Mondiale 2006: la storia di Alberto Gilardino

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Il Mondiale 2006, lo sappiamo, ha regalato grandi emozioni. In un periodo di rinascita per la nostra Nazionale, allora, ripercorriamo la storia di quel torneo, attraverso il racconto dei protagonisti. Uno di loro è Alberto Gilardino. Gilardino nasce, sorte del destino, il 5 luglio 1982, anno in cui l’Italia si laurea Campione del Mondo per la terza volta. Punta rapace e opportunista, predilige il gioco in area di rigore, per sfruttare al meglio ogni opportunità. La sua prolificità esplode al Parma, il Milan nota la sua prolificità: con i rossoneri vince Champions League, Supercoppa Europea e Mondiale per Club nel 2007. Prima di chiudere la carriera con la Fiorentina, prima di arrivare allo Spezia nel 2018, quando annuncia il ritiro dal calcio giocato. Nel mezzo, una stagione in Cina con il Guanghzou, con cui vince il campionato.

Esperienza nel Mondiale 2006

Il Mondiale 2006 è atipico per Alberto Gilardino, ma in realtà per i nostri centravanti. Pensare che i massimi cannonieri saranno Toni e Materazzi, due centri a testa. Lui il suo primo e unico lo trova contro gli Stati Uniti, seconda giornata del Gruppo E. Punizione di Pirlo dalla destra, colpo di testa in tuffo e momentaneo vantaggio dell’Italia. Solamente la goffa autorete di Zaccardo renderà nullo il suo gol: 1-1 il punteggio finale. Rivaleggia spesso con Luca Toni per il ruolo di centravanti. Ha occasioni contro l’Australia, ma non riesce a segnare.

Mondiale 2006: la storia di Alberto Gilardino

In semifinale con la Germania, inoltre, colpisce uno sventurato palo contro la Germania padrone di casa, seguito dalla traversa di Zambrotta di qualche istante dopo. È il primo tempo supplementare della sfida, nessuno immagina la seguente apoteosi. Di lui, tutti i tifosi hanno un ricordo positivo, un attaccante volto al sacrificio e decisivo quando serve. Chiude la sua esperienza con cinque presenze, di cui quattro da titolare, con un gol realizzato. Per un totale di 306 minuti giocati. Un curioso aneddoto riguarda i suoi compagni di stanza in Germania. Con Iaquinta, Materazzi e Grosso improvvisa grandi tornei alla Playstation. Tutti vogliono vincere, come nella realtà, la vivono con pressione. Gila racconta come il terzino volesse sempre e solo giocare con l’Italia, mai con i club.Voleva sempre calciare i rigori decisivi. Un segno del destino.

Situazione attuale

Gila, in seguito al ritiro, si è addentrato nella carriera di allenatore, partendo dalla gavetta. Nel 2019 fa da vice e poi è la guida principale del Rezzato, squadra Lombarda che ha militato in B. Il passaggio successivo è la Serie C: allena per la prima volta una squadra professionistica, la Pro Vercelli, chiudendo al 14° posto.

Mondiale 2006: la storia di Alberto Gilardino

Dalla stagione attuale, invece, ha il compito di far ripartire il Siena, invischiato nei Dilettanti in seguito alla retrocessione. Campionato momentaneamente fermo a causa della pandemia. Fin qua, tre vittorie e una sconfitta, quarta posizione a nove punti. Nel frattempo lui, dalla provincia, apprende e cresce. E anche con lui siamo cresciuti, regalandoci un sogno a tinte azzurre.

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