Milan-Napoli (1-2): analisi tattica e considerazioni

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Grande vittoria del Napoli in casa del Milan nel posticipo domenicale che chiude la 7^ giornata di campionato. I partenopei s’impongono per 1-2 e conquistano così la vetta della classifica, a parimerito con l’Atalanta a quota 17 punti. Dopo un primo tempo vivace, ma anche bloccato tatticamente e meglio interpretato dai rossoneri, nella ripresa la partita si apre e arrivano finalmente i gol. Gli ospiti passano in vantaggio grazie alla realizzazione dal dischetto di Politano al minuto 55. Meno di un quarto d’ora dopo, ecco il pareggio di Giroud, rimontato nuovamente dal neoentrato Simeone al 78°. Andiamo a scoprire i fattori della vittoria del Napoli sul Milan attraverso la nostra analisi tattica. Partiamo, come sempre, dalla presentazione delle formazioni.

Pioli si affida al consueto 4-2-3-1. Maignan in porta, protetto dalla linea difensiva composta da Calabria, Kjaer, Tomori e Theo Hernandez. Davanti alla retroguardia giocano Tonali e Bennacer. Unica punta Giroud, supportato alle spalle dal tridente di trequartisti Saelemaekers, De Ketelaere e Krunic, chiamato a sostituire lo squalificato Leao.

Gli ospiti, guidati dal vice-Spalletti Domenichini, scendono in campo col 4-3-3. Tra i pali Meret, difesa con Kim e Rrahmani centrali e Mario Rui e Di Lorenzo esterni. Lobotka inamovibile in cabina di regia, affiancato da Anguissa e Zielinski, sempre da mezz’ala sinistra. Davanti, tridente leggero con Kvaratskhelia e Politano larghi e Raspadori punta centrale.

Primo tempo: partita bloccata, meglio i rossoneri

Il Sunday night di Serie A vede di fronte le due squadre più efficienti e costanti non solo del campionato, ma anche tra le italiane in campo internazionale. Inevitabilmente, regalano una grande partita, nonostante le illustri assenze da una parte e dall’altra. In questa prima parte dell’analisi tattica di Milan-Napoli, andiamo a concentrarci sui temi dell’organizzazione predisposta da Pioli. Ossia, lo sviluppo sugli esterni, la pressione alta e feroce e il piano di contenimento per il pericolo pubblico numero uno, Khvicha Kvaratskhelia.

L’atteggiamento dei rossoneri è, come sempre, particolarmente propositivo e volto a prendere possesso della gara. Il Milan porta fin da inizio azione i due terzini molto alti, in maniera tale da avvolgere la difesa partenopea e costringere le due ali, Politano e lo stesso georgiano, a ripiegare profondamente all’indietro. La spinta dei due esterni bassi è fondamentale e diviene il motore principale delle sortite offensive dei padroni di casa. Contrariamente al solito, però, è la corsia di destra quella particolarmente attiva, con Calabria che riesce spesso ad arrivare al cross, isolato nell’uno contro uno con Mario Rui. I trequartisti Krunic e Saelemaekers agiscono, invece, più dentro al campo, nei corridoi intermedi, attaccando ai fianchi dei centrocampisti azzurri.

Conscia della pericolosità dei giocatori offensivi del Napoli negli spazi aperti, la squadra di Pioli vuole bloccare sul nascere i tentativi di ripartenze degli avversari. Per fare questo, è necessario attuare una pressione molto intensa, tenendo sempre il baricentro in avanti. In questa maniera, si forma un gioco delle coppie in varie zone del campo. In primis, sulla mediana, dove, in fase di non possesso, De Ketelaere va a uomo su Lobotka, Tonali esce su Anguissa e Bennacer segue i tagli di Zielinski. Il pressing dei rossoneri si rivela efficace, con una buona prevalenza in quasi tutti questi duelli, comportando diversi palloni recuperati. L’unico mismatch è forse proprio l’ultimo, dato che il fantasista polacco è più veloce dell’algerino, costretto ad arrangiarsi su di lui con l’esperienza.

Infine, per quanto concerne la difesa su Kvaratskhelia, Pioli prepara diverse opzioni. La prima è proprio quella di tenere il georgiano il più lontano possibile dall’area rossonera, costringendolo ad abbassarsi per non lasciare Mario Rui in inferiorità numerica sull’esterno. Poi, gli tiene quanto più possibile incollato Calabria, che lo va a prendere ovunque, impedendogli di girarsi e puntarlo. Se però il numero 77 partenopeo riesce a prenderlo alle spalle, ecco pronte alcune coperture in seconda battuta. Si prestano alla causa Kjaer, che dà protezione al proprio terzino, e lo stesso Bennacer, che spesso in fase di possesso va a posizionarsi proprio sulla parte destra della linea difensiva per guardare le spalle al capitano.

Milan-Napoli (1-2): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Milan-Napoli: un bilancio della prima frazione

Come detto in queste prime battute dell’analisi tattica di Milan-Napoli, sono i rossoneri a giocare meglio, riuscendo a ritagliarsi delle occasioni. In modo particolare, la squadra di Pioli muove bene il pallone, grazie alle giocate da regista offensivo di De Ketelaere, e arriva facilmente a mettere il pallone in un’area ampiamente riempita. Non solo con Giroud, chiaramente, ma anche con gli inserimenti degli stessi trequartisti, a supportare il proprio centravanti.

Milan-Napoli (1-2): analisi tattica e considerazioni

Il Napoli è evidentemente costretto alla difensiva, con la partecipazione anche dei giocatori offensivi. In fase di non possesso, i partenopei si dispongono con una sorta di 4-4-2, perché Zielinski si porta sulla linea di Raspadori in pressione sui due centrali rossoneri. In questo modo, però, Anguissa e Lobotka rimangono in inferiorità numerica contro i 3 trequartisti del Milan, che, giocando sempre dentro al campo, possono ricevere tra le linee nei corridoi intermedi, mentre i terzini garantiscono l’ampiezza.

Con lo slovacco tallonato dal belga, la squadra di Spalletti fatica a sviluppare gioco in maniera fluida e rapida. Vista tale difficoltà, è Raspadori ad offrire un appoggio ai compagni, venendo incontro per poi smistare lui stesso l’azione sugli esterni, privilegiando comunque la corsia mancina. Qui Kvaratskhelia, nonostante il piano predisposto per limitarlo, riesce comunque a incidere, costringendo all’ammonizione sia Kjaer che lo stesso Calabria.

Secondo tempo: il Napoli resiste e porta a casa la vittoria

L’ultimo aspetto evidenziato alla fine dell’analisi tattica del primo tempo di Milan-Napoli produce delle conseguenze immediate nella ripresa. All’intervallo, infatti, Pioli cambia la metà di destra della sua difesa. Ai posti di Kjaer e Calabria entrano Kalulu e Dest. I partenopei approcciano con maggiore intensità, pressando alti, recuperando il pallone e spingendo anche con i terzini, in particolare Mario Rui.

A fare la differenza, però, è il solito campione georgiano, che poco dopo il 50° dribbla e viene steso dal neoentrato terzino olandese. Mariani, dopo l’on field review, assegna il rigore, trasformato da Politano al minuto 55. Il Milan carica a testa bassa e reagisce affidandosi costantemente alla fisicità di Giroud, per sfruttarne le sponde o anche solo i diversi calci di punizione che riesce a guadagnarsi.

Milan-Napoli (1-2): analisi tattica e considerazioni

La svolta per i rossoneri arriva, però, con il doppio cambio al minuto 65. Dentro Diaz e Messias, fuori Krunic e Saelemaekers. Contemporaneamente, Domenichini risponde con Zerbin e Simeone per Raspadori e Politano. Per entrambe non ci sono trasformazioni dal punto di vista tattico, ma a beneficiare delle forze fresche sono i padroni di casa per primi. I due neoentrati continuano a giocare dentro al campo, vicini a De Ketelaere, potendo così sia ricevere sui tagli, sia con combinazioni veloci. Proprio su una di queste situazioni, gli uomini di Pioli costruiscono l’azione del pareggio. Scambio tra Diaz e il belga, che trova Hernandez con spazio a sinistra. Palla rasoterra al centro e Giroud appoggia la rete dell’1-1.

Milan-Napoli (1-2): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Milan-Napoli: ancora decisivi i giocatori subentrati

Il Milan acquisisce entusiasmo e spinge con intensità, tornando a pressare e riconquistare palla nella metà campo avversaria con i centrocampisti e frenando le azioni del Napoli con il lavoro in anticipo di Tomori su Simeone. Ispiratori delle azioni sono sempre i trequartisti, che trovano spazio alle spalle dei centrocampisti del Napoli, e Theo, che sulla sinistra sfrutta la poca propensione difensiva di Zerbin.

Gli ospiti hanno però il merito di non abbattersi e di rimanere sempre in partita, sfruttando la minima occasione. E così, al minuto 78, Simeone riesce a gestire bene il pallone spalle alla porta, lo smista sulla corsia mancina verso Mario Rui, che restituisce al Cholito un preciso cross. L’ex Verona gira con un grande colpo di testa da attaccante vero e sigla la rete dell’1-2.

Milan-Napoli (1-2): analisi tattica e considerazioni

Nel finale, Pioli si gioca la carta Adli per De Ketelaere alle spalle di Giroud e tenendo Tonali in costante proiezione offensiva largo sulla sinistra, con l’inesauribile Bennacer a dare una mano ai due centrali. I partenopei aggiungono invece sostanza in mezzo al campo con gli ingressi di Ndombelé ed Elmas per Zielinski e Kvaratskhelia e tenendo più basso Zerbin. A beneficiare del rinforzo sulla linea mediana è Lobotka, che negli ultimi minuti riesce a fare da diga davanti alla difesa, recuperando palloni e consentendo ai suoi di portare a casa 3 punti fondamentali.

Analisi tattica Milan-Napoli: le considerazioni finali

Prima sconfitta stagionale per il Milan, che arriva in uno scontro diretto con una delle pretendenti al titolo. Troppo presto per parlare ovviamente di scontro decisivo, ma se non altro sicuramente dà una certa piega al prosieguo delle due compagini. La squadra non soffre l’assenza di Leao sotto l’aspetto della produzione offensiva, quanto piuttosto per quello della finalizzazione. Gli uomini di Pioli, infatti, hanno il demerito di non sfruttare le diverse occasioni potenziali e clamorose costruite nell’arco dei 90 minuti. Questi errori, uniti a quelli individuali in fase difensiva, costringono i rossoneri a non raccogliere nulla, nonostante una prestazione decisamente positiva.

Per gli uomini di Spalletti, invece, arriva una vittoria da grande squadra, sintomo di un gruppo consapevole e maturo. I partenopei espugnano la casa dei campioni d’Italia, strappando i 3 punti nonostante una prova a tratti difficile e con qualche sofferenza, soprattutto nel primo tempo. Il Napoli, come già detto nel corso di questa analisi tattica della sfida col Milan, ha il merito di resistere, di rimanere dentro la partita. Questa resilienza fa sì che riesca a sfruttare l’unica occasione avuta nel momento più favorevole per i rossoneri. Una forza che proviene anche da una solida difesa, con un Meret decisivo e una coppia di centrali che battaglia su ogni pallone. Se a ciò si aggiunge il talento di Kvaratskhelia, che riesce a essere determinante anche senza entrare nel tabellino, allora non può che dirsi ampiamente meritato il primo posto in classifica.

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