Milan-Inter (1-1): analisi tattica e considerazioni

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Il derby della Madonnina numero 228 della storia si conclude con un pareggio per 1-1. Le due milanesi chiudono la dodicesima giornata di campionato con una bella partita, ricca di emozioni ed episodi. Diamo uno sguardo all’analisi tattica di Milan-Inter iniziando con le scelte di formazione dei due allenatori.

Pioli schiera il consueto 4-2-3-1, ma rispetto alla sfida di Champions col Porto, cambia bene 5 effettivi. In difesa, a sinistra parte titolare Ballo-Touré, al posto dello squalificato Theo, con Kajer e Tomori centrali e Calabria sulla destra. A centrocampo, ritorna Kessie al fianco di Tonali, mentre sulla trequarti ancora fiducia a Krunic, con Leao e Diaz sugli esterni. In avanti l’unica punta è Ibrahimovic.

Inzaghi, invece, cambia poco rispetto alla vittoria in trasferta in Moldavia. Solita difesa a 3 con Skriniar, De Vrij e Bastoni, sulle fasce da una parte Perisic e dall’altra Darmian, con Brozovic centrale. Sulle mezz’ali agiscono Barella e chance da titolare per l’ex della partita Hakan Calhanoglu. In attacco confermati Dzeko e Lautaro.

Primo tempo: subito tanta intensità e grandi emozioni

L’analisi tattica di Milan-Inter ha un copione chiaro fin dai primissimi istanti della partita. I rossoneri prendono subito in mano il pallino del gioco, mentre la squadra di Inzaghi rimane prudente. Il Milan imposta l’azione tenendo i due terzini subito molto alti, con i due centrali che si allargano e Kessie che si abbassa sulla loro linea per avviare la manovra. Questa disposizione consente alla squadra di Pioli di portare tanti giocatori nella metà campo avversaria, ma allo stesso tempo rischia di lasciare molti spazi dietro per le ripartenze dell’Inter.

I nerazzurri fanno fatica ad impostare dal basso, complice l’alta pressione del Milan, che aggredisce uomo contro uomo. In particolare, è prezioso il lavoro di Krunic a schermare Brozovic, il cervello del centrocampo interista. Inzaghi predispone così una squadra tatticamente ordinata e predisposta maggiormente a difendere e tentare di ripartire velocemente in contropiede. L’atteggiamento spregiudicato del Milan viene subito punito, con l’Inter che coglie l’occasione giusta approfittando di un errore di Kessie. L’ivoriano non si libera in tempo del pallone e stende Calhanoglu in area. Per Doveri è rigore e lo stesso turco s’incarica della battuta, portando in vantaggio i nerazzurri.

Milan-Inter (1-1): analisi tattica e considerazioni

L’Inter, impossibilitata ad impostare dal basso, si affida al lancio lungo, a scavalcare il centrocampo, per Dzeko, che funge quasi da regista avanzato. Il bosniaco collabora molto alla manovra con i suoi movimenti incontro, che aiutano a far salire la squadra o a smistare palla sugli esterni, in particolare sulla destra. Anche i rossoneri beneficiano dei movimenti del loro centravanti per trovare soluzioni offensive. Ibrahimovic viene spesso fuori dall’area per giocare il pallone e favorire gli inserimenti dei trequartisti. Nonostante il gol subito, il Milan non rinuncia ad attaccare e a pressare con grande intensità. Ed è proprio grazie ad un recupero alto di Kessie che i rossoneri guadagnano la punizione che porta il punteggio sull’1-1 per l’autorete di De Vrij.

Secondo tempo: tante emozioni ed equilibrio sovrano

Nella ripresa, la partita si apre ancora di più perché l’Inter, sulla falsa riga degli ultimi minuti del primo tempo, gioca meglio. L’andamento della partita sembra quasi capovolgersi, con i nerazzurri che attaccano e il Milan che rimane più basso. La chiave tattica di Inzaghi è sempre quella di sfondare sugli esterni, in particolare a sinistra con Perisic, mentre i rossoneri si affidano al lancio lungo per Ibrahimovic, autore di un intenso duello con De Vrij.

L’intensità rimane alta da parte di entrambe le squadre e l’equilibrio regna sovrano. I due allenatori provano così ad attingere dalle proprie panchine soluzioni diverse. Inzaghi non snatura troppo la squadra, anche perché effettua le sostituzioni quasi esclusivamente per rilevare giocatori con problemi fisici. Escono gradualmente Barella, Darmian, Bastoni e Dzeko per Vidal, Dumfries, Di Marco e Correa. L’Inter guadagna fisicità e costruisce diverse occasioni potenziali, sfruttando gli esterni e gli inserimenti senza palla delle mezz’ali.

Milan-Inter (1-1): analisi tattica e considerazioni

Pioli, invece, interviene già nell’intervallo, inserendo Kalulu al posto di Ballo-Touré, ammonito e apparso in grande difficoltà. Il Milan accetta la superiorità dell’Inter e comincia a difendersi basso con tutti gli effettivi, lasciando Ibra da solo in avanti. Visto che i neroazzurri attaccano sugli esterni, l’allenatore emiliano decide di inserire Saelemaekers e Rebic al posto di Diaz e Leao. I due nuovi entrati apportano fin da subito velocità e maggiore spinta e così, nella seconda metà del tempo, i rossoneri ritornano a rendersi più pericolosi. Con l’inerzia a proprio vantaggio, il Milan prova ad approfittarne, inserendo forze fresche anche a centrocampo. Con gli ingressi di Bakayoko e Bennacer, la squadra passa ad un 4-3-3, con Kessie però libero di sganciarsi in avanti per accompagnare l’azione.

Analisi tattica Milan-Inter: considerazioni finali

Nonostante il forcing finale e una partita battagliata dall’inizio alla fine, il derby si conclude in parità. Il punto non cambia ovviamente nulla per le due squadre in termini di classifica e, anzi, lascia il rammarico per non aver sfruttato una ghiotta occasione per fare qualche passo in avanti.

Il Milan si conferma una grande squadra, composta da un collettivo solido e con idee di gioco sempre ben chiare. Oltre all’ottima prestazione, Pioli può godersi anche un superbo Tatarusanu, bravissimo in occasione del secondo rigore, e una grande certezza rappresentata dalla coppia Kjaer e Tomori. I rossoneri devono ora prepararsi alla difficile trasferta sul campo della Fiorentina alla ripresa dopo la sosta.

L’Inter continua a dimostrarsi una squadra difficile da affrontare, ordinata e compatta e con un ritrovato Calhanoglu. Note negative provengono, invece, sicuramente dalle condizioni fisiche di alcuni giocatori e da un Lautaro ancora distante dai suoi momenti migliori. Sull’argentino non pesa soltanto l’errore dal dischetto, ma anche una certa difficoltà nel riuscire a rendersi determinante nel corso della partita. Inzaghi deve lavorare su quest’aspetto anche in vista del prossimo delicatissimo impegno contro il Napoli.

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