Mondiale 2006: la storia di Fabio Grosso

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Fabio Grosso nasce calcisticamente nella seconda squadra di Pescara, eppure è uno dei campioni del Mondiale 2006. Egli, infatti, può fieramente dichiarare di essere partito dalle basse categorie del nostro calcio e di essere poi entrato a far parte della storia di questo magico sport. Muovendo i primi passi in Eccellenza con la società Renato Curi e passando poi per il Chieti in C2, egli riesce ad approdare in Serie A, al Perugia. E’ l’inizio dell’annata sportiva 2000-2001 e il nativo di Roma può finalmente mostrare a tutta Italia il talento e la forza che lo contraddistinguono.

Tutte le vicende di uno degli eroi del Mondiale 2006 sono caratterizzate e congiunte da un concetto emblematico e grandemente significativo: quello della resilienza. Il terzino mancino, infatti, grazie allo spirito di sacrificio e alla strenua volontà, è riuscito a compiere più volte i passi che lo han portato a trasformare i propri sogni in realtà. Il sesto gradino del calcio italiano lo ha lanciato, il Perugia lo ha portato in Serie A ed il Palermo lo ha reso l’uomo che il 9 Luglio 2006 ha fatto commuovere una nazione intera.

Esperienza nel Mondiale 2006

Come per ogni tappa della vita di Fabio Grosso, anche l’esordio mondiale non è scontato. Egli infatti deve attendere fino al terzo match della rassegna per diventare uno dei titolari inamovibili della formazione. Fino a quel momento era stato “soltanto” uno dei 23. Del resto, anche i finali delle migliori favole hanno spesso un inizio complicato.

Nell’ultima gara del girone, la terza, però, arriva la grande occasione: Fabio Grosso la coglie al volo, come solo i grandi sanno fare. Questo sancisce l’inizio di una cavalcata trionfale, che vedrà il coronamento della propria corsa a Berlino, davanti ad un dischetto del rigore.

Ottavi di finale: Italia-Australia

Il Mondiale 2006 di Grosso entra nel vivo agli Ottavi di Finale, durante una delle partite più dure della competizione: quella della sfida all’Australia. Il capitano Gigi Buffon, alla vigilia, dichiarerà: “Oggi, con la testa che abbiamo, non abbiamo paura di nessuno”. I nostri avversari, però, sono degli ossi duri e al 95′ il risultato è inchiodato sullo 0-0. Dopo aver resistito un tempo intero in inferiorità numerica, senza soccombere, però, c’è spazio per l’ultimissima occasione.

“Ultimo giro di orologio in corso. Non c’è nessuno che si faccia vedere. Allora Totti con il sinistro prova a lanciare per Grosso, che riesce a fare passare il pallone. C’è ancora spazio per un traversone. Prova a prendere lo spazio Grosso. Grosso in area di rigore. Sempre Grosso, ancora, in area di rigore. RIGORE! E’ CALCIO DI RIGORE! CALCIO DI RIGORE! CALCIO DI RIGORE!“. Così il telecronista Fabio Caressa, altro grande protagonista della spedizione insieme a Beppe Bergomi, commenterà la prima delle tre azioni decisive del terzino della nostra nazionale.

Mondiale 2006: la storia di Fabio Grosso

Questa sarà la giocata che farà forse capire al ragazzo romano che il destino dell’Italia dovrà legarsi a stretto giro con le giocate del proprio terzino. In questo istante si manifesta la grande forza di spirito che Grosso, da sempre, ha portato con sé, fin da quando calcava i campi dell’Eccellenza abruzzese. Sul dischetto si presenterà Totti, colui che aveva avviato l’azione ed insaccherà il definitivo 1-0. Quarti di Finale.

Semifinale: Germania-Italia

La statuarietà del numero 3 italiano si rivela, ancora e definitivamente, al termine dei tempi supplementari della semifinale mondiale. Ancora una volta serve il guizzo: necessitiamo della giocata decisiva. E’ proprio Fabio Grosso che sale in cattedra e dimostra di essere un grande campione. 

Al Westfalenstadion di Dortmund va in scena Germania-Italia: la Sfida. Non è una partita come le altre, pesa di più di una “semplice” semifinale mondiale. I giornalisti tedeschi, trasudanti la loro grassa tracotanza, già avevano titolato: Pizza Arrivederci. I calciatori, però, sono consapevoli che la partita sarà una dura sfida di nervi. Il match ha un grande valore simbolico anche per coloro che dall’Italia sono emigrati in terra teutonica.

“Alcuni vivono qui da sempre, non hanno mai rinnegato la loro terra. Quanto conta per loro oggi, i nostri giocatori lo hanno capito, glielo hanno letto negli occhi in questi giorni, quando si sono fatti abbracciare. Adesso c’è una cosa in più per cui lottare; soprattutto per chi vive qui, oggi, essere italiani conta di più” (Fabio Caressa, SkySport).

Mondiale 2006: la storia di Fabio Grosso

Al 119′ il risultato è quello di 0-0. Pirlo allora calcia verso la porta di Lehmann, che devia in calcio d’angolo. E’ Del Piero che si incarica della battuta: la palla viene respinta al limite dell’area dove con un tocco sopraffino, Andrea Pirlo controlla la sfera. Con la coda dell’occhio il genio bresciano pesca Grosso che conclude di prima intenzione con l’interno sinistro: la palla si insacca in rete sfiorando il secondo palo. GOL! Finale Mondiale. Sgorgano fiumi di lacrime su tutte le facce dei tifosi coinvolti, le nostre sono di gioia pura. L’esterno autore dell’1-0 commenterà: “Ho poche parole ed una grande felicità. Ce lo meritiamo perché siamo un grande gruppo. Lo diciamo da tanto ma è la verità”.

Finale: Francia-Italia

Arriviamo quindi alla gara decisiva, all’appuntamento con la storia. La partita è tiratissima e i protagonisti del match sono indiscussamente Materazzi e Zidane. Quest’ultimi, infatti, realizzano i due gol delle rispettive squadre e sono gli autori di una delle immagini più iconiche del calcio moderno: quella della testata rifilata dal francese al numero 23 azzurro.

Dopo 30 minuti di tempi supplementari, però, l’incontro è ancora bloccato sull’1-1: saranno i calci di rigore a decretare il vincitore. Nel momento decisivo della carriera di ognuno dei 22 in campo, spicca imponente l’eroe di quel Mondiale 2006. Ogni gara è vinta con la forza del gruppo ma quando ci sono dei rigori da calciare, quel che conta è la freddezza del singolo.

Fabio Grosso sa di avere l’incarico più duro al termine del Mondiale 2006: deve reggere l’ansia, calmare i propri nervi e tirare il penalty decisivo, il quinto. L’Italia arriva avanti già alla terza tornata, dato che il secondo rigorista francese, Trezeguet, va ad infrangere il proprio sogno sulla traversa. De Rossi e Del Piero segnano: è il momento del terzino con la maglia numero 3. Penso che descrivere a parole un’emozione così grande sia complicato. I brividi che scorrono ora sulle braccia, mentre riviviamo quegli attimi, sono gli stessi che hanno scosso 60 milioni di italiani quella lontana notte di 14 anni fa.

Grosso prende il pallone in mano e lo posiziona sul dischetto bianco: in quel momento nessuno sa cosa il ragazzo partito da Pescara possa aver pensato. Forse, dentro di sé, non avrà rivissuto il rigore procuratosi con l’Australia, magari invece si sarà ricordato del gol realizzato cinque giorni prima contro la Germania: non lo sapremo mai. Ricorderemo per sempre, però, che il pallone andò dalla parte opposta rispetto al francese Barthez e che il 9 Luglio diventammo Campioni del Mondo per la quarta volta nella nostra gloriosa storia.

Mondiale 2006: la storia di Fabio Grosso

Le vicende di Grosso dopo il Mondiale 2006

La rassegna iridata diede grande risalto a tutti i componenti della spedizione azzurra. Anche Grosso, dopo il Mondiale 2006, ottenne la chiamata da un grande club italiano: l’Inter. Nonostante l’esordio in Champions League e la vittoria della Supercoppa italiana, il ragazzo non trovò ampi spazi nello scacchiere nerazzurro. L’estate successiva passò al Lione e, addirittura, nel 2009 approdò alla corte degli Agnelli. Nella prima annata all’ombra della Mole segnò anche due reti e registrò 26 presenze ma questa, tristemente, fu l’ultima stagione ad alti livelli del terzino romano. Infatti, a fine 2010 venne messo fuori rosa e non ebbe più la possibilità di dimostrare il proprio valore.

Fabio Grosso si ritirò dal calcio giocato il 5 Dicembre 2012. Cinque giorni più tardi, il terzino iniziò a frequentare il corso da allenatore presso il centro sportivo di Coverciano ed ottenne la qualifica il 5 Luglio 2013. Oggi, l’ultimo rigorista del Mondiale 2006, allena il Sion, in Svizzera, dopo aver vissuto travagliate esperienze nel nostro paese.

Mondiale 2006: la storia di Fabio Grosso

Sicuramente, le prestazioni di Grosso ammirate in quel lontano Luglio 2006 furono il canto del cigno di un professionista magistrale che mai riuscì a ripetersi. Indubbiamente, però, nonostante non abbia confermato le aspettative sul proprio conto, il numero 3 azzurro sa di essere entrato di diritto nel cuore di tutti noi tifosi italiani. La sua vittoria più grande è stata però quella di aver dimostrato come, con tanta voglia e forza d’animo, anche l’ultimo componente teorico della rosa possa diventare l’uomo della provvidenza.

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