La Roma vince 1-0 contro il Leicester conquistando una storica finale di Conference League. José Mourinho diventa il primo allenatore a raggiungere la finale di tutte e tre le competizioni europee. Mourinho sempre Special One.
Mourinho: carriera e ascesa dello Special One
José Mourinho nasce a Setubal il 26 gennaio 1963. Inizia la sua carriera da allenatore in giovane età, quando a 22 anni capisce che le sue ambizioni da calciatore sono naufragate. Dopo qualche esperienza in diverse squadre giovanili del Portogallo, inizia ad assaporare il calcio che conta nel 1992. Inizialmente ricopre il ruolo di interprete e assistente per Bobby Robson, allora alla guida dello Sporting Lisbona. I due si separeranno nel 1997 dopo aver lavorato insieme anche al Porto e al Barcellona. La prima vera occasione di diventare capo allenatore in prima squadra gli viene concessa dal Benfica, quando viene chiamato a sostituire l’esonerato Jupp Heynckes. Si dimetterà dopo sole 9 partite a causa del cambio di presidenza della società. Nel luglio del 2001 entra in carica sulla panchina dell’União Leiria, conducendo la squadra al quarto posto provvisorio nel campionato 2001-2002, a fine campionato senza di lui la squadra di Leiria arriverà settima. Nel gennaio 2002 viene ingaggiato dal Porto, club con cui scriverà la storia del calcio europeo. Qui inizia una carriera ricca di titoli in club prestigiosi, qui nasce lo Special One.
José Mourinho e le varie esperienze europee
Gli anni al Porto lo porteranno a conquistare titoli a livello nazionale, l’Europa League e una clamorosa vittoria della UEFA Champions League nella stagione 2003-2004. Attira l’attenzione dei top club europei, infatti nel 2004 viene ingaggiato dal Chelsea di Roman Abramovich. Saranno stagioni ricche di successi, anche se la sua prima avventura a Londra si concluderà nel 2007 con l’esonero dopo appena due mesi dall’inizio della stagione. Nel 2008 approderà a Milano, sponda Inter. Qui Mourinho scrive la storia del club, conquistando uno storico triplete nel 2010. Neanche il tempo di festeggiare che annuncia il suo passaggio al Real Madrid, con il quale in tre anni si aggiudica un campionato, una Coppa del Re e una Supercoppa spagnola. Nel 2013 ritorna al Chelsea, con cui in due stagioni e mezza vince un la Premier League e la Coppa di Lega. Nel 2016 siederà sulla panchina che fu di Alex Ferguson al Manchester United, con cui vince una Supercoppa inglese, una Coppa di Lega e l’Europa League. Dopo un’esperienza al Tottenham, dal 2019 al 2021, l’unica senza trofei vinti, torna in Italia per guidare la Roma.
Il tecnico portoghese porta entusiasmo e aspettative in ogni club che allena. Un personaggio a tratti irriverente, presuntuoso ma molto intelligente e preparato. Un grande comunicatore, le sue conferenze stampa non sono mai banali, pungente verso club e allenatori rivali, in grado di attirare su di sé l’attenzione per lasciare i suoi calciatori lontani da polemiche e distrazioni. A Roma i tifosi lo adorano, si sono sempre schierati dalla sua parte anche nel momento più difficile della stagione. Ha riportato la Roma ad una finale europea che mancava dal 1991. Se dovesse vincere la finale di Tirana entrerebbe nella storia del club, ma anche nella storia del calcio, sarebbe il primo allenatore a vincere tutte e tre le competizioni europee. Mourinho sempre Special One.