Il Milan non festeggia solamente il passaggio del turno in Europa League. Due giocatori, infatti, hanno raggiungo le 200 e 150 presenze con la maglia rossonera. Si tratta, rispettivamente, di Romagnoli e Kessié.
Milan-Romagnoli, cuore di capitano
Probabilmente Alessio Romagnoli non se lo aspettava nemmeno di raggiungere l’obiettivo. Tuttavia, è apparsa la nube dell’infortunio di Kjaer, motivo per cui Pioli ha dovuto fare di necessità virtù. Il capitano, dunque, ha guidato con determinazione una fase difensiva rossonera che sembrava in pieno sbando. Alla fine, nonostante l’inatteso pressing del Celtic, il Milan ha sorretto la retroguardia e ha salvato un successo che è valso la qualificazione. Lui ha anticipato i festeggiamenti domenica, grazie al gol su corner che aperto il tabellino nel 2-0 sulla Fiorentina.
Un percorso iniziato nel 2015, con Sinisa Mihajlovic in panchina. Romagnoli arriva dalla Roma, in cambio di 20 milioni di euro. Le stagioni sono altalenanti, riceve qualche critica, ci si interroga sul suo effettivo valore. Eppure, ad ogni modo, per cinque annate rimane il titolare indiscusso. Acquisisce sempre più grinta e segna qualche rete pesante, come nella semifinale di Coppa Italia 2016 contro l’Alessandria (doppietta). L’anno seguente riapre il derby segnando la rete del momentaneo 2-1, a Udine sotto gli ordini di Gattuso, nel 2018, espugna la Dacia Arena al termine di un’azione orchestrata. Ora, taglia il traguardo delle 200 presenze. “Il mio sogno personale è di vincere ed essere ricordato come un vincente“. E lui, laziale che ispirandosi a Nesta ha preso la maglia numero 13, continua a coltivare il sogno.
Kessié, il polmone della linea verde
Franck Kessié è un altro giocatore su cui molto si è discusso. Arrivato a Milanello nell’estate 2017, quella delle “cose formali” del duo Fassone-Mirabelli, è spesso attratto in un vortice di analisi. Dal tre anni a questa parte, molto spesso, è rimasto ingabbiato in una certa discontinuità. Tanto che spesso alcuni tifosi hanno messo a discussione il suo valore, dirigenza compresa. Lo scorso inverno, infatti, il passaggio in Premier League sembrava cosa fatta. Poi è arrivata la pandemia a complicare i piani del mondo del calcio, ma non i suoi. Forse, la distanza dei campi e l’assenza dei supporter allo stadio è servita per fare mente locale, capendo ancora di più le esigenze del mister. Ovunque sia la verità, sta il fatto che l’ivoriano è diventato un elemento insostituibile nella mediana. I suoi ruoli da incursore e frangiflutti al contempo lo rendono un titolare fisso.
Anche la cessione dello scettro dei rigori da parte di Ibrahimovic è un segnale da cogliere, la fiducia totale verso il classe 1996. Anche lui, come Romagnoli, va in gol realizzando dal dischetto contro i Viola, come fosse un curioso segno del destino. Il rigore successivo è parato da Dragowski, ma ci sarà tempo per rifarsi. Intanto, si gode il momento: quattro gol in Serie A nell’annata corrente e titolarità dal 1′ che è saltata solo in un’occasione, nella terza giornata contro lo Spezia.
Romagnoli e Kessié, capitano e polmoni, le maggiori guide della linea verde che avanza in casa rossonera.