Negli ultimi mesi oltre alle vicissitudini sanitarie, in casa Roma ha tenuto e tiene ancora banco la trattativa sulla cessione della società di James Pallotta al magnate texano Dan Friedkin; nel caso in cui dovesse concretizzarsi la cessione, come verrebbe considerato questo (primo) periodo “americano”?
L’acquisto della Roma e le prime stagioni
La Roma viene rilevata da una cordata statunitense nell’aprile del 2011. Il presidente è Thomas Di Benedetto mentre James Pallotta entra a far parte del consiglio di amministrazione nel mese di ottobre del 2011 diventando poi ufficialmente presidente nell’agosto dell’anno successivo.
I giallorossi, dopo la stagione di transizione del 2010-11, acquistano giocatori giovani come Marquinhos, Lamela, Pjanic e altri in cerca del salto di qualità come Osvaldo e Gago. In panchina la scelta ricade su Luis Enrique, reduce dall’esperienza al Barcellona B portando inoltre il suo pupillo Bojan Krkic.
La stagione però è fallimentare, la squadra non riesce a produrre il calcio fatto di possesso palla voluto dall’allenatore e conclude, per la prima volta dopo quindici anni, fuori dai piazzamenti europei.
L’annata seguente vede il ritorno di Zeman in panchina al posto di Luis Enrique e fra i nuovi acquisti Castan, Balzaretti, Destro e il ritorno dal prestito di Florenzi. Ma arriva un altro fallimento: ancora fuori dall’Europa, Zeman sostituito in corso d’opera da Andreazzoli e la cocente sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio.
La svolta con l’apice europeo
Bisogna investire meglio, trovare il giusto allenatore e fare qualche cessione eccellente: venduti Marquinhos e Lamela per oltre trenta milioni, Osvaldo e Bojan; arrivano Strootman, Benatia, Gervinho, Ljajic, Maicon, De Sanctis e a gennaio Nainggolan. Allenatore Rudi Garcia.
Ecco la svolta: partenza con dieci vittorie consecutive, bel gioco ma alla fine il campionato lo vince la Juventus dei 102 punti. Secondo posto ma grande stagione.
Tutti confermati l’anno successivo con la sola cessione di Benatia al Bayern Monaco sostituito da Manolas e il roboante arrivo di Iturbe superando la concorrenza della Juventus.
Ancora secondo posto alle spalle dei bianconeri ma qualche dubbio in più perchè il rendimento dell’acquisto più costoso, Iturbe, è stato decisamente sotto le aspettative.
Arrivano giocatori importanti in estate: Dzeko, Salah e Szczesny. Ma dopo un buon inizio, la squadra rallenta, Garcia viene esonerato e al suo posto arriva in panchina Spalletti. La Roma riacquista fiducia e chiude al terzo posto.
Perdita importante nell’estate 2016: via Pjanic arrivano Alisson e Fazio. Si ritorna al secondo posto finale davanti al Napoli ma con l’addio non senza polemiche di Totti.
Spalletti abbandona e viene sostituito da Di Francesco. Ma sono le cessioni ad impressionare: 35 milioni Rudiger, 42 Salah (a carte viste pochi) e 23 Paredes. Soldi non tutti ben investiti come i 40 spesi per Schick.
Il campionato si conclude con un terzo posto ma è la stagione europea ad essere eclatante: eliminazione in semifinale di Champions League contro il Liverpool.
E’ ora di separarsi?
Di tutt’altro tono la stagione 18-19: altre grandi cessioni (Alisson 70 milioni e Nainggolan 38) e altri rivedibili acquisti (Nzonzi 40 e Pastore 25) e annata chiusa al sesto posto con Di Francesco esonerato e sostituito in corsa da Ranieri e l’addio di De Rossi.
Insomma negli anni di questa presidenza Pallotta emerge come siano state fatte ottime e sostanziose cessioni ma spesso non si è riusciti ad investire adeguatamente i guadagni. Certo si è arrivati ad un grande risultato europeo ma alla fine nessun trofeo. In compenso manca davvero poco al si definitivo sulla questione nuovo stadio.
Sempre falliti