L’Italia femminile di calcio ai mondiali in Australia ha collezionato un altro flop. Per le azzurre, infatti, è arrivata un’altra clamorosa eliminazione, sempre ai gironi come quella agli europei del 2022.
Il calcio femminile nel nostro paese ha avuto una maggior cassa di risonanza negli ultimi anni proprio grazie alle imprese delle azzurre.
Il risultato di prestigio, ottenuto nella rassegna mondiale del 2019, infatti, con le azzurre che si spinsero fino ai quarti di finale, ha fatto da traino al movimento calcistico femminile nel nostro paese.
Un interesse sempre maggiore per i match, trasmessi anche da Sky, Dazn e La7 negli ultimi anni, che, però, nonostante il passaggio del movimento al professionismo, non sta avendo sul campo almeno in chiave Italia i miglioramenti attesi.
L’eliminazione precoce già ai gironi, infatti, sancisce un vero flop per la nazionale azzurra, per la quale l’obiettivo degli ottavi di finale era davvero alla portata.
Analizziamo ora quelli che sono i motivi principali di questa debacle azzurra nella rassegna iridata australiana.
I motivi del flop dell’Italia femminile al Mondiale, che ha visto le azzurre salutare ai gironi
Tante le ragioni principali di questa brutta prestazione delle azzurre nell’avventura mondiale in Australia: infatti, più di una sono le responsabilità.
Parlare dopo è sempre facile. Il ruolo di chi prende le decisioni è uno dei più semplici da criticare, se le cose non vanno secondo le aspettative, ed infatti non si può non riconoscere che la CT delle azzurre, Milena Bertolini, ha varie colpe.
La Bertolini, infatti, come nella rassegna dell’Europeo che ha visto le azzurre uscire sempre nella fase a gironi, ha palesato molti limiti.
Innanzitutto il gioco proposto dall’Italia è spesso sembrato privo di idee. Oltre a ciò, è mancato anche mordente sul piano dell’intensità.
Le sconfitte subìte nelle due rassegne, dalla Francia all’Europeo e dalla Svezia ai Mondiali, sono pronosticabili, perché le transalpine e le scandinave sono potenze a livello femminile rispetto alle azzurre. Ciò che non è accettabile è la modalità, con una squadra incapace di rialzarsi dopo aver subito gol. Dalla panchina, e dunque dalla Bertolini, sono mancati i giusti correttivi al momento della difficoltà.
L’altra grande responsabilità da imputare alla Bertolini è poi quella delle formazioni scelte in questi match della fase a gironi. Le azzurre, infatti, dopo un percorso buono durante le qualificazioni alla rassegna iridata hanno visto stravolte alcune gerarchie.
In questo mondiale, ad esempio, dal primo minuto in ogni match ha giocato la giovanissima Giulia Dragoni. Le qualità della ragazza non si discutono, ma forse il suo debutto in chiave mondiale poteva essere gestito meglio.
Non schierare mai dal primo minuto una ragazza tra le MVP della Serie A, con ottime caratteristiche di dinamismo e pressing come Giada Greggi, messa sempre a gara in corso, inoltre, è stato un grave errore della Bertolini.
Così come insistere con la Bonansea dal primo minuto, lasciando in panchina le guizzanti Glionna e Cantore.
Mancanza di esperienza e scaltrezza tra i motivi del flop dell’Italia femminile nel match decisivo del Mondiale
Dopo la debacle nel match contro la Svezia perso 5-0 con tre gol evitabili presi su corner, frutto di errori nelle uscite e nelle marcature, all’Italia comunque per passare il turno sarebbe bastato battere il Sudafrica.
Le azzurre a quota 3, infatti, con una vittoria, avrebbero ottenuto il secondo posto nel girone.
Le scelte di formazione però sono state ancora discutibili, infatti, mettere al centro della difesa Orsi, al posto dell’infortunata Salvai e non l’esperta Bartoli, è stato un errore grave.
Al di là del gravissimo autogol che Orsi ha purtroppo commesso, tradita forse dalla tensione in un match chiave, l’idea di affidarsi all’esperienza in una gara decisiva non sarebbe mai sbagliata.
Proprio in quest’ottica, infatti, ha stonato la scelta di non portare Sara Gama. La capitana delle azzurre, seppur non al 100%, infatti, in situazioni di emergenza avrebbe potuto dire la sua.
Ad un certo punto, comunque, nonostante le difficoltà delle azzurre, complice la vittoria della Svezia sulle argentine nell’altro match del girone, per qualificarsi sarebbe bastato addirittura un pari.
Pareggio che è però sfumato negli ultimi minuti, quando l’Italia si è fatta beffare con la rete del definitivo 3-2 delle sudafricane.
Inutili gli ultimi disperati assalti finali. Le azzurre hanno provato il tutto per tutto senza, infatti, trovare la rete del 3-3 nel maxi recupero concesso.
Il problema nel torneo è poi che, oltre ad una mancata proposta di gioco efficace, è andata malissimo pure la difesa.
Lo score finale del girone delle azzurre, infatti, sottolinea un desolante 3 alla casella gol fatti e un pessimo 8 alla casella gol subiti.
Ora come ripartire?
La prima decisione da prendere riguarda il posto di CT che guiderà le azzurre nel prossimo ciclo. La Bertolini, infatti, al netto degli errori, è anche in scadenza di contratto, che difficilmente a questo punto sarà rinnovato viste le brutte prestazioni.
Dopo la scelta della nuova guida tecnica della nazionale femminile, ci sono vari aspetti comunque positivi da cui poter ripartire.
Il crescente interesse per il movimento ad esempio, come dimostrato dalle 40.000 persone allo stadio Olimpico per Roma – Barcellona di Women Champion League.
Il buon livello generale della rosa, con ragazze giovani e molto unite che potranno rappresentare per anni la nostra nazionale. Altro fattore chiave inoltre è dato poi dall’unità delle ragazze dentro e fuori dal campo, come dimostrato anche dalle dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore.
Nonostante la debacle, infatti, il clima che si è percepito tra le varie atlete è sempre stato di rispetto ed amicizia.
Questi sono i primi punti da cui poter ripartire per scrivere nuove pagine più gloriose per l’Italia femminile di calcio.
Il blocco di 16 calciatrici di Roma e Juventus, più ragazze del Barcellona come la Dragoni, del Milan e della Fiorentina hanno infatti tutte le potenzialità per far bene e riscattarsi al più presto.
La speranza, dunque, è che questo flop lasci nelle ragazze la voglia di rialzarsi e ripartire.