Milan-Atalanta (0-3): analisi tattica e considerazioni

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Spettacolo Atalanta a San Siro. I bergamaschi sfoderano una grande prestazione annichilendo un Milan in difficoltà per tutti i novanta minuti. I rossoneri comunque chiudono il girone d’andata con il titolo di campioni d’inverno visto il pareggio dell’Inter. Ma vediamo gli schieramenti delle due squadre e l’analisi tattica della partita Milan-Atalanta.

Pioli, nel suo consueto 4-2-3-1, non può contare su Romagnoli e Saelemaekers squalificati al loro posto Kalulu e Castlillejo. A centrocampo ancora infortunato Bennacer gioca Tonali accanto a Kessie. Sulla trequarti sorpresa Meitè al posto di Calhanoglu con Leao largo a sinistra mentre in avanti il solito Ibrahimovic.

Gasperini, salutato ormai Gomez (direzione Siviglia), punta in attacco sulla verve di Ilicic, la corsa di Pessina e la forza di Zapata. Confermatissimo il centrocampo mentre in difesa panchina per Palomino con Romero, Djimsiti e Toloi trio titolare.

Primo tempo: dopo un iniziale equilibrio, l’Atalanta passa in vantaggio e controlla il match

Nei primi minuti sembra chiaro l’intento del Milan di cercare con lanci lunghi la sponda di Ibra verso i compagni sfruttando il vantaggio fisico che lo svedese ha nei confronti del suo marcatore Romero.

Ma dopo questo fuoco di paglia, l’Atalanta inizia a prendere il controllo delle operazioni impedendo agli avversari di gestire il possesso palla con un pressing asfissiante e ben portato, tipico del gioco di Gasperini.

Avendo il pallino del gioco, la Dea si appoggia in quasi tutte le azioni sull’uomo di maggior talento, Ilicic, che appare immediatamente molto ispirato.

Come detto, i bergamaschi pressano bene e quando recuperano la sfera verticalizzano con grande velocità come dimostra il lancio di Gosens che porta Hateboer alla conclusione pericolosa deviata sull’esterno della rete.

E’ il primo campanello d’allarme per la difesa rossonera che capitola in seguito da corner battuto corto sul quale Romero, in avvitamento, batte Donnarumma.

Evidente, nell’occasione, l’errore di Kalulu che si perde l’avversario sul cross di Gosens (cinque gol e quattro assist per l’esterno).

Milan-Atalanta (0-3): analisi tattica e considerazioni
Kalulu si lascia passare alle spalle con facilità da Romero che non perdona

Non si ferma la squadra di Gasperini che continua a cavalcare l’inarrestabile Ilicic: lo sloveno gioca prevalentemente sul centro destra facendo impazzire Kalulu e Hernandez che non riescono mai a fermarlo.

Se in tanti si domandavano come si sarebbe evoluto il gioco dell’Atalanta senza Gomez, la prestazione di Ilicic è la risposta. E’ lui il fulcro delle azioni.

Il Papu è sostituito in campo sul piano tecnico proprio da Ilicic dunque e sul piano tattico da Pessina che fornisce più equilibrio alla squadra in fase di non possesso. Infatti il suo lavoro in marcatura su Tonali nega al Milan un facile sviluppo di manovra.

Il Milan si vede in attacco solo su calcio piazzato di Tonali sul quale Ibrahimovic non riesce a centrare la porta da buona posizione.

Secondo tempo: un devastante Ilicic trascina la Dea che espugna San Siro

Chi non conosce l’Atalanta, potrebbe aspettarsi un calo di intensità per quanto la squadra abbia corso nei primi 45′ ma la Dea continua sulla falsariga della prima frazione di gioco; anzi il dominio diventa ancor più evidente. A nulla serve l’immediato cambio di Diaz al posto di un deludente Meitè, apparso anche fuori ruolo.

I bergamaschi infatti arrivano prima su tutte le seconde palle, insistono nel pressing alto costringendo i rossoneri ai lanci lunghi e in più Romero fa davvero un ottimo lavoro su Ibra.

La manovra degli ospiti è veloce, precisa, verticale e soprattutto con passaggi di prima intenzione con Ilicic sempre sugli scudi.

Proprio lo sloveno viene atterrato in area da una gomitata di Kessie e realizza il rigore che vale il raddoppio.

Non c’è reazione del Milan, l’Atalanta continua a macinare gioco. Viste queste difficoltà, Pioli prova a scuotere i suoi con l’inserimento del neo acquisto Mandzukic e di Rebic al posto di Leao e Castillejo.

E’ lo stesso Mandzukic a rendersi pericoloso quando il suo tiro viene respinto da un prodigioso Gollini.

Ma è solo un’illusione perché per la Dea si aprono anche praterie per il contropiede ed infatti Zapata, che poco prima aveva già colpito un palo, chiude la contesa col definitivo 0-3.

Analisi tattica Milan-Atalanta: le considerazioni finali

Prima vera brutta prestazione del Milan in questo campionato. Questa partita ha ricordato molto un’altra sconfitta arrivata quest’anno ovvero quella in Europa League contro il Lille.

Due match che hanno palesato come la squadra di Pioli soffra se non arriva una buona prestazione sul piano del gioco (nell’altra sconfitta, quella con la Juventus, la prestazione era stata comunque positiva).

C’è stato, contro i bergamaschi, un calo fisico che si è notato sia nella difficoltà ad accompagnare il gioco offensivo, lo stesso Ibra ha poi dichiarato di essersi trovato solo in attacco (l’assenza di Calhanoglu si è sentita tantissimo), e sia nell’essere arrivati sempre in ritardo sulle seconde palle.

Detto ciò, tantissimi meriti all’Atalanta che è venuta a San Siro, sul campo della capolista, a dominare per quasi tutti i 90′ col solito gioco brillante, verticale trascinata da uno scatenato Ilicic, decisamente il migliore in campo.

Uno 0-3 che eguaglia la vittoria più larga della Dea contro il Milan in trasferta, datata marzo 1941.

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