Mertesacker, una carriera tra successo ed ansia: Arsenal nel DNA

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Nel mondo del calcio esiste una linea sottilissima tra l’immagine pubblica di un giocatore e la propria vita privata, composta come quella di qualunque essere umano da emozioni più o meno positive: nel caso dell’ex difensore centrale in maglia Arsenal (e non solo) Per Mertesacker, poi, queste sono state la causa principale dell’ufficiale allontanamento dalla carriera nel calcio giocato. Appendere gli scarpini al chiodo alla sola età di 33 anni non è sempre una scelta dovuta all’aumentare degli acciacchi fisici.

Di fatto, nel caso dell’ex campione del Mondo la goccia che ha fatto traboccare definitivamente il vaso è stata di altra natura. Spesso è difficile accorgersene, poiché da uno schermo possiamo sì sentirci molto vicini ai nostri beniamini, ma allo stesso tempo non ne conosciamo le sfumature. Chiunque abbia solcato il campo da calcio almeno una volta nella propria vita e ad ogni livello, soprattutto ad un’età più tenera, si sarà almeno una volta imbattuto in episodi di ansia o stress da prestazione.

Dopo essersi allontanato dal mondo del calcio giocato nel 2018 Mertesacker ha toccato proprio la tematica in questione, raccontando degli episodi personali sgradevoli. Prima, però, di entrare a capofitto sulla questione, andiamo a riavvolgere il nastro dei ricordi ripercorrendone ed onorandone la carriera. Quello che adesso è l’attuale Responsabile del settore giovanile dell’Arsenal può vantare molti trofei nel proprio palmarès da calciatore.

Hannover come scuola di formazione: le origini di Mertesacker

Il primo approccio di Per Mertesacker con lo sport più amato e seguito al mondo è stato frutto dell’influenza del padre, grande uomo di calcio. Cresciuto in una famiglia piuttosto abbiente e particolarmente legata al mondo del pallone, il classe 1984 ha iniziato il percorso nelle giovanili dell’Hannover. Visto di buon occhio dalla dirigenza e spesso coccolato e rassicurato dal proprio papà nelle vesti di allenatore della squadra giovanile, il tedesco ha subito indossato la prima fascia da capitano alla sola età di 11 anni.

Mertesacker, una carriera tra successo ed ansia: Arsenal nel DNA
Per Mertesacker, Hannover stagione 2005/06

Da lì in avanti, sono state ben otto le stagioni di crescita e maturazione all’interno del settore giovanile dell’Hannover. Nell’estate del 2003, poi, Mertesacker ha avuto la chance di mettere in mostra tutto ciò di imparato in prima squadra, grazie al definitivo salto di qualità. In totale gli anni di legame con i Die Roten sono stati tre, fino alla stagione 2005/06, quella in cui il difensore centrale ha avuto modo di farsi notare grazie a dei numeri e delle prestazioni ben sopra il comune. Quell’anno il classe 1984 è sceso in campo in trenta occasioni in Bundesliga, inanellando ben 5 gol e 2 assist.

I numeri sono senz’altro atipici per un calciatore che come ruolo ha il compito di difendere il proprio portiere. Questi, per di più, gli hanno permesso la conferma nel gruppo squadra scelto dal CT della Germania per prendere parte al Mondiale casalingo del 2006. Nelle due precedenti stagioni di ambientamento e approccio al “mondo dei grandi” Mertesacker aveva “solamente” raccolto 52 presenze, condite da 3 gol e 1 assist. Per una cifra attorno ai 5 milioni di euro, poi, l’alto difensore goleador è stato prelevato dal Werder Brema in data 8 agosto 2006.

Un Mertesacker in rampa di lancio al Werder Brema

Il post Mondiale del calciatore nativo di Hannover è stato decisamente uno dei momenti chiave della propria carriera. Non solo il passaggio definitivo all’importante società tedesca del Werder Brema, ma anche l’esordio ufficiale in Champions League e in Coppa UEFA. In entrambe le competizioni europee, poi, Mertesacker si è tolto la soddisfazione di insaccare una palla alle spalle del portiere. La stagione 2006/07 si è conclusa con il raggiungimento della semifinale in Coppa UEFA, sfiorando un sogno che, due soli anni più tardi, è stato ancora più vicino.

Mertesacker, una carriera tra successo ed ansia: Arsenal nel DNA
Per Mertesacker, Werder Brema

Sì, perché in quella 2008/09 i biancoverdi sono stati beffati soltanto in finale nella sconfitta per 2-1 conseguita per mano degli ucraini dello Shakhtar Donetsk. In generale, il rendimento complessivo del forte difensore centrale classe 1984 al cospetto del Werder Brema è stato piuttosto prolifico. Cinque stagioni al cospetto del club lo hanno visto scendere in campo in ben 215 occasioni, riuscendo anche a siglare 16 gol e 9 assist.

Nonostante la coppa internazionale solo sfiorata, in terra amica l’atipico difensore goleador ha alzato al cielo nel 2009 la Coppa di Germania. L’aumento sempre costante delle prestazioni, del senso del gol nell’area di rigore avversaria e del carisma messo in campo hanno permesso a Per Mertesacker di finire sotto la nobile lente d’ingrandimento dell’Arsenal, stessa società inglese che nell’estate del 2011 ha deciso di prelevare il tedesco dai biancoverdi per una cifra attorno agli 11 milioni di euro: da lì in avanti la carriera del calciatore parla per sé.

Il mito di Mertesacker: all’Arsenal fino alla fine della carriera

Il primo vero e proprio salto nel calcio che conta è stato effettuato all’età di 26 anni, quello che ha visto l’ormai esperto centrale di difesa Per Mertesacker approdare tra le fila inglesi dell’Arsenal, club che ha fortemente puntato, fino al proprio ritiro in carriera, sul calciatore alto ben due metri. Prima di entrare nella morsa di infortuni e ricadute, l’ex numero 4 è stato punto di riferimento della retroguardia Gunners fino alla stagione 2015/16.

Mertesacker, una carriera tra successo ed ansia: Arsenal nel DNA
Mertesacker e Walcott, carriera all’Arsenal

I numeri lo certificano: con 207 presenze in campo divise tra coppe di lega, Premier League e competizioni europee, 8 gol, 7 assist, due FA Cup e una Supercoppa d’Inghilterra aggiunte alla lista dei trofei alzati al cielo, il classe 1984 ha dato una grande mano alla formazione d’oltre Manica. Da non dimenticare, poi, che nel frattempo Mertesacker ha avuto l’onore più grande di tutti, quello di coronare il sogno di diventare campione del Mondo. La spedizione di Brasile 2014 ha regalato alla nazionale della Germania la quarta stella della propria storia. Il Mondiale, giocato da protagonista assieme ai due talenti HummelsBoateng, rimarrà sicuramente il punto più alto in assoluto mai toccato dal tedesco.

Il ginocchio di Mertesacker si rompe, addio Arsenal e carriera

Tornando all’Arsenal, perché il nativo di Hannover ha guidato la difesa soltanto fino al 2016? Nell’estate a cavallo tra la stagione precedente e quella con finestra sul 2017 il classe 1984 è stato vittima di un brusco infortunio al ginocchio, stesso dal quale non è mai riuscito a recuperare del tutto, soprattutto mentalmente, fino al termine della propria carriera.

Mertesacker, di fatto, dopo aver provato il rientro nel febbraio 2017 ha solcato il campo in altre 14 occasioni, riuscendo a mettere dentro 2 reti e 1 assist. Anche se non da protagonista, infine, il palmarès del giocatore si è ulteriormente arricchito con il trionfo dei Gunners in FA Cup nel 2017 e in Supercoppa d’Inghilterra nel 2018. Il ritiro è arrivato come conseguenza di una brillantezza mentale ormai persa in data 1 luglio 2018.

Il lato oscuro del gioco: Mertesacker si espone sulla componente psicologica

Prima di appendere una volta per tutte gli scarpini al chiodo, Per Mertesacker ha lasciato delle dichiarazioni piuttosto pesanti riguardo lo stato d’ansia accumulato nel corso degli anni di carriera. Al portale tedesco Spiegel qualche mese prima del ritiro ha confessato: Non si gioca mai per divertirsi, dobbiamo sempre rendere al meglio senza giustificazioni. Questo è l’ultimo anno in cui giocherò, non ce la faccio più. Tra qualche mese sarò finalmente libero. Nei momenti che precedono la partita sento sempre il bisogno di dover vomitare”.

Mertesacker, una carriera tra successo ed ansia: Arsenal nel DNA
Mertesacker, ex difensore Arsenal

Andando avanti: “Cerco di soffocare questa sensazione, ma è così grande che poi finisco per lacrimare. Ormai so come devo fare, è come se vomitassi simbolicamente tutto dopo il calcio d’inizio. Gli infortuni sono spesso di natura mentale, ti fai male perché non ce la fai più. Quando nel 2006 abbiamo perso in semifinale dei Mondiali contro l’Italia ero ovviamente dispiaciuto, ma anche sollevato. Pensai che era tutto finito e che non avrei più vissuto quella forte ansia che provavo”. Insomma, la componente psicologica spesso viene oscurata da chi, come noi, osserva da dietro uno schermo le incredibili gesta di questi campioni.

A volte sarebbe meglio, tuttavia, ricordarsi che dietro la maschera del professionista si cela il viso di un uomo, talvolta fragile. La testimonianza di Mertesacker, avvenuta poco prima che la carriera all’Arsenal terminasse, ha decisamente creato scompiglio, ma non per questo non merita di essere analizzata con riflessione. Il calcio è uno sport meraviglioso, così come lo sono le storie dei protagonisti, a volte costretti a reprimere i propri sentimenti per paura di essere giudicati dall’attento occhio del pubblico.

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