Napoli-Lazio (1-2): analisi tattica e considerazioni

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La Lazio trova finalmente la prima vittoria in campionato superando per 2-1 il Napoli nel match del “Maradona” di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. Una partita tutt’altro che facile per gli uomini di Sarri, surclassati nella prima mezz’ora dalla forza dei padroni di casa. Poi, d’improvviso, con una doppia giocata dei due fuoriclasse Felipe Anderson e Luis Alberto, i biancocelesti si accendono. Il brasiliano rifinisce e lo spagnolo finalizza con un sublime colpo di tacco al minuto 30. La gioia capitolina dura appena 120 secondi, il tempo per Zieliński di iscriversi nella classifica marcatori e riportare la parità. Nella ripresa, gli ospiti colpiscono ancora a freddo al minuto 52 con una ripartenza griffata dai due soliti noti e concretizzata da Kamada. I partenopei si lanciano in un assalto cieco, senza però trovare il giusto spiraglio.

Andiamo a rivivere gli spunti di questa sfida nella nostra analisi tattica di Lazio-Napoli. Prima, però, partiamo come sempre dalle formazioni, per le quali i due allenatori mantengono invariate le scelte adottate in questo avvio di stagione.

Garcia si affida al 4-3-3 con Meret tra i pali, linea difensiva con Olivera e Di Lorenzo terzini e la coppia centrale formata da Juan Jesus e Rrahmani. Mediana classica con Lobotka in cabina di regia, affiancato da Anguissa e Zieliński. Davanti, Kvara ritrova una maglia da titolare dopo aver scaldato i motori nello spezzone contro il Sassuolo. A completare il tridente Osimhen e Politano.

Sarri risponde con uno schieramento speculare. In porta Provedel, protetto dalla retroguardia con Casale e Romagnoli in mezzo e Hysaj e Marusić sugli esterni. Cataldi guida il centrocampo con Kamada e Luis Alberto ai suoi lati. In attacco, Ciro Immobile è il riferimento centrale, supportato dalle ali Felipe Anderson e Zaccagni.

Analisi tattica Napoli-Lazio, il primo tempo: mezz’ora di dominio partenopeo

Come dicevamo in sede di apertura di questa analisi tattica, la partita per la Lazio non è stata affatto facile, soprattutto nel primo tempo, quando il Napoli ha dato segni di assoluto dominio. Nei primi 30 minuti di gioco, i padroni di casa hanno stritolato gli ospiti in fase di non possesso con un pressing feroce da un lato ed hanno prevalso, dall’altro, sul piano del gioco. L’idea di Sarri è quella di lasciare l’impostazione ai due centrali, Juan Jesus e Rrahmani, col solo Immobile a infastidirli, assieme a una delle mezz’ali in seconda battuta. Per tagliare fuori dal gioco il regista slovacco, i capitolini stringono molto con gli esterni alti.

Così facendo, però, concedono spazio sulle corsie, dove il Napoli prende il sopravvento grazie alla straordinaria qualità degli interpreti. Il lato forte è quello mancino, dove Kvara sembra aver recuperato ottimamente dall’infortunio, Olivera sovrappone con grande continuità e Zieliński s’infila internamente. La superiorità numerica sulle fasce per i partenopei è garantita proprio dai triangoli che si vengono a formare tra terzino, mezz’ala e ala. Con i centrali pressati, i partenopei trovano sbocco sui terzini. Quando escono su di loro Anderson e Zaccagni, ecco che si libera campo nei corridoi intermedi per le mezz’ali. Con giocate di tecnica e in velocità, i padroni di casa arrivano con grande facilità nei pressi della porta avversaria. 

Napoli-Lazio (1-2): analisi tattica e considerazioni

In più, braccano e annullano i tentativi di costruzione dal basso degli uomini di Sarri. Quella del Napoli è un’uscita a uomo sui 4 difensori biancocelesti. Osimhen è aiutato dal centrocampista polacco nella pressione sui due centrali, mentre Politano e Kvara rimangono alti sui due terzini laziali. Di conseguenza, gli ospiti non riescono a trovare tracce verticali, né verso Cataldi, né verso gli attaccanti e finiscono per dover girare sempre palla all’indietro e poi buttarla via per alleggerire. Insomma, una Lazio per 30 minuti davvero irriconoscibile e incapace addirittura di superare la metà campo!

Analisi tattica Napoli-Lazio, un gol per parte e il match decolla 

Negli ospiti, Immobile si abbassa tanto, venendo incontro per offrire un appoggio ai compagni. Tra la stretta marcatura di Jesus e la solitudine nell’accompagnarlo, però, la punta napoletana non riesce a gestire il pallone e aiutare la squadra. Per uscire dall’empasse di passività, devono salire in cattedra i giocatori con più qualità. Esattamente quello che avviene al minuto 30. Felipe Anderson riesce a ricevere internamente e dopo un doppio scambio con Kamada e Cataldi viene lanciato in profondità da quest’ultimo. Il brasiliano prende d’infilata Olivera e arrivato sul fondo inventa un assist di punta tra le gambe del difensore che pesca l’inserimento di Luis Alberto sul primo palo. Lo spagnolo viene totalmente perso dalla difesa partenopea e con un geniale e meraviglioso colpo di tacco infila Meret. Il gol apre una nuova fase dell’analisi tattica di questo Napoli-Lazio.

Napoli-Lazio (1-2): analisi tattica e considerazioni

La gioia per i biancocelesti dura però a malapena 2 minuti. Sulla ripresa del gioco, la squadra di Garcia carica a testa bassa e fa valere la maggiore reattività dimostrata fino a quel momento rispetto agli avversari. Su una respinta corta e centrale della difesa capitolina, infatti, il primo ad avventarsi sul pallone è Zieliński, che con un destro da fuori deviato trova l’angolino.

Napoli-Lazio (1-2): analisi tattica e considerazioni

Col punteggio sbloccato da queste due fiammate, il finale della prima frazione prosegue ad altissima intensità. Le squadre si allungano e ci sono continui capovolgimenti di fronte e cambi di possesso. Il centrocampo biancoceleste entra finalmente in partita e quando Felipe Anderson e Luis Alberto combinano arriva sempre qualche pericolo. Dal canto loro, invece, i partenopei si dimostrano pronti a ripartire con grande velocità.

Analisi tattica Napoli-Lazio, il secondo tempo: blitz biancoceleste

Nella ripresa, la prima indicazione da fornire dal punto di vista dell’analisi tattica di Napoli-Lazio riguarda lo spostamento del lato forte partenopeo. Rispetto al primo tempo, Kvara è meno preciso nella gestione del pallone e meno lucido nelle scelte. Così viene particolarmente sollecitato Politano sulla destra, che amplia il ventaglio di giocate. Puntare Hysaj e crossare dal fondo, aprire il campo con profondi cambi di gioco o innescare Osimhen in profondità con le consuete verticalizzazioni di prima. In generale, però, l’offensività dei padroni di casa cala col passare dei minuti, mentre crescono fiducia e intensità negli uomini di Sarri.

La fotografia di questo momento è l’azione del nuovo vantaggio. Ancora protagonista Felipe Anderson, che ruba palla a Zieliński e lancia il contropiede biancoceleste. Il brasiliano serve Luis Alberto, che però all’ultimo fa un velo, permettendo a Kamada di ricevere, puntare e battere Meret con un sinistro chirurgico all’angolino.

Napoli-Lazio (1-2): analisi tattica e considerazioni

Nuovamente sotto nel punteggio, i padroni di casa si riversano in avanti, portando su anche i terzini, in modo particolare Di Lorenzo. La Lazio però si difende decisamente bene, soprattutto centralmente, dove Casale e Romagnoli prendono le misure su Osimhen. Non riuscendo a innescare il proprio centravanti, i partenopei sono costretti a forzare conclusioni da fuori che però vengono sistematicamente murate dagli ospiti. 

Le mosse dalla panchina dei due allenatori

Poco dopo l’ora di gioco, Garcia rinnova tutta la fascia sinistra, mandando dentro Raspadori e Mario Rui per Olivera e Kvara. Il 4-3-3 iniziale assume una conformazione asimmetrica, dato che l’ex Sassuolo non agisce largo sulla destra, ma viene molto dentro al campo, smarrendosi nel traffico. Sarri inserisce invece maggiore fisicità a centrocampo col debuttante Guendouzi al posto del match-winner. L’ingresso del francese è determinante. In fase di non possesso, aiuta Immobile nella prima pressione, per poi scalare su Lobotka. Quando la Lazio riparte, invece, accompagna l’azione con i suoi inserimenti senza palla in zona centrale. 

Alla disperata caccia del pareggio, il Napoli affretta le giocate, cercando insistentemente la palla lunga sul proprio centravanti. Al minuto 75, arriva il momento di un altro esordio in A, quello di Lindstrøm, che rileva Politano. L’innesto di un giocatore fresco e che punta continuamente l’uomo induce Sarri a correre ai ripari. Hysaj lascia il campo per Pellegrini, mentre uno stremato Felipe Anderson cede il posto a Pedro. L’ultima carta per Garcia è, invece, Simeone, che porta l’attacco napoletano ad un assetto a 4 ruote motrici. 

Da una parte, il Napoli spinge, lasciando dietro soltanto i due centrali ed esponendosi a pericolosissime ripartenze. Dall’altra, la Lazio cerca di andare in contropiede affidandosi alla qualità dei suoi campioni e alla generosità di Immobile, molto più presente ed efficace rispetto al primo tempo. La compattezza e la strenua solidità conducono i biancocelesti al loro primo successo di questo campionato.

Analisi tattica Napoli-Lazio, le considerazioni finali

Concludiamo questa analisi tattica di Napoli-Lazio con alcune riflessioni. I biancocelesti strappano una vittoria corsara, arrivata dopo aver resistito ai colpi iniziali del galeone partenopeo e conquistata grazie alla qualità e all’abilità dei propri uomini di punta, che hanno trovato il modo d’infiltrarsi e colpire la marina azzurra. In attesa di vedere la vera Lazio, quella che domina gli avversari con le proprie trame di gioco, Sarri per una volta può godersi e tenersi stretto il pragmatismo per abbandonare l’ultimo posto in classifica. In attesa di preparare la risalita della sua squadra verso posizioni che più le competono.

Dopo 5 mesi, i campioni d’Italia cadono nuovamente in casa. Stavolta, rispetto al 4-0 incassato contro il Milan ad aprile, si tratta di una sconfitta con rammarico, vista la dominante prima mezz’ora di gioco e la reazione ineccepibile al primo svantaggio. Nella ripresa, il Napoli non è riuscito a dominare psicologicamente la partita e a spaventare la Lazio come nel primo tempo, dandole la sensazione di poter colpire in qualsiasi momento con temibile ferocia. La gestione della concentrazione e della mentalità per tutti i 90 minuti può essere la sfida che Garcia dovrà affrontare e su cui dovrà lavorare con i suoi ragazzi, soprattutto quando di fronte ci sono grandi avversarie.

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