Henrik Mkhitaryan e Mesut Ozil sono divisi dalla guerra del Nagorno-Karabakh: gli ex compagni ai tempi dell’Arsenal hanno lasciato le loro dichiarazioni sul conflitto che sta colpendo Armenia ed Azerbaijan.
Henrikh Mkhitaryan, capitano della nazionale armena e fantasista della Roma, ha giocato per i Gunners tra il 2018 e il 2019, prima di venire in Italia a deliziare i tifosi giallorossi. Mesut Özil, tedesco di origine turca, trequartista dell’Arsenal e campione del Mondo con la Germania nel 2014, prima di accusare di «razzismo e mancanza di rispetto» i vertici del calcio tedesco e annunciare il suo gran rifiuto alla nazionale.
Il Nagorno-Karabakh, l’enclave nel cuore dell’Azerbaigian governata da separatisti armeni ma abitata anche da una forte minoranza azera, è stato teatro in queste settimane di un nuovo e più intenso conflitto armato tra le forze di Baku e Yerevan, con la partecipazione di attori stranieri: la Turchia di Erdogan appoggia l’Azerbaigian, mentre Mosca che ha un patto di mutua difesa con l’Armenia, ha negoziato un cessate il fuoco subito violato dai duellanti.
Mkhitaryan e Özil divisi dalla guerra del Nagorno-Kharabakh: le dichiarazioni dei due ex compagni ai tempi dell’Arsenal
Mkhitaryan e Ozil sono divisi dalla guerra del Nagorno-Karabakh e hanno espresso le loro dichiarazioni in merito: Mkhitaryan si muove con un codice più diplomatico, anche se non risparmia accuse molto gravi. Il centrocampista giallorosso ha scritto una lettera aperta indirizzata a Donald Trump, Vladimir Putin e Emmanuel Macron, invitandoli ad agire per fermare «l’Azerbaigian aggressore» e contro «il terrorismo internazionale».
Queste le sue dichiarazioni: “L’Armenia dove sono nato e l’Artsakh (il nome armeno per il Nagorno-Karabakh) continuano a difendere il proprio diritto di essere una nazione indipendente, esistere sui territori storicamente occupati e preservare il proprio patrimonio di valori cristiani conosciuto in tutto il mondo”. Mkhitaryan ha accusato gli azeri di «bombardare deliberatamente scuole, asili e ospedali».
Özil ha fatto anche una lunga dichiarazione, invocando la risoluzione dell’Onu del 2008, dove viene riaffermata l’integrità territoriale dell’Azerbaigian e chiesto il ritiro delle truppe armene dall’enclave: “Per me è importante che tutti nel mondo sappiano che la regione è legalmente riconosciuta come parte dell’Azerbaigian ed è illegalmente occupata. Costruiamo la pace e lavoriamo un futuro giusto, senza violenza. Ogni morte è una perdita per tutti”.
Non è la prima volta che Özil si schiera politicamente. All’inizio dell’anno ha denunciato la repressione in atto in Cina contro la minoranza musulmana degli Uiguri. Più controverso è il sostegno al presidente turco Erdogan, che nel 2019 è stato anche suo testimone di nozze e che fu all’origine della sua rottura con la nazionale tedesca.