Napoli-Real Madrid (2-3): analisi tattica e considerazioni

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Ancelotti si regala un gioioso ritorno a Napoli grazie all’importante successo del suo Real Madrid per 3-2 nella sfida del “Maradona” di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. Gli spagnoli fanno valere la loro grande esperienza internazionale e la presenza di assoluti campioni. Tutte le reti messe a segno dai Blancos, infatti, sono il frutto di giocate da fuoriclasse, a cominciare dal colpo di biliardo di Vinicius al minuto 27 per il momentaneo 1-1. Segue poco dopo una perla di Bellingham che porta davanti i suoi. Chiude la decisiva sassata di Valverde al 78′ con sfortunata autorete di Meret. Nel mezzo, la squadra di Garcia esprime comunque una prestazione di livello, aprendo le danze con la caparbietà di Østigård al 19′ e legittimando l’ottimo avvio di ripresa col rigore trasformato da Zieliński per il temporaneo 2-2.

Riviviamo questo trionfo del Real Madrid in casa del Napoli attraverso il racconto degli spunti salienti dell’analisi tattica. Prima però, come sempre, diamo un’occhiata alle scelte di formazione dei due allenatori.

Partenopei schierati con il 4-3-3 che vede Meret tra i pali, linea difensiva composta dai terzini Di Lorenzo ed Olivera e dalla premiata ditta Natan-Østigård in mezzo. Cabina di regia ovviamente affidata a Lobotka, con Anguissa e Zieliński ai suoi lati. Tridente classico con Osimhen riferimento centrale e Kvaratskhelia e Politano sugli esterni.

Gli ospiti rispondono con un 4-3-1-2. Kepa in porta, retroguardia guidata in tandem da Nacho e Rüdiger, con Carvajal e Camavinga larghi. A centrocampo, Tchouameni agisce da vertice basso del rombo, con Kroos e Valverde ad affiancarlo e Bellingham alle spalle della coppia d’attacco tutta brasiliana con Vinicius e Rodrygo.

Analisi tattica Napoli-Real Madrid, il primo tempo: il cinismo degli spagnoli spegne l’entusiasmo partenopeo

In questa prima parte dell’analisi tattica, presentiamo i due diversi approcci portati da Napoli e Real Madrid. I padroni di casa si affidano all’entusiasmo e al fattore campo per mantenere un atteggiamento molto aggressivo che comporti un immediato recupero del pallone. Osimhen è subito al centro del gioco. O viene cercato in profondità per portare fuori un centrale, defilandosi alle spalle di Camavinga, o ci si appoggia alle sue sponde per far salire la squadra. I Blancos, al contrario, cercano di tenere un ritmo basso attraverso la consueta ragnatela di passaggi, per poi innescare la qualità dei giocatori offensivi.

Il pressing del Napoli risulta efficace nei primi istanti di partita, perché gli azzurri portano la propria pressione su riferimenti specifici. Zieliński prende Tchouameni, mentre Anguissa esce su Kroos. I due centrocampisti sono poi aiutati dal lavoro di Osimhen e Kvara sui centrali a schermare le principali fonti di gioco spagnole. Gli uomini di Ancelotti, però, impiegano poco a trovare una contromisura, facendo valere la propria superiorità numerica in mezzo al campo. Lobotka, infatti, si ritrova solo contro Valverde e Bellingham. Quando il pallone arriva dalle parti di quest’ultimo tra le linee, alle spalle del camerunese, si aprono possibilità di verticalizzare verso le due punte, molto tecniche e veloci, che mettono in difficoltà la retroguardia partenopea.

Gli ospiti, però, come spesso fanno le grandi squadre, si fidano un po’ troppo di lasciare la propria linea difensiva in costante uno contro uno con gli offensivi del Napoli. Alcuni mismatch sono evidenti e gli uomini di Garcia sono bravi a sfruttarli. In particolare, le lacune maggiori sono sugli esterni, dove il Napoli attacca sempre col tandem terzino-ala. A destra, Camavinga, in un ruolo non suo, non riesce mai a prendere le misure su Politano, che ha gioco facile col suo consueto movimento a venire incontro per poi lanciare in profondità di prima intenzione.

A sinistra, invece, Olivera fa valere la sua velocità nei confronti di Carvajal. I padroni di casa mandano così fuori giri il 4-4-2 difensivo spagnolo e proprio grazie ad una sovrapposizione del terzino uruguaiano guadagnano il corner da cui, al minuto 19, ha origine il gol del vantaggio. Colpisce Østigård di testa, raccogliendo il rimbalzo sulla traversa di Natan.

Napoli-Real Madrid (2-3): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Real Madrid-Napoli: la reazione iberica

Il Real Madrid, da grande squadra però, ha il merito di non affondare dopo il gol del Napoli e mostra importanti segni di reazione che andiamo ad evidenziare in questo punto dell’analisi tattica. Gli uomini di Ancelotti non si scompongono, nonostante denuncino diversi problemi ad arginare l’euforia partenopea. La ricetta per rimettere in riga i padroni di casa, però, è già pronta e ha come ingredienti principali Vinicius e Bellingham. Quando i due si mettono a giocare in verticale tra loro, prediligendo ricevere da sinistra, divengono inarrestabili. Al minuto 27, l’inglese intercetta un passaggio in orizzontale pigro di Di Lorenzo ed è puntuale a servire il compagno. Da posizione leggermente defilata, il brasiliano trova un grande angolo sul palo lontano e riporta il punteggio in equilibrio.

Napoli-Real Madrid (2-3): analisi tattica e considerazioni

Pochi minuti dopo, invece, fa tutto l’ex Dortmund. Riceve palla a metà campo alle spalle di Anguissa e s’immola verso l’area del Napoli con grande decisione. Dribbling per bersi Østigård e destro sul secondo palo che lascia Meret di sasso. Rimonta completata entro la prima frazione di gioco.

Analisi tattica Napoli-Real Madrid, il secondo tempo: orgoglio partenopeo stroncato da un altro colpo di classe

Nella ripresa, il Napoli ha il merito di riproporre quell’atteggiamento aggressivo di cui abbiamo già parlato all’inizio dell’analisi tattica e che mette tanto in difficoltà il Real Madrid. Gli azzurri vanno subito alla riconquista del pallone, facendo saltare il piano degli spagnoli di congelare il ritmo col possesso. La squadra di Garcia difende compatta, per non concedere più spazi tra le linee e, appena può, va in profondità da Osimhen.

La spinta corale del Napoli, che coinvolge anche i terzini, costringe il Real a difendere basso, schiacciando la linea dentro l’area. I partenopei hanno così tanto campo per arrivare in porta con irrisoria facilità. Al minuto 52, un’imbucata per l’attaccante nigeriano frutta un preziosissimo calcio di rigore per fallo di mano di Nacho durante il contrasto. Dal dischetto, Zieliński rimane freddo e con l’aiuto del palo porta i suoi sul 2-2.

Napoli-Real Madrid (2-3): analisi tattica e considerazioni

Con il baricentro troppo basso, Kvara incontenibile sulla destra e un gioco stantio, Ancelotti necessita urgentemente dei cambi per raddrizzare la situazione. L’allenatore emiliano azzecca tutte le mosse. Al minuto 64, manda dentro Mendy e Modrić per Camavinga e Kroos. Il primo è un terzino di ruolo, fresco e senza cartellini pendenti e riesce a limitare i pericoli di Politano da quella parte. Il secondo, invece, prende letteralmente la squadra per mano e la conduce fuori dal proprio limbo. Il croato agisce da mezz’ala destra e con lui il Real ritrova fluidità nella manovra. Tocca tanti palloni, non ne sbaglia neanche uno, si fa vedere per offrire soluzioni ai compagni. I Blancos risalgono il campo e tornano a rendersi vivi.

Anche Garcia cerca energie fresche dalla panchina. Al minuto 69 dentro Elmas per Politano, mentre al 75′ inserisce Raspadori per Zieliński. Contemporaneamente, Ancelotti manda dentro Joselu per Rodrygo. L’attaccante spagnolo, che noi italiani abbiamo imparato a conoscere, riporta quel minimo di fisicità e presenza dentro l’area di rigore che ormai il brasiliano non era più in grado di assicurare. Non a caso è lui a procurare il corner dai cui sviluppi arriva il gol del nuovo vantaggio spagnolo. Respinta centrale della difesa raccolta da Valverde, che fa partire un terra-aria che sorprende Meret, centra la traversa e poi finisce dentro andando a sbattere sulla nuca del portiere.

Napoli-Real Madrid (2-3): analisi tattica e considerazioni

Nel finale, Garcia si gioca il tutto per tutto. All’88’ lancia un triplo cambio con Mario Rui, Cajuste e Simeone per Olivera, Lobotka e Anguissa. Il Napoli si ritrova schierato con un 4-2-3-1 asimmetrico, in cui Elmas fa il mediano accanto allo svedese, Raspadori agisce da trequartista e Simeone da improbabile esterno destro, che però viene costantemente al centro ad affiancare Osimhen. Nel recupero, Østigård lascia la difesa per fare la punta aggiunta, ma non basta ad evitare la sconfitta.

 Napoli-Real Madrid, le considerazioni finali

Concludiamo questa analisi tattica di Napoli-Real Madrid con qualche breve riflessione. Nelle notti di Champions, i campioni e l’esperienza fanno la differenza, esattamente come dimostrato dagli spagnoli. I partenopei hanno giocato decisamente meglio a livello di coralità e gioco collettivo, ma in diversi momenti si sono fatti prendere dall’emotività, soprattutto nelle occasioni in cui i Blancos sono passati in vantaggio. La squadra di Ancelotti, invece, non ha mai perso la calma e ha ritrovato il bandolo della matassa grazie ai suoi fuoriclasse. Giocatori di una categoria a parte, in grado di indirizzare con le proprie fiammate l’esito della partita. Un mix di cinismo (vedi primo gol), concretezza e qualità che tiene ancora profondo il gap tra le nostre squadre e una big europea come il Real.

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