Il sogno di ogni bambino che tira i primi calci a un pallone? Figurare nella lista dei vincitori dei Mondiali di calcio con la propria Nazionale. Certo, è molto più semplice magari conseguire una laurea o trovare un lavoro dignitoso, ma si sa sognare costa poco. Specie se poi crescendo davvero riesci a rappresentare calcisticamente il tuo Paese. Eppure, a volte, anche i migliori sono rimasti a guardare e si sono ritirati sognando di poter mettere le mani sulla coppa più ambita da ogni tifoso, quella del Mondo.
Tra i tanti nomi rimasti a secco in questo senso, alcuni meritano di essere menzionati più di altri. Partendo dal calcio degli anni ’60 non possiamo non ricordare il miglior goleador della storia del Benfica: Eusébio da Silva Ferreira o se volete Eusébio. Un certo José Mourinho disse durante un’intervista che lui e Amália Rodrigues racchiudono la storia lusitana del secolo passato. Già, mica male, peccato che la Pantera Negra mai riuscì ad arricchire il palmares della sua selezione. Certo, poco è da imputare al fenomeno di origine angolana, che durante i Mondiali del ’66, quando “la Regina d’Inghilterra era Pelé”, riuscì a gonfiare la rete per 9 volte. Terzo posto, gol in semifinale e Three Lions sul tetto del Mondo, prima e ultima volta. Dopo quella volta O’ Portugal non riuscirà più a qualificarsi alla fase finale dei campionati mondiali ed Eusébio non riuscirà mai ad avvicinarsi all’ex Coppa Rimet.
Mondiali di calcio: i non vincitori degli anni ’70
Avanzando la linea temporale, il nome che siamo costretti a menzionare è quello di Gigi Riva. Tuttora, rombo di tuono è il top-scorer della nostra amata maglia azzurra. A differenza del collega portoghese, l’adottivo cagliaritano riuscì a trionfare durante gli Europei del 1968 con la sua Nazionale. Certo, da lì a poco avrebbe potuto conseguire un back-to-back senza precedenti nella nostra storia, salvo doversi arrendere all’armata brasiliana capeggiata da O’ Rei. Era il Mondiale messicano del 1970, reso celebre dal partido del siglo, ma poi vinto dal Brasile complice anche lo sforzo di quella semifinale. L’edizione successiva vedrà gli azzurri fare da comparsa, tanto da essere eliminati ai gironi dalla Polonia con l’attaccante lombardo a veder sfumare “quel sogno che comincia da bambino”.
Ancora più eclatante è l’altro nome non vincitore degli anni ’70. Parliamo del calciatore che di fatto ha permesso al calcio di essere quello che è ora; il vero mentore del calcio totale e l’antenato del Barça dei sogni. Johan Cruijff, passò dal calciare patate per le strade di Amsterdam a dominare la scena calcistica continentale per un decennio. Unico neo? Ovvio, la finale del Mondiale 1974 persa in rimonta contro l’allora Germania Ovest di Gerd Müller. Curiosamente, gli olandesi persero anche la finale della tornata successiva, ma Il Profeta del Gol si rifiutò di prenderne parte per protestare contro la dittatura argentina del periodo.
I magnifici ’80: un re senza corona
Tra i vincitori dei Mondiali di calcio non è presente il nome del giocatore capace di vincere 3 Palloni d’oro consecutivi. Chiaramente, parliamo di Michel Platini mai dimenticato dai tifosi juventini. Con les bleus, Le roi vive una delle delusioni più cocenti della sua carriera. Perché durante il Mundialito, in semifinale la Francia era in vantaggio per 3-1, salvo poi farsi rimontare dalla Germania, già ancora loro, e non riuscire a centrare nemmeno la medaglia di bronzo. Anche durante il 1986 saranno i teutonici a far lacrimare il viso del gioiello transalpino, ancora una volta in semifinale.
Vincitori dei Mondiali di calcio: maledetti rigori
Tanto, troppo, azzurro in questa speciale lista di chi non ce l’ha fatta. Addirittura tre i nomi dei nostri connazionali a non poter vantare un Mondiale in bacheca. Nomi entrati nell’immaginario collettivo di diritto per quanto dimostrato all’interno del rettangolo. Franco Baresi, Paolo Maldini e il Divino Roby Baggio. Destini legati in questo senso. Nel1990, il Bel Paese vive un’aria elettrizzante perché organizza dopo mezzo secolo i Mondiali. Un eroe venuto dai sobborghi palermitani, Totò Schillaci, una bella storia che merita di aver un lieto fine. Ma il dramma è dietro l’angolo. L’allora Stadio San Paolo, Napoli divisa tra Maradona e gli azzurri. Totogol segna come può, l’Argentina pareggia e andiamo fuori ai rigori. Che peccato!
Il calcio ci dà la possibilità di rifarci. Mondiale a stelle e strisce, quello del rigore di Baggio. Arriviamo in finale contro il Brasile peggiore che abbia mai vinto. La storia è nota a tutti e da lì a poter riscattarci davvero passeranno 12 anni. Troppi per i nostri tre eroi che hanno vinto tutto o quasi.
Il nuovo millennio: Spice boy o specchietto per le allodole?
Qui a recriminare sono i nostri amici – mica tanto – inglesi. Una delle generazioni calcistiche più invidiabili di sempre: Lampard, Gerrard, ma soprattutto David Beckham. Becks doveva ancora farsi perdonare l’espulsione rimediata in Francia nel ’98 e lo fa parzialmente nel 2002. Contro gli odiatissimi argentini segna il rigore decisivo durante i gironi, ma The Whites concedono il passo al Brasile futuro campione ai quarti di finale. Si poteva fare di più con quei nomi.
E adesso non ci resta che scegliere una squadra da tifare per i Mondiali invernali perché la nostra sembra non sia più interessata a partecipare.