Quali sono i veterani partecipanti a Qatar 2022? Dopo aver analizzato i giovani più interessanti, passiamo ai “vecchietti”, che con la loro esperienza possono guidare i baby e fungere da leader carismatici all’interno dello spogliatoio. Come vedremo, non solamente estremi difensori presenti.
Nuova e vecchia scuola: i veterani di Qatar 2022 (prima parte)
Thiago Silva (Brasile, 1984): a 38 anni suonati l’ex Milan è ancora il vero leader della difesa. Titolare con Marquinhos, forma una coppia di esperienza e difficilmente valicabile. Ottimo nel debutto contro la Serbia, parte ancora da titolare contro la Svizzera.
Dani Alves (Brasile, 1983): piovose le critiche nei confronti di Tite, che ha scelto di chiamare l’ex Juventus, ora in forza al Pumas, in Messico. Eppure, il classe 1983 è il giocatore più titolato della storia del calcio ed ha alzato al cielo la Copa America del 2019. Arduo rinunciare a lui, per carisma e conoscenza dell’ambiente. In panchina contro la Serbia.
Eiji Kawashima (Giappone, 1983): in patria è una vera e propria leggenda, con ben 95 presenze in Nazionale, che lo rendono uno dei migliori portieri in terra nipponica. Attualmente allo Strasburgo, ha ceduto lo scettro alla titolarità a Scuichi Gonda, di sei anni più giovane (1989).
Alfredo Talavera (Messico, 1982): altro estremo difensore, anche in questo caso riserva. Guillermo Ochoa è intoccabile, così il classe 1982 del Pumas fa da chioccia per una Nazionale, quella del Messico, che ha perso molti talenti. Un’intera vita passata nel proprio paese natio, con 40 gettoni in maglia verde. Lui è il giocatore più longevo a Qatar 2022.
Remko Pasveer (Olanda, 1983): come raramente accaduto, tutti i portieri convocati per gli Orange giocano in Eredivisie. Considerato come probabile titolare, il classe 1983 si è dovuto invece accomodare in panchina, per far posto ad Andries Noppert, ex Foggia. Nomi non certo di primo ordine, che hanno fatto alzare qualche riflessione sulla porta olandese.
Nuova e vecchia scuola: i veterani di Qatar 2022 (seconda parte)
Aymen Balbouli (Tunisia, 1984): Aymen Mathlouthi, questo il suo vero nome, è un componente della selezione magrebina dal 2007. Estremo difensore che non ha mai lasciato la propria nazione, ora all’Al-Batin, ha totalizzato 72 gettoni. Ad ogni modo, dal 1′ è sempre partito Aymen Dahmen, incassando una rete in due partite.
Luka Modric (Croazia, 1985): per il Pallone d’Oro 2018 potrebbe essere la sua ultima kermesse da protagonista nella Nazionale a scacchi. Una classe e visione di gioco innata, vicecampione del mondo nello stesso anno, proverà a guidare i suoi verso un’altra impresa. Leggenda anche nel Real Madrid.
Steve Mandanda (Francia, 1985): laureatosi campione del 2018, non è titolare ma comunque profondo conoscitore delle dinamiche dei Bleus. Nuova avventura professionale al Rennes dopo 15 anni da leader al Marsiglia, ha accumulato 34 apparizioni con la Francia, garantendo esperienza e massima disponibilità.
Cristiano Ronaldo (Portogallo, 1985): personaggio ingombrante e capace di dividere critica e tifosi, ha dato via all’eterno dualismo con Lionel Messi. Cinque Mondiali per CR7, oltre ad essere stato l’unico a segnare una rete in almeno 5 edizioni. L’ultima, il calcio di rigore sul Ghana che ha sbloccato il match. Alla ricerca di un titolo che sarebbe la ciliegina sulla torta per una carriera indimenticabile.