In questo periodo così particolare, rimembrare le vecchie gesta non fa mai male, anzi. Ricordare i successi passati ci aiuta per progettare un futuro più florido ed è ciò che sta facendo la Nazionale di Mancini. Lo stesso entusiasmo che ci stanno regalando Insigne e compagni, lo hanno fatto per duecento volte i ragazzi del 2006. Indubbiamente, uno dei simboli del Mondiale 2006 è Filippo Inzaghi, una delle punte di diamante degli azzurri di Lippi. Nella massima competizione calcistica, il classe ’73 si è confermato al top ancora una volta, ma scopriamo di più.
Mondiale 2006, l’esperienza di Inzaghi
Siamo tutti purtroppo a conoscenza del processo di Calciopoli, pre, durante e post Mondiale 2006. Inzaghi e il suo Milan erano coinvolti direttamente, infatti alla società vennero decurtati alcuni punti. Quel torneo era la possibilità di un riscatto per tutta Italia e specialmente per “SuperPippo”. E non solo a livello morale: l’attaccante di Piacenza non segnava in Nazionale da ben 3 anni, un’enormità per chiunque, figuriamoci per lui. Tanto che, alla vigilia delle convocazioni, c’era ormai la certezza che non avrebbe fatto parte della spedizione azzurra. Nonostante ciò, Marcello Lippi gli ha voluto dare una possibilità e lui lo ha ripagato alla grande. Non avrà collezionato numerose presenze, ma quando è sceso in campo si è dimostrato letale.
In particolare, lo ricordiamo nello scenario di Amburgo il 22 giugno 2006: Italia contro Repubblica Ceca. Il match, valido per la fase a gironi, sarà poi ricordato dagli italiani come “il Barone rampante”. Si perché, oltre ad Inzaghi, uno dei protagonisti di quella partita era Simone Barone, ai tempi al Palermo. Nei minuti finali, i cechi stavano attaccando all’impazzata, ma grazie a SuperPippo e al suo magico movimento sulla linea del fuorigioco, l’Italia è riuscita a vincere la partita.
Il post Mondiale 2006 di Filippo Inzaghi
Rispetto al Mondiale 2006, la carriera di Filippo Inzaghi in veste da allenatore è tutt’altro che semplice. Una carambola che l’ha portato fino al magico mondo di Benevento dove sta disputando la sua miglior stagione di sempre. Con le streghe ha trovato la sua dimensione ideale, un’ambiente che lo sostiene ed un Presidente completamente devoto a lui. Ma prima dei giallorossi, ne ha dovuta fare di strada. Dopo un percorso nelle giovanili del Milan, è stato catapultato in prima squadra con un briciolo d’esperienza.
La permanenza non ha rispecchiato le conquiste da calciatore e a fine stagione è stato esonerato. Il sogno di diventare allenatore sembrava sfumato, ma invece Inzaghi si è rialzato e subito dopo ha preso con ambizione le redini del Venezia in Serie C. Dopo una promozione ed un grande campionato in cadetteria, l’ex Milan è tornato nella massima serie al Bologna, anche se i risultati non sono stati dei migliori. Ma tutto il resto non conta, perché ora c’è il Benevento.