La Juventus si aggiudica il big match di San Siro contro il Milan per 3-1 facendo così cadere l’imbattibilità dei rossoneri di 27 partite. Novanta minuti giocati molto bene e a viso aperto dalle due squadre nonostante le tante defezioni da una parte e dall’altra. Ma vediamo gli schieramenti delle due squadre e l’analisi tattica della partita Milan-Juventus.
Pioli deve fare a meno di Ibrahimovic, Saelamaekers e Bennacer per infortunio, Krunic e Rebic per Covid e Tonali squalificato. Quindi in difesa spazio a Dalot a destra con Calabria dirottato in mezzo al campo accanto a Kessie mentre in attacco, alle spalle di Leao, agiscono Hauge, Calhanoglu e Castillejo.
Pirlo non può contare invece su Morata infortunato e Cuadrado e Alex Sandro fuori per Covid. Dunque nel 4-4-2 Danilo gioca a destra, Frabotta a sinistra in difesa; a centrocampo Rabiot e Bentancur con McKennie in panchina e sulle fasce Ramsey e Chiesa. In avanti Ronaldo e Dybala.
Primo tempo: ritmi alti e partita ben giocata da entrambe le squadre con Chiesa e Calabria sugli scudi
In avvio è la Juventus che cerca di prendere il controllo del gioco col Milan pronto a pressare e colpire in contropiede.
Come ormai è consueto, i bianconeri iniziano la manovra con una difesa a tre e il centrocampo a cinque.
Molto interessanti i duelli sulle due fasce dove Chiesa affronta Hernandez e Frabotta se la vede con Dalot.
Proprio Frabotta mette in difficoltà il suo avversario con qualche scorribanda iniziale dove il portoghese si fa trovare impreparato.
Il Milan pressa davvero molto bene, uomo contro uomo e costringe la Juve ad errori grossolani che però i rossoneri non riescono a capitalizzare come in occasione del tiro di Castillejo con Szczesny attento a respingere.
La prima chance per i campioni d’Italia capita su sviluppo di corner quando Chiesa controlla e calcia in area ma centro in pieno il palo.
I bianconeri aumentano la pressione sugli avversari, fanno girare il pallone con più velocità e qualità e sull’asse Chiesa-Dybala trovano il vantaggio: Chiesa serve l’argentino che di tacco chiude il triangolo consentendo al numero 22 di battere Donnarumma.
Grosse responsabilità della difesa rossonera in particolare di Hernandez che si lascia scappare con troppa facilità Chiesa e anche Kjaer è sembrato in ritardo nella possibile chiusura difensiva.
Il Milan però reagisce subito con un’azione personale molto bella di Leao il cui tiro finisce fuori di un soffio.
In difesa però continuano le difficoltà di Theo contro lo scatenato Chiesa che sembra incontenibile per il terzino francese. In particolare l’azzurro riesce sempre più a metter in pratica le indicazioni del suo allenatore ovvero di tagliare con più frequenza verso la porta.
I rossoneri, col passare dei minuti, trovano le giuste misure e mettono sempre più pressione agli avversari riuscendo a calciare con frequenza dalle parti di Szczesny ma il polacco si fa trovare sempre pronto.
Ma al 41′ non può nulla sulla fulminea ripartenza rossonera quando Leao trova l’accorrente Calabria che, di prima intenzione, realizza il pareggio ponendo fine ad un primo tempo bello e giocato ad alti ritmi.
Grandi proteste della Juve per un fallo di Calhanoglu su Rabiot dal quale nasce poi l’azione del gol. Fallo che sembra esserci in quanto il turco colpisce con un’ancata il francese.
Secondo tempo: un grande Chiesa, la lunghezza e la qualità della panchina consentono alla Juve di portare a casa tre punti fondamentali
Ripresa che inizia con un piglio diverso perché le due squadre sembrano più lunghe fin dalle prime battute e si scambiano ripartenze vicendevolmente.
La Juventus dunque, rispetto alla manovra più ragionata della prima frazione di gioco, cerca di più la profondità e questo cambiamento porta subito i frutti grazie anche alla qualità dei suoi attaccanti.
Infatti i bianconeri praticamente con quattro passaggi ripassano in vantaggio: stupendo cambio di gioco di Dybala per Ronaldo, il portoghese serve Frabotta, l’esterno vede l’inserimento fra le linee di nuovo di Dybala che allarga per Chiesa, ancora uno contro uno con Hernandez che concede il sinistro dal limite e l’attaccante non perdona mettendo la sfera all’angolino dove Donnarumma non può arrivare.
Lo stesso Chiesa è costretto ad uscire per una botta all’anca e viene sostituito da Kulusevski. Entra anche McKennie per Dybala.
Così facendo Pirlo cerca un assetto tattico più difensivo chiedendo a Ramsey di affiancare Ronaldo e a Kulusevski di prendere il posto sulla destra di Chiesa.
Pioli può attingere poco dalla panchina viste le numerose indisponibilità e decide di inserire Diaz al posto di Hauge per dare più brio all’attacco.
Rischia tantissimo Bentancur che, già ammonito, stende Castillejo in scivolata: Irrati soprassiede ma ci stava la seconda ammonizione.
Il Milan però ha accusato il colpo del gol subito e affiora anche la comprensibile stanchezza e la Juve, grazie alla sua panchina lunga e di qualità, chiude i conti quando Kulusevski dribbla Romagnoli in area e serve McKennie che infila il 3-1 finale.
Analisi tattica Milan-Juventus: le considerazioni finali
Nulla da dire al Milan: Pioli infatti, a fine partita, si è detto soddisfatto dei suoi giustamente perché, nonostante le tante assenze, la squadra ha mantenuto la sua identità di gioco e ha giocato alla pari contro un grande avversario. Questo Milan se la giocherà per lo scudetto e ha comunque mantenuto la testa della classifica.
Anche Pirlo ha visto un’ottima prestazione della sua squadra che, messa di fronte ad una partita che gli americani definiscono “win or go home” perché una sconfitta avrebbe significato tredici punti di distacco dalla vetta, ha risposto presente. Adesso invece i bianconeri si trovano a sette punti dalla capolista con una partita da recuperare.