Mondiale 2006: la storia di Marco Amelia

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Continua la rubrica di 11contro11 dedicata ai protagonisti del Mondiale 2006: il protagonista di oggi è Marco Amelia.

É il 15 maggio del 2006 quando è lo stesso Marco Amelia ad annunciare la sua convocazione per il Mondiale che sarebbe iniziato di lì a poco. Il portiere si trovava a Viareggio, proprio nella città del Ct azzurro, Marcello Lippi

Livorno: trampolino di lancio per Amelia

Era da poco terminata Siena-Livorno (14 maggio 2006, partita in cui Amelia riuscì a mantenere la sua porta inviolata), quando arrivò la più bella delle telefonate. “Il Ct Marcello Lippi mi ha anticipato la decisione per telefono”. Non che la notizia avesse colto di sorpresa il diretto interessato. Infatti, Amelia, a partire dall’esordio in amichevole contro la Costa d’Avorio il 16 novembre 2005, era ormai stabilmente nel giro della Nazionale maggiore. Fece più scalpore la notizia che lo stesso Amelia diede, riguardo all’esclusione del compagno di squadra, Cristiano Lucarelli, che perdeva così il ballottaggio con Iaquinta.

Dopo un bel girovagare, dal 2004 il Livorno aveva deciso di puntare sul giovanissimo portiere di Frascati, affidandogli la titolarità fra i pali. In quella squadra dai risultati sorprendenti, Amelia e Lucarelli divennero presto le punte di diamante. In quei due anni a Livorno si susseguirono allenatori (da Colomba a Mazzone, passando per Donadoni) ma i punti fermi della rosa assicurarono risultati sorprendenti alla compagine toscana.

Fra tanti allenatori, però, fu senza dubbio Roberto Donadoni quello più importante per Marco Amelia. Il tecnico bergamasco lo lanciò titolare nella stagione 2002/03 in serie B. “É arrivato giovane con piccole esperienze in panchina, aveva una mentalità vincente. Mi ha aiutato tanto a crescere caratterialmente”, dirà di lui il portiere.

Amelia e il suo ricordo del Mondiale 2006

Se per Peruzzi partecipare al Mondiale 2006 significava mettere il cappello su una carriera straordinaria, per Marco Amelia quella convocazione rappresentava l’inizio di una promettente carriera. A 24 anni non importa poi tanto se giochi o no, se di fronte a te hai il migliore di tutti, Gianluigi Buffon. “Basta leggere i 23 nomi di quella squadra per capire quanta personalità ed esperienza ci fossero. Molti giocatori caricavano il gruppo, anche quelli più giovani come me e De Rossi davano il loro contributo. Lippi ci ha fatto sentire tutti parte in causa, per questo non esistevano titolari e riserve, tutti eravamo utili per arrivare al risultato finale”. 

Mondiale 2006: la storia di Marco Amelia

Il gruppo, la serenità, la consapevolezza della propria forza. Sono questi gli ingredienti che anche chi, come Amelia, non mise piede in campo durante il Mondiale 2006, riconosce a quella formidabile squadra.

Il Mondiale 2006 e poi…

La carriera di ogni giocatore è fatta di momenti positivi e negativi, up&down. E se nel 2006 la carriera di Marco Amelia era in un momento talmente promettente da garantirgli la convocazione per il Mondiale del 2006, non si può dire che da lì in poi le promesse vennero mantenute. Dopo un’altra buona stagione in maglia amaranto, in cui l’estremo difensore si rese celebre per un gol in Coppa UEFA che garantì lo storico passaggio del turno, la stagione 2007-08 vide Amelia e compagni retrocedere in Serie B.

 

Il passaggio al Palermo, nonostante il dualismo con Alberto Fontana, gli garantì di mantenere quel posto da secondo in Nazionale che già aveva conservato agli Europei 2008. Dopo la Confederation’s Cup, però, a giugno del 2009 Amelia scese in campo per l’ultima volta con la maglia della Nazionale. Il passaggio al Genoa, dove spesso Gasperini gli preferiva il secondo Alessio Scarpi, decretò definitivamente la sua uscita di scena dal giro azzurro, in favore di un’altra giovane promessa, Federico Marchetti.

Gli anni al Milan e l’uscita di scena

Con l’approdo al Milan, la carriera di Amelia ebbe una seconda giovinezza. Seppur partendo come secondo di Abbiati, il campione del mondo 2006 ebbe un ruolo importante nei trofei che i rossoneri conquistarono in quegli anni (uno scudetto ed una Supercoppa italiana). Dopo l’esperienza con il club di Milano, a 32 anni Amelia abbandonò sorprendentemente i palcoscenici del calcio che conta per vestire i panni del giocatore-presidente nel Rocca Priora, in Promozione. Dopo una parentesi di sei mesi al Perugia in B, di nuovo un’altra esperienza da dirigente-giocatore, questa volta in Lega Pro con la Lupa Castelli Romani.

Prima di chiudere la carriera al Vicenza, l’ultima inaspettata esperienza nel 2015, questa volta all’estero. Il Chelsea, alle prese con l’infortunio di Courtois, lo chiamò come vice di Begovic. Un’altra esperienza da gregario che però rimarrà nel cuore di Amelia: “Mi sono ritrovato al Chelsea per via dell’infortunio di Courtois a mercato finito. Quando sono arrivato mi sono ritrovato Mourinho in albergo, mi ha trasmesso subito grande voglia, lui è un grande motivatore, tira fuori il meglio anche da chi è meno importante”.

Per Amelia, un solo rimpianto…

In una carriera di sali e scendi, coronata da quel Mondiale da sogno del 2006, Marco Amelia non ha rimpianti per quello che poteva essere e non è stato. O meglio, solo uno, quello di non aver giocato per la sua squadra del cuore. “Con la Roma ho fatto tutto il settore giovanile, dagli esordienti alla prima squadra. Ho scelto di andare via con la voglia di tornare, ma non c’è stata occasione. Ho sempre tifato Roma“. 

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