Mondiale 2006: la storia di Gennaro Gattuso

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Continua la rubrica dedicata al Mondiale 2006, in questa ottava uscita viene raccontata la storia di Gennaro Gattuso: il numero otto di quella Nazionale che quattordici anni fa fece sognare tutti gli italiani.

Gennaro Ivan Gattuso, da sempre soprannominato Rino, nasce a Corigliano Calabro il 9 gennaio 1978. La sua carriera calcistica inizia ad appena dodici anni, quando entrò a far parte della squadra del Perugia. Nella primavera del club umbro si fece notare quasi subito: nella stagione calcistica 1995/1996 vinse il suo primo scudetto segnando il suo primo gol nella sfida finale contro il Parma. Ironia del destino: tra i pali della porta avversaria c’era Gianluigi Buffon. Dopo aver vinto un altro scudetto la stagione successiva, Gattuso fa la sua prima esperienza estera in Scozia, giocando con i Rangers per un anno. Tornato in Italia trascorre un anno nella Salernitana; nel 1999 poi giunge al Milan dove vi resterà per ben 13 stagioni vincendo di tutto: da Campionato italiano (2003/2004 e 2010/2011) a UEFA Champions League (2002/2003 e 2006/2007), passando per Coppa Italia (2002-2003), Supercoppa italiana (2004 e 2011), Supercoppa UEFA (2003 e 2007) e Coppa del mondo per club (2007).

Mondiale 2006: la storia di Gennaro Gattuso

Rino inizia a giocare nella Nazionale italiana quando è molto giovane. Nel 1995 esordisce nella Nazionale under-18; quell’anno la squadra si classifica al secondo posto negli Europei, competizione che Gattuso vincerà poi nel 2000 con la Nazionale under-21. Quell’anno, a 22 anni, esordisce nella Nazionale maggiore: nei primi anni collezionerà solo poche presenze, fino ad arrivare al 2006, quando sotto la guida di Marcello Lippi diventa titolare.

Mondiale 2006: la storia di Gennaro Gattuso

Con la Nazionale italiana del 2006 infatti, togliendo la prima partita contro il Ghana, Gennaro Gattuso gioca tutte le partite del mondiale, diventando un elemento indispensabile per la rosa di Lippi. Il centrocampista calabrese ha modo di mostrare le sue già conosciute doti: un concentrato di carisma e forza fisica, non a caso ancora oggi viene ricordato con il soprannome di Ringhio. Nonostante non abbia segnato nessuna rete in quel famoso mondiale, quell’anno è arrivato al 14° posto nella classifica dei candidati per il Pallone d’oro; a proposito di ciò celebre è una sua frase durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, che sintetizza perfettamente la sua essenza di giocatore: «Il mio Pallone d’oro è rubare più palloni possibile».

Grazie a quel mondiale è venuto fuori anche il lato divertente del giocatore calabrese. Ciò è dimostrato soprattutto dalle testimonianze dei suoi compagni di squadra dell’epoca. Una su tutte quella di Andrea Pirlo: «Quando Rino apriva bocca lo spogliatoio si trasformava nel Carnevale di Rio: pernacchie, trombette, trenini: le reazioni erano quelle, non gli lasciavamo finire le frasi, gli facevamo il verso». Sempre da quel racconto si capisce che Ringhio non era “pericoloso” solo con i suoi avversari, bensì anche i suoi compagni dovevano stare bene attenti. «Tra un impegno e l’altro Lippi ci ha concesso una serata libera a Firenze, siamo andati a cena quasi tutti insieme. Gattuso no, è rimasto in ritiro. Quando siamo tornati eravamo abbastanza ubriachi, non avevamo sonno, dovevamo trovare qualcosa da fare e l’idea è stata “Andiamo a rompere i cog***ni a Rino“. Mentre salivamo le scale per raggiungerlo in stanza, De Rossi ha trovato un’estintore e l’ha preso: “Vado a spegnere Gattuso“. Abbiamo bussato, lui ha aperto, Daniele ha scaricato addosso tutto quello che c’era là dentro ed è scappato nella sua stanza. Mi ha lasciato in balia di quel mostro in mutande e pieno di schiuma che gridava concetti sconnessi. Ho tentato di scappare ma ero spacciato in partenza. Quando alle tue spalle c’è Gattuso che ti vuole fare male puoi correre finché vuoi, ma alla fine in qualche modo riuscirà a prenderti. Che tu sia gazzella o leone».

Dal campo alla panchina: Gennaro Gattuso oggi

L’ultima squadra in cui Gennaro Gattuso ha giocato è il club del Sion in Svizzera. Quando lascia il calcio giocato nel 2013 non abbandona però del tutto quel mondo e passa dal ricoprire il ruolo di calciatore ad essere un’allenatore: dunque dal campo alla panchina. La sua esperienza da coach è vasta quanto quella da calciatore: inizia ad allenare proprio il Sion, poi torna in Italia e tranne una breve parentesi in Grecia dove si impegna con l’OFI Creta, rimane sempre nella sua nazione allenando Palermo, Pisa e Milan, squadra che aveva lasciato solo cinque anni prima.

Mondiale 2006: la storia di Gennaro Gattuso

Attualmente continua ad esercitare questa professione, allena infatti l’SSC Napoli. Gattuso è arrivato lì un anno fa, ma è già riuscito a vincere una finale di Coppa Italia contro la Juventus. La caratteristica che continua a distinguere Ringhio è senza dubbio la grinta, nel lavoro come nella vita privata. Nonostante recentemente sia stato protagonista di spiacevoli episodi, cioè la scomparsa prematura di sua sorella ed un problema ad un’occhio che si manifesta periodicamente, la forza per andare avanti non gli è mai mancata. In ogni gara cerca sempre di trasmettere la sua forza anche ai suoi uomini e se continua così sicuramente riuscirà a raggiungere obiettivi importanti anche da allenatore. Del resto, se riuscisse a vincere anche solo la metà dei trofei ottenuti quando lottava in campo, sarebbe già un enorme successo.

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