brillato. Una squadra che lottava per non retrocedere ma regalava emozioni anche per come giocava. Arrivata a sfiorare l’Europa in un paio di occasioni. Tutti questi mister necessitavano di un factotum che a centrocampo lasciasse il cuore. In grado di coprire gli avanti e di inserirsi in caso di necessità. Non è solo nella mediana del Massimino che Marco Biagianti ha relegato l’anima. Ha sposato la città intera. Ormai capitano per sempre. Così Marco Biagianti per Catania è anche un Campione di Calcetto. Medaglia d’argento nella finale scudetto. Una storia infinita. Dalla lotta per restare in A all’Europa sfiorata. Quindi ai Dilettanti E adesso al tricolore Futsal.

Il capitano Marco Biagianti: campione di calcetto a Catania

Era destinato agli amori viscerali. Toscano di Firenze, tifosissimo della Fiorentina, prima esperienza da professionista? La Florentia Viola. Si fa tutte le giovanili nel club quando ancora splende il gonfalone di Cecchi Gori. Nella disgrazia baciata dai sacrifici di Di Livio e dai gol di Riganò esordisce nella Coppa Italia di Serie C. Quando la società si riassesta, non trova spazio ma capisce cosa significa esaltare un ambiente, dedizione alla causa. Un po’ di prestiti, il passaggio alla Pro Vasto in C e poi nel gennaio 2007 a 24 anni il Catania improvvisamente lo porta in A, dove era appenano ritornati gli Etnei dopo 23 anni.

«Sono cresciuto nella Fiorentina da quanto avevo dieci anni. Andavo in curva allo stadio, ho giocato nelle giovanili e ho anche fatto le prime presenze da professionista dopo il fallimento. Quando tornavo da calciatore al Franchi non capivo nulla, era tutto un sogno. C’è anche stata la possibilità di tornare in viola diversi anni fa, ma credo nel destino e penso che la mia carriera dovesse essere questa»

Gli anni d’oro

Giocherà solo 2 partite, ma è abbastanza per farsi un’idea di cosa l’aspetta. Il Catania d Zenga con un recupero imperioso si salva all’ultima giornata battendo i rivali del Chievo, che scendono in cadetteria.

«Sono arrivato dalla Pro Vasto nel 2007, dalla Serie C, anzi C2 all’epoca. Il Catania mi ha catapultato in Serie A, non sapevo da subito che ne sarei diventato simbolo, ma avevo già grande riconoscenza per il club che mi ha portato ai massimi livelli»

L’Uomo Ragno decide poi l’anno successivo di lanciarlo piano piano. 18 presenze, record di punti in Serie A e semifinali di Coppa Italia. Dall’anno successivo sarà titolare per 4 anni, frenato solo un biennio di acciacchi.  Nel 2009 addirittura Lippi lo convoca per un amichevole contro l’Irlanda del Nord, una sorta di match celebrativo per molte bandiere di club “minori” in cui ad esempio aveva giocato e segnato Pellissier. Biagianti non riesce a scendere in campo ma resta un riconoscimento di cosa lui e la società stavano ottenendo in quegli anni.

Nel 2013 la società decide di liberarsene, e così va in un’altra piazza “calda”, il Livorno.

Capitano mio capitano

Nei 3 anni con gli Amaranto, tra A e B, è ancora e sempre titolare. Ancora e sempre anni matti, come si confà alla storia della società toscana. Nel frattempo però il Catania precipita, tra retrocessioni sul campo e fallimenti. Così alla prima occasione va a soccorrerlo. Si riparte addirittura dai Dilettanti. Arriva immediatamente la promozione in Lega Pro. In totale 266 le presenze totali in rossazzurro.

Due anni di “C” prima di appendere gli scarpini al chiodo, ma quelli coi tacchetti con l’erba. La Sicilia lo invita ancora a calcare i suoi campi.

Marco Biagianti a Catania anche campione di calcetto

Annuncio ritiro il 24 settembre 2020. Poi dal 14 ottobre Marco Biagianti per Catania è anche un Campione di Calcetto. Si tessera infatti per il Meta, società cittadina militante in Serie A. Dopo numerose convocazioni fa il suo esordio in campo il 9 febbraio successivo nella vittoria interna per 4-2 contro la Sampdoria.

Il ruolo è quello del Pivot, ovvero tradizionalmente l’uomo d’area che comporta staziona in posizione avanzata. Cambiato tutto? Mica tanto. Da un ruolo statico l’evoluzione moderna del Futsal preveda che corra e che svari per tutta la metà campo avversaria. Uno sfiancante lavoro da tuttocampista.

«Il mio principio era: o gioco a Catania o smetto», ha spiegato, «così quando si è concretizzato l’addio alla squadra dopo l’uscita dai playoff di Serie C nel 2020, poteva essere la chiusura definitiva del mio capitolo sul campo. Invece c’è stata questa bella possibilità. Continuare con la Meta rappresentando sempre la città di Catania, con una maglia rossazzurra, con il mio numero 27. Così ho detto “sì””.»

Finale scudetto

Non è stato facile ergersi per Marco Biagianti anche a Campione di Calcetto per Catania: «Il calcio e il futsal sono due sport diversi. Per me è cambiato il campo, le regole, la palla, tutto insomma. Spesso sono rimasto agli allenamenti molto più tempo degli altri, per imparare al meglio e adattarmi. Però ho avuto la fortuna di essere arrivato in un gruppo bellissimo, che mi ha aiutato dal primo giorno. Una squadra forte e i risultati si sono visti anche sul campo»

Alla fine la soddisfazione è arrivata. Finale scudetto con la Meta. Contro la Italservice Pesaro. Risolta senza bella. 7-1 per i Marchigiani in gara 1, più combattuto il 3-2 di gara 2. La Meta ci arrivava da outsider, quindi è considerato già così un grande risultato. Finita alla grande la Vita da Mediano, cominciata alla grandissima quella da Pivot.

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